il cigno nero regia di Darren Aronofsky USA 2010
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il cigno nero (2010)

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locandina del film IL CIGNO NERO

Titolo Originale: BLACK SWAN

RegiaDarren Aronofsky

InterpretiNatalie Portman, Mila Kunis, Christopher Gartin, Winona Ryder, Vincent Cassel, Barbara Hershey, Sebastian Stan, Toby Hemingway, Kristina Anapau, Janet Montgomery

Durata: h 1.43
NazionalitàUSA 2010
Generethriller
Al cinema nel Febbraio 2011

•  Altri film di Darren Aronofsky

•  Link al sito di IL CIGNO NERO

Trama del film Il cigno nero

A New York una compagnia di balletto sta allestendo Il lago dei cigni, il regista Thomas Leroy decide di sostituire la prima ballerina Beth con Nina. Ben presto Nina entra in competizione con la nuova ballerina Lily. Ne Il lago dei cigni sono previsti i ruoli dell'innocente cigno bianco, adatto a Nina, e del sensuale cigno nero, più adatto a Lily. La psicologica rivalità tra le due ballerine, porterà Nina ad esplorare il suo lato oscuro senza la certezza che Lily sia una vera nemica e solo frutto della sua mente, facendo nascere in lei un'ambigua ossessione.

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Voto Visitatori:   7,83 / 10 (440 voti)7,83Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Migliore attrice protagonista (Natalie Portman)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliore attrice protagonista (Natalie Portman)
Miglior attrice in un film drammatico (Natalie Portman)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice in un film drammatico (Natalie Portman)
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Voti e commenti su Il cigno nero, 440 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  22/02/2011 13:54:35
   8½ / 10
Riconosco la strepitosa interpretazione della Portman (Oscar certo e meritato), ancora di più mi colpisce la perfetta regia di Aronofski, capace di rendere una storia reiterata (una semplice storia di doppia personalità) trattata e ritrattata mille volte, in un opera sublime per narrazione e visione estetica.
Il regista riesce con abilità straordinaria a catturare emotivamente lo spettatore e a coinvolgerlo gradualmente, a farlo entrare nella mente sconvolta della protagonista grazie al climax narrativo e soprattutto emotivo da gran maestro.
L'autoriconoscimento di Nina è l'effetto di un percorso buio attraverso immagini riflesse da mille specchi, mai veritiere, mai rassicuranti, foriere di scoperte sensoriali dolorose e mortuarie, ma necessarie a Nina per scoprirsi viva. L'eterno duello tra eros e thanatos, come ha giustamente sottolineato l'autore dell'interessante recensione al film, rappresenta il fulcro del film, intorno a ciò si sviluppa in modo impeccabile l'intreccio.
Del film resterà memorabile l'intero cast, tutti gli attori hanno saputo caratterizzare al meglio il proprio ruolo, anche la musica accompagna egregiamente la crescente tensione. Da non perdere.

11 risposte al commento
Ultima risposta 23/02/2011 11.22.16
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Edredone  @  22/02/2011 11:59:35
   6½ / 10
Bravissima la Portman e in generale anche gli altri, addirittura il solitamente pessimo Cassel.

Peccato il film sia a tratti splatter e ricordi un horror, mezzo voto in meno x questo aspetto....

Consigliato a chi ha seguito corsi di cinema all'università (i voti altissimi leggeteli in quest'ottica :) )

5 risposte al commento
Ultima risposta 22/02/2011 14.24.21
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kinghomer  @  21/02/2011 23:23:19
   6½ / 10
Mah. Devo dire che non lo rivedrei una seconda volta, però ammetto che mi ha lasciato alquanto turbato. A mio parere la parola capolavoro viene commercializzata ultimamente, e questo ne è un ulteriore esempio.
Attori molto bravi, la Porman è davvero azzeccata per il ruolo.
Da vedere ok ma senza aspettarsi di uscire dalla sala compiaciuto.
E' un film che deve essere visto senza sapere nulla a riguardo secondo me.

Devo aggiungere però che


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Ultima risposta 23/02/2011 14.51.00
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  21/02/2011 02:42:18
   6½ / 10
La regia è strepitosa. La Portman pure. Va bene. Ma cosa c'è, esattamente, dietro questo strabiliante, vorticoso, quasi ipnotico e sia pur magnifico baraccone?

