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Commedia che si rivela un omaggio al cinema noir classico attraverso un bel gioco di montaggio. Buona l'idea, modesta la realizzazione. Prodotto comunque originale che si lascia vedere.
Non sono un grande amante di Steve Martin, però devo ammettere che questo film mi è saputo parecchio simpatico. Sono stato incuriosito da un amico quando mi ha spiegato come funzionava l'idea di base; una simulazione dei film anni 40/50, girato in bianco e nero e con un cast d'eccezione che vantava la presenza di Vincent Price, Bette Davis , Humphrey Bogart e moltissimi altri...... in forma smagliante tra l'altro, dato che il tutto è concepito tramite un gioco di montaggio molto carino basato sull'interazione con le pellicole dell'epoca che avevano per protagonisti gli attori nominati prima. Dialoghi studiati discretamente bene, ironia tutto sommato brillante e delle volