Il bireattore dell'Eni che portava dalla Sicilia a Milano, oltre al pilota, Enrico Mattei e un giornalista americano, precipitò nel cielo di Bascapè (Pavia) il 27 ottobre 1962. Rosi ricostruisce la vita del'"imprenditore di stato" dall'immediato dopoguerra fino alla morte, la sua azione che gli aveva messo contro potentissimi nemici e tenta un'ipotesi sull'incidente.
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"Il Caso Mattei" è un film estremamente interessante per due motivi: il primo è l'argomento trattato, ovvero la vita dell'imprenditore Enrico Mattei e le circostanze poco chiare della sua morte avvenuta in un incidente aereo. Francesco Rosi ricostruisce il personaggio affidandosi a un bravissimo Volontè e cercando di rimanere fedele al personaggio storico, di cui riporta vari aneddoti famosi come la storia del gattino o il fatto di andare a fare benzina personalmente per controllare il comportamento dei suoi lavoratori. Tramite interviste, materiale storico, scene ricreate e racconti possiamo grossomodo ricostruire l'incredibile biografia di Mattei, forse l'unico uomo che ha cercato veramente di fare grande l'Italia e di emanciparla dal ruolo di sottomessa. Il secondo è il modo in cui questo film-inchiesta viene realizzato. Rosi è davvero molto bravo a rendere di primo livello anche sul piano artistico ed estetico una pellicola il cui tema non lo richiedeva necessariamente. L'utilizzo del sonoro, la fotografia e varie scelte di messa in scena rendono "Il Caso Mattei" piacevole e stimolante anche come opera cinematografica, e non solo come documento su un importante fatto storico.
Negli ultimi anni, dopo che si sono esaminati vari elementi tramite le moderne tecnologie, è stato dimostrato che l'incidente è stato si natura dolosa, anche se ormai è impossibile risalire ai mandanti. Quindi Mattei è stato davvero ucciso, e l'Italia è tornata ad essere un gattino.