Il film soffre dello scompenso, notevole, tra l'esibizione della forma, e l'attenzione ai contenuti. Si percepisce la smania, di Aronofsky, di mettere in scena: una smania che supera di gran lunga, anzi travolge, l'urgenza di esprimersi.
Non voglio dire che contenuti non vi siano: soltanto, appaiono quasi un pretesto.

Autolesionismo. Paranoia. Antagonismo, competizione esasperata come delimitazione claustrofobica nei rapporti umani. Un'insicurezza di fondo che si rivolta contro l'ambizione... Questi i temi.
Aronofsky sembra averli chiari ed esserseli appuntati, gli argomenti, solo come degli spunti e dei pretesti: come fa un autore precocemente ammanieratosi, che nel compiaciuto esibizionismo del proprio talento manca l'approfondimento, per troppa voglia di apparire.

Qui è tutto portato sino alle estreme conseguenze, tutto caricato e ben tenuto insieme. Ma è anche tutto un'illusione, come quelle piume nere che proliferano irrefrenabili.

Sotto il profilo dei "contenuti", questo film attinge a piene mani da tanto cinema preesistente. Girato quasi esclusivamente in interni, questo film-maelstrom, questa struttura narrativa a imbuto ha un'ossatura "polanskiana" (soprattutto "Repulsion", "L'inquilino del terzo piano", "Rosemary's baby"), e appare intessuto di fibre che rimandano a pellicole come: "Carrie" di De Palma (per gli aspetti psicologici del conflitto con la madre e con le allieve coetanee); "La mosca" di Cronenberg (l'esplicita citazione della metamorfosi che ha inizio con un'escrescenza di peli neri sulla schiena); "La pianista" di Haneke (ancora la figura della madre; e l'autolesionismo); "Mulholland Drive" (il tema del doppio e la funesta competitività interne al mondo dello spettacolo).
Tutto questo collage non è un'esercizio distaccato alla Tarantino. Aronofsky non attinge a generi e sub-generi, ma cita le "opere" e gli "autori": specificamente e spesso testualmente. Gli si abbarbica: pretende di montare sulla schiena dei giganti, senza - dispiace, ma l'impressione è netta - senza aggiungere un suo stile. Stilisticamente, cioè artisticamente, "il cigno nero" non parla una sua lingua. Ambisce in alto, ma la grandezza sta tutta nell'esecuzione: è la padronanza tecnica e la resa spettacolare a stupire. Non la vicenda umana a turbare.

"Il cigno nero" non vive di vita propria, come invece faceva "The wrestler" (che sono portato a ritenere meglio riuscito).

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Ultima risposta 22/07/2011 20.56.11
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Invia una mail all'autore del commento Daniel91  @  20/02/2011 13:51:03
   10 / 10
Un capolavoro, c'è poco da dire! Peccato che la gente che era in sala con me non l'ha capito e criticava, senza nemmeno capire che le riprese erano volute (cioè le riprese fatte "a mano") e non un errore. Golden Globe meritato tutto!

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Ultima risposta 20/02/2011 15.38.55
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Weis  @  20/02/2011 03:01:26
   8 / 10
Cigno Nero racconta la vera storia di Nina, ballerina della scuola di AmicidiMariadeFilippi che, scartata per sette volte alle selezioni del programma, riesce infine a farne parte promettendola al proprietario della televisione locale, che avrebbe dovuto incontrare nella sua villa ad Arcore. Nina viene scelta per interpretare il cigno nella recita di fine anno, venendo preferita ad Ambeta, che non faceva sangue a nessuno. una volta nella scuola, però, deve subire i rimproveri del maestro Steve La Chance, che finge di sedurla, ma non arriva mai al dunque, in quanto segretamente innamorato del primo ballerino, Kosé, dotato di quel qualcosa in più che gli faceva sentire un brivido dentro ogni volta che "danzava". Come se non basta
sse a tutto ciò si aggiungono le invidie della Celentano, vecchia sì, ma dai facili costumi, che vuole prendere il posto di prima ballerina
e per questo la dona a tutti a prezzi scontati, e della madre di Nina, Garrison, ballerina decaduta per crescere la figlia e per avere da lei le sodisfazioni che non era stata in grado di ottenere lei. nina, dal canto suo, è ossessionata dalla Celentano, con la quale sogna di essersi accoppiata dopo essersi ubriacata ed averla data a Tom & Jerry. Finalmente, il giorno della recita, tutto è pronto, ma il proprietario della villa ad Arcore ha ormai trovato una donna che lo soddisfa più di Nina, una certa Ruby, e per questo mette nel caffé della ballerina un antidolorifico che la fa impazzire più di quanto già non fosse, le fa dare un colpo mortale all'addome, ma, grazie all'effetto dell'antidolorifico, sente il dolore soltanto alla fine della recita, in cui tra l'altro ha fatto schifo a detta di Maria de Filippi, anche se lei era convinta di essere stata perfetta, ma erano soltanto gli effetti della pillola.
E poi muore.

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Ultima risposta 24/02/2011 12.34.28
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halflife  @  20/02/2011 00:13:05
   9½ / 10
alla fine del film ho sudato, e non per il caldo nella sala...mamma mia la porman..oscar!!!

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Ultima risposta 22/02/2011 23.55.03
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  19/02/2011 20:37:10
   10 / 10
Il capolavoro di Aronofsky, assolutamente il film più riuscito e dal punto di vista stilistico sia da quello meramente narrativo.
Sicuramente una storia che è pienamente nelle sue corde, un viaggio nell'abisso stile Requiem For a dream o il bellissimo Pigreco.

E' un film crudo nel modo con cui gioca con l'immedesimazione, la capacità di coinvolgere di trasmettere l'ansia e la psicosi della protagonista, è da scuola del cinema.
E sopratutto stupisce la semplicità della messa in scena, l'uso maturo della telecamera a mano e sopratutto lo stile che alcuni definiscono manieristico ma che a mio modesto avviso è tecnicamente ineccepibile e sopratutto strumentale nel far vivere allo spettatore le sensazioni della protagonista.

Nessuno al cinema riesce a far vivere la psicosi e la paranoia così come ci riesce Aronofsky............... bestemmio: nemmeno David Lynch (mago nella rappresentazione più che nell'immedesimazione) .

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Ultima risposta 04/03/2011 13.49.45
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Real.Chardy  @  19/02/2011 11:37:23
   8½ / 10
Un vortice di malsanità e deviazione che sommerge il film in tutta la sua durata. Il mondo della danza classica si rileva in modo inaspettato e tragico, mostrando l'incredibile forza corrosiva che il palcoscenico può esercitare dentro tutti noi. Da Oscar la Portman, finale da brividi. Guardatelo.

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Ultima risposta 19/02/2011 19.17.25
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corvo4791  @  19/02/2011 03:08:45
   6 / 10
Regia perfetta. Natalie Portman divina. Vincent Cassel carismatico. Balletti coinvolgenti ( e io odio il balletto ). Come in THE WRESTLER, Darren Aronofsky sa farci capire cosa c'è dietro lo spettacolo: il sudore, l'ambizione, la sofferenza e la paura di non essere all'altezza...

... lo rivedrei ???

ASSOLUTAMENTE NO !!! Dio mi scampi.

Purtroppo questo è un film che fa capire come l'alchimia tra il cinema d'autore e il cinema d'intrattenimento l'abbiano capita solo pochi registi attualmente in vita. Uno fra tutti, un certo Christofer Nolan.

Non si può non dare la sufficienza a questo film e, dal punto di vista tecnico, meriterebbe qualcosa di più ma, proprio come lo stesso personaggio di Cassel dice a Nina durante il film, la tecnica c'è tutta ma l'anima làtita.

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Ultima risposta 11/09/2011 02.55.07
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Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  19/02/2011 02:17:53
   4 / 10
Ma stanno fuori tutti? E questo sarebbe un film da oscar...ho solo notato la gente che commentava giustamente in maniera negativa sulla pesantezza e lentezza del film e tante risate....mi rendo sempre più conto di quanto gli italiani siano sempre più manovrati dalla pubblicità...
Un mondo di marionette

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Ultima risposta 20/02/2011 21.07.21
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Tuonato  @  19/02/2011 01:57:50
   9 / 10
Bentornato.
Aronofsky fa un passo indietro e torna con il suo potente talento visionario, regalandoci una pellicola sempre in sospeso tra realtà e allucinazione.
Ma è tutto all'insegna del doppio, del resto cigno nero / cigno bianco altro non è che un richiamo all'ancestrale dicotomia tra male e bene. E quale miglior strumento di uno specchio per rappresentare due facce della stessa medaglia? In ogni luogo (casa, camerino, palestra, bagni) ce n'è sempre uno a ricordare a Nina come non possa continuare a soffocare per sempre il suo lato oscuro, come per maturare definitivamente nel suo percorso professionale non possa più rinunciare ad una parte di lei, come le sia indispensabile trovare quell'equilibrio tra i suoi diversi modi d'essere che mai ha avuto e che non è capace di fronteggiare.
E' il caso di spendere due parole anche su Nina, ballerina classica e personaggio principale del film. Oppressa dalla protezione assillante della mamma e cresciuta con le ambizioni artistiche ereditate dalla stessa, il suo unico scopo è ottenere un ruolo di maggior rilevanza all'interno del corpo di ballo; tramite sacrificio impegno e sudore lo troverà, ma a quale prezzo. Natalie Portman la interpreta splendidamente, impossibile immaginare qualcun'altra al suo posto, esattamente come accadde per Rourke con The Wrestler.
Da pelle d'oca gli ultimi dieci minuti, nei quali finalmente prende corpo la trasformazione di Nina, la consapevolezza che esista anche un'altra Nina, che regalano alla platea un'interpretazione perfetta, una "prima" in piena - e amara - sintonia con la versione del balletto.
Non facile metabolizzare e formalizzare in cifre questo lavoro, a me credo sia necessaria almeno un'altra visione per colmare quegli inevitabili buchi o trappole che un'opera di tale complessità dissemina nel percorso dello spettatore, ma la percezione personale è che abbia vissuto un'esperienza memorabile. Grazie Darren.

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Ultima risposta 28/02/2011 23.17.38
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zeroeden  @  19/02/2011 01:22:46
   1 / 10
dai voti letti credevo di trovarmi davanti ad nuovo capolavoro...ho solo speso due ore a guardare la psicosi di una povera ragazza anoressica alla ricerca della perfezione....un film che forse non rientra nelle mie corde ma che boccio dall inizio alla fine...unico cameo ....l imterpretazione di natalie portman....il resto è noia.....

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Ultima risposta 13/03/2011 15.04.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  18/02/2011 13:26:04
   9 / 10
minchia. (cit.)

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9 risposte al commento
Ultima risposta 20/02/2011 15.31.58
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  17/02/2011 17:12:57
   9 / 10
Dopo aver adorato The wrestler, ribadisco la mia ammirazione per Aronofsky, un regista che riesce a immergere tutto intero lo spettatore in una storia malata e in una psiche sconvolta dalla disciplina e dalla rudezza che la danza, contrariamente a quel che appare, nasconde in sè.
Ammetto di essere partita prevenuta da alcuni giudizi negativi e dal sospetto che il regista volesse cullarsi sugli allori della splendida storia portata sullo schermo da Rourke, ma mi sono ricreduta e sono rimasta completamente avvinta dalla magnifica intreprerazione di Nathalie Portman, meravigliosa in versione originale, perfetta davvero nel ruolo "normale" di una nascente étoile con tutto ciò che ne consegue, ossia rivalità, difficoltà, invidie, ostacoli; che in questo caso si aggiungono alla nevrosi, all'autolesionismo e alle incontrollabili ossessioni di una personalità disturbata.
Fisico d'acciaio e anima fragile si fondono in un connubio perfetto, in cui i comprimari fanno solo da "coro" che si ritrova investito di azioni al limite dell'irrealtà per raccontare una fiaba nera e mortifera, davvero sconvolgente.
L'oscar sarebbe il minimo indispensabile per la protagonista, e anche per il regista.

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Ultima risposta 19/02/2011 11.57.46
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  31/01/2011 12:06:12
   8½ / 10
Quante analogie ci sono tra Black Swan e The Wrestler a livello di sceneggiatura? Molte senza dubbio,addirittura si potrebbe definirlo una sorta di Wrestler al femminile. D'altronde a livello di sceneggiatura la struttura portante è grossomodo la stessa: una storia di esseri umani che convivono tra due mondi,uno vero e l'altro ideale,trovandosi a loro agio e vivendo effettivamente soltanto in quest'ultimo,è la ricerca di una gloria personale in cui sentirsi realizzati con il tuo nome urlato dal pubblico. Il salto finale di Rourke era orgoglioso,la decisione lucida di un uomo che sceglie di vivere (o morire) la sua vita nell'unico modo possibile dopo anni passati a prendere schiaffi in faccia,quelli sì veri. Anche il salto di Nina è glorioso,indirizzato al successo ma i due personaggi sono profondamente diversi.

