il culto di chucky (2017)

Carino quest'ultimo capitolo della saga di Chucky,splatteroso e divertente al punto giusto.
Un b-movie gradevole che non deluderà i fan.

Non male questo film, per gli amanti del genere splatter e' sicuramente consigliato. Belle e divertenti alcune scene

secondo me è un buon film, che pur essendo girato con pochi mezzi, questi vengono usati al meglio, prosegue la storia di nica, rinchiusa in un istituto psichiatrico, accusata di aver ucciso la sua famiglia nell'eppisodio precedente e si spiega cosa è successo alla bambina e come mai ci sono più bambolotti.
buone scene, con qualche clichè di troppo data l'ambientazione, ma il film scorre e si lascia guardare bene fino alla fine.
l'unico grosso difetto che posso riscontrare, è un po di delusione nella parte finale, mi aspettavo qualcosa di deverso, ma purtroppo un buon finale è stato sacrificato per la voglia di continuare la saga, come conferma la scena dopo i titoli di coda.

Settimo capitolo dedicato al bambolotto omicida dai capelli pel di carota; troviamo alla regia per la terza volta Don Mancini (creatore del personaggio), a dirigere un direct to video povero a livello di budget ma sicuramente dignitoso per l' intrattenimento proposto. Un capitolo ricco di ironia e scene splatter dall'ambientazione ospedaliera abusata ma sfruttata con intelligenza. Oculata la sceneggiatura agganciata ai capitoli precedenti partendo dal dramma di Nica, ovvero l'efficace Fiona Dourif, accusata di aver sterminato la sua famiglia e quindi rinchiusa in un nosocomio per squilibrati.
Proprio per i numerosi riferimenti ai precedenti capitoli trattasi di un lavoro dedicato soprattutto ai fans di lungo corso, non è un caso che torni anche Andy ormai adulto, personaggio ossessionato dalla presenza del malefico giocattolo sin dal 1988. Ovviamente non possono mancare gran dosi di humor nero e un certo approccio scurrile, veri e propri marchi di fabbrica della saga uniti alla consueta ironia autoreferenziale. Graditissima come al solito la presenza di Jennifer Tilly, ormai imprescindibile punto di riferimento.
Senza grosse pretese: semplice, gradevole e lineare.