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Secco e diretto, pochi fronzoli per una storia di sabotaggio contro un oleodotto. Un'azione di legittima difesa nel gergo di questo gruppo oppure un atto di terrorismo se la si vuole vedere dall'ottica governativa. La struttura narrativa utilizza solo l'ottica dell'azione da parte di questo gruppo. Dal concepimento del piano fino alla sua realizzazione e messa in opera, descritto in maniera piuttosto minuziosa. I flashback servono non solo ad approfondire i personaggi, ma far emergere le loro motivazioni, dal radicalismo ingenuo ma determinato, alla disperazione di una vita che si sta spegnendo per colpa delle esternilità nocive degli impianti, onnipresenti in molte inquadrature. Atto di sabotaggio o rapina, sia pure con stile molto differenti, la narrazione riprende la falsariga del Tarantino di Le Iene ed il film funziona. Nessuna pausa e come ogni buon giornalista è sempre sul pezzo.
Un film politicamente corretto che però lancia il messaggio più politicamente scorretto, mettersi contro le multinazionali che spadroneggiano il mondo, in particolare i giganti del petrolio e quindi contro il sistema...
Si propone la fine delle manifestazioni non violente ed il passaggio all'azione, per legittima difesa, di quell'industria che sta distruggendo il pianeta con quello che sarà il genocidio climatico.
Buono il montaggio che lascia sempre un po' sulle spine ed anche l'approfondimento dei personaggi uno ad uno!
Molto utopico ma al tempo stesso un invito concreto ad ogni cittadino di far parte della soluzione e non più del problema.