Nina (strepitosa la Portman) è una ragazza che tenta di conciliare un universo durissimo e sacrificale (in tutti i sensi) come quello della danza a quello reale fatto di rapporti umani,ma si perde all'interno di sé stessa e delle proprie ossessioni/aspirazioni. La sua psicologia è intessuta in maniera raffinata e inquietante all'interno di un miscuglio quasi mai in bilico tra realtà/immaginazione perché perduti sempre all'interno dell'ossessione di Nina: probabilmente è certamente una ragazza che ha dovuto sacrificare tantissimo alla propria passione,che continua ad essere protetta all'inverosimile da una madre che riversa in lei le proprie aspirazioni fallite (ha dovuto abbandonare la danza perché incinta di Nina); la stanza della ragazza non è quella di una donna di quasi 30 anni ma,appunto,di una ragazzina e come tale vive con ingenuità all'interno di una sorta di campana di vetro. Manca una figura paterna,nel film sono le donne a prendersi la scena al di là dell'unico maschio veramente importante,Thomas (un buon Cassel).
Già in questa maniera la protagonista continua imperterrita a perseguire con costanza la propria strada all'interno della danza classica,scissa in due,e la scissione si completa con la sua ricerca del Cigno nero: un ruolo in realtà,ma che si rivela essere qualcosa di più; Nina sa interpretare benissimo il cigno bianco,simbolo di purezza e castità,ma non la parte crudele e oscura del cigno.
Da questo momento in poi la discesa di Nina all'interno di sé stessa si fa crudele,allucinogena e spesso spaventosa ma c'è un particolare fondamentale da notare,ovvero che tutto il film gira intorno alla protagonista perfino quando sembrano influenze esterne a determinarne disastri o eventi. è lei a fare tutto e nel sublime finale questo viene a galla con forza.
Non dirò altro perché della trama si è scritto abbastanza.

Venendo al lato tecnico,Aronofsky è superlativo. La macchina da presa si muove fluente e aggrazziata come se danzasse pure lei,la fotografia è ottima e le musiche di Mansell sono come sempre determinanti.
Chissà quante influenze sono riversate all'interno di Black Swan da parte del regista: ci sono il Polanski dell'Inquilino,un Lynch più comprensibile ma altrettanto onirico,un Cronenberg con la sua ossessione per la carne (Nina e i disastri del suo corpo in metamorfosi sono una scelta fantastica).
La cosa bella è che Aronofsky ha un suo stile ben definito,non tenta di imitare nessuno pur sentendo le influenze di questi grandi registi e riesce a perseguire una propria visione lontana dai canoni commerciali di Hollywood per cui,per quanto bravissimo pure lui,ad esempio un Nolan sembra continuare a sottostare.
Non piacerà alla critica (pazienza),non piacerà al pubblico (probabile ma non detto) ma chissenefrega. Questo è un altro film meraviglioso di un regista sempre più bravo che fino ad oggi non ha sbagliato un colpo e anzi continua a sorprendere per quello che ha da dire e per come lo dice.
Fosse per me subito un Oscar,The social network a confronto è un filmetto discreto (ed effettivamente non siamo lontani dalla realtà). La Portman invece la statuetta pelata se la prenderà senza dubbio,per quel che può valere questo premio.

Attendo con ansia il reboot di Wolverine e spero in uno di Robocop: i miei due eroi d'infanzia li lascerei toccare solo ad un genio come questo.

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Ultima risposta 31/01/2011 15.25.26
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bulldog  @  30/01/2011 11:39:33
   7 / 10
Mi dissocio dai commenti entusiastici sull'ultima fatica di Aronofsky.
Black Swan purtoppo è colmo di psicologia di serie b e tenta di creare un opera concettualmente molto banale, oltre che poco originale sulla riconcizliazione di se stessi con conseguente scoperta del proprio lato oscuro.
Il film è molto prevedibile ma il regista americano tenta di affiancare alla sua solita regia di alta classe il cinema di Murnau strizzando, come si suol dire , l’occhio al primo Polanski(Repulsion, Rosemary,L'Inquilino) oltre che qualche spruzzata di David Lynch e David Cronenberg(quest'ultimo con scarsissimi risultati)

Ciò che salva il film è il soggetto, molto positivo con una Portman sopra le righe, una fotografia entusiasmante, degli eccezionali giochi di luce, delle splendide musiche e dei movimenti di macchina degni di un grandissimo filmmaker.

