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Dissacratorio e anarchico, in bilico perenne tra sogno e realtà, è forse il fim - manifesto di Bunel in cui i pilastri anti-borghesi ed anti-clericali del suo cinema sono meglio rappresentati. Geniale il balletto grottesco della cena che "non s'ha da fare", divertito e divertente il cast in campo ( nella parte secondaria di una cameriera la Vukotic si spaccia per una pluri-cinquantenne), eppure verso il finale il gioco di rimandi onirici e situazioni reali si fa un pò meccanico, mostrando purtroppo la corda.