L'ennesimo giochetto tra realtà/proiezioni della mente risulta ripetitivo e stanco.
Posso concludere dicendo che trattasi di una confezione ambiziosa ma che perde incisività nel tentativo di correre incontro al cinema mainstream putroppo.

Peccato, un passo indietro per il buon Darren, ma siam per fortuna ancora ben oltre la sufficienza.

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Ultima risposta 06/03/2011 11.15.16
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  29/01/2011 10:00:06
   9 / 10
minchia.


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Ultima risposta 04/03/2011 03.22.03
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Macs  @  16/01/2011 09:00:32
   6½ / 10
Il cinema visionario di Aronofsky sforna "Black Swan", film che vive delle grazie (più estetiche che interpretative) della Portman, e del consueto talento onirico del regista. Della protagonista, praticamente sempre sulla scena, si esplorano nei minimi dettagli le ossessioni e le pulsioni erotiche e inconsce, i desideri repressi, e soprattutto le mastodontiche insicurezze. Fin qui niente di male, tutto come al solito ben fatto e ben girato, con i soliti contrasti cromatici (qui tra bianco e nero) alla Aronofsky a farla da padrone, ma il film è lungi dalla perfezione e ha i suoi momenti di stanca: alcune parti insopportabilmente lente, e poi tutto sa di già visto, tutto è un po' troppo "solito" e "consueto" per chi conosce il regista. Alla lunga mangiare il piatto più prelibato stanca: Aronofsky dà l'impressione di essersi ormai adagiato sui suoi temi e stilemi, li ripete film dopo film variando il mezzo (la storia raccontata) ma mantenendo inalterato il fine (dar sfoggio autoreferenziale di bravura e di uno stile ormai fin troppo riconoscibile): una ventata d'aria nuova non farebbe male.

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Ultima risposta 16/01/2011 10.52.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  31/12/2010 00:04:45
   8½ / 10
Aronofsky continua a stupirmi. Ogni suo film mi emoziona, coinvolge. E' un regista che coniuga la sua bravura al saper raccontare. Black Swan è tanto intenso ed emozionante quanto disperato. Un film elegante e affascinante con una Portman bravissima. Un film molto bello, come, ahimè, se ne vedono sempre di meno nelle nostre sale.

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Ultima risposta 05/01/2011 18.27.44
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  27/12/2010 15:00:58
   8½ / 10
La mise en scène di Aronofsky è qualcosa di veramente speciale. Cigno bianco e cigno nero in un balletto mortale, che prende lo stomaco e la testa dello spettatore così come succede alla protagonista.

La lenta discesa nella schizofrenia diventa incessante e scandita dagli stessi tempi perfetti del balletto. Piroette, salti nel vuoto, espressioni del volto diventano sempre più disperati con l'avanzare del film e il tema del doppio viene affrontato in maniera così naturale che diviene difficile distinguere le due Nina, due facce della stessa medaglia.
Il Lago dei Cigni è l'atto finale di un film bellissimo, forse un po' troppo manieristico ma non privo di sostanza.

C'è poco del lavoro precedente del regista ("The Wrestler"), solo i risvolti cronenberghiani dell'ossessione della carne, ma la strada intrapresa porta a due soluzioni antitetiche. Come la Deneuve di "Repulsion" o il Polanski de "L'inquilino..." qui Natalie Portman subisce la trasformazione più oscura che però la porterà alla perfezione. Le grida e gli applausi entusiasti della folla saranno poi le stesse che erano state riservate a Randy The Ram dopo il suo salto liberatorio.

Grande stile, personaggi complementari (ottimo anche Cassel) e una sceneggiatura che evita voli pindarici. L'unico volo infatti è quello di Odette, inghiottita dalle acque del lago, ma fiera di aver raggiunto la volta celeste.

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Ultima risposta 02/03/2011 20.13.59
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/09/2010 13:55:20
   7½ / 10
Ci ho pensato a lungo e alla fine mi trovo costretto a valutare l'implosione emotiva del nuovo Anorofsky non senza riserve. La mise in scene di questo "Scarpette rosse in acido", come è stato definito da più parti, è immensa, lascia letteralmente senza fiato ma a onor del vero aleggia da più parti l'ombra del manierismo. Per questo approvo in parte il giudizio severo della critica nostrana, quando fa riferimento a un film (un regista?) che cerca "applausi a scena aperta".
Fin troppo espliciti i rimandi a Polansky ("L'inquilino del terzo piano") e forse troppo forzato il rapporto tra l'ambiguo istruttore e la sua Musa.
Resta comunque una grande lezione di regia di un autore che insiste sul sacrificio immolato dell'Arte, davanti all'esperienza del palcoscenico (o del ring, come in The wrestler) come sublimazione totale, letale dell'esistenza

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Ultima risposta 05/03/2011 10.40.15
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Weamar  @  02/09/2010 14:58:43
   9 / 10
Quando si parla di Darren Aronofsy, risulta sempre difficile trovare parole che possano anche solo spiegare 1/10 di ciò che in realtà si prova. Perché la capacità di un regista è di farti accapponare la pelle, di svegliarti la mattina e ricordare a memoria ogni scena provando le stesse sensazioni "della prima volta". Una capacità che il regista newyorkese ha già dimostrato di avere con film precedenti (Requiem For a Dream, Pi Grego, The Wrestler e lo stesso The Fountain, sebbene molto intimistico).Con "Black Swan" questa teoria si conferma, dimostrandosi uno dei registi più avanguardisti, visionari, "folli" e versatili dell'ultimo decennio.
Ci sono scene sadiche e forti che mirano solo ed esclusivamente a far impazzire lo spettatore. Sembra quasi che lo stesso giorno sia nemico dell'uomo. E questo per colpa della protagonista: Nina, ballerina pronta al debutto nella famosa opera "Il Lago dei Cigni".
La trama è lineare e apparentemente semplice ma mixata con dosi ermetiche, crepuscolari e intimistiche (come da prassi). Così come il film precedente, Aronofsky cuce a Natalie Portman il ruolo della ballerina ossessionata. Una recitazione talmente tanto convincente e magica da trascinare lo spettatore stesso nella mente labile della protagonista – Nina – fatta di orrore, tensione, paura e scissione interna. Il confine tra reale e surreale è un continuo tra parallelismi e coincidenze continue. La mimica facciale, i movimenti e i toni in cui la Portman muove la sua Nina sono da Oscar, dimostrandosi una delle attrici più preparate e viscerali del panorama cinematografico.
La prova di Mila Kunis, stranamente, è convincente e dura. Chi delude, a discapito della pellicola stessa, è proprio Vincent Cassel risultando snervante in ogni singola apparizione.
Tecnicamente parlando il film rasenta la perfezione. Nessuna inquadratura è lasciata al caso, passando da panoramiche ampie e spente – con quella sfumatura grigiastra per evidenziare maggiormente il clima d'ossessione che si respira – a inquadrature strettissime e claustrofobiche, segno di preoccupazione e timore. Il gioco tra giorno e notte regge. I primi piani sono essenziali, quasi si volesse soffermarsi sempre sugli occhi dei protagonisti. E sono proprio gli occhi a essere elementi chiave dei 100 minuti di pellicola: gli occhi visti come "specchio dell'anima". Un'anima che potrebbe essere scissa in due, come la storia di Odette (Cigno Bianco – Nina) e Odine (Cigno Nero – Lily) o frutto di un'unica, stessa, personalità che alla fine potrebbe divenire predominante e occultare un intero percorso di vita. Gli occhi che lacrimano per il dolore, che si spengono per tensione e che sanguinano per sopportazione e trasfigurazione.
Una nota di merito alla musicalità, nuovamente affidata a Clint Mansell. Poetica, struggente, ribelle e surreale nella scena chiave del film.

Per concludere: Aronofsky dimostra ancora una volta di essere talmente tanto geniale e avanguardista da toccare la sensibilità e l'anima dello spettatore. Ha capito cos'è il cinema. Ha capito come muovere una telecamera e regalare un effetto. La scena finale è magistrale quasi volesse, finalmente, far respirare lo spettatore dopo cotanta agitazione.

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Ultima risposta 03/09/2010 23.25.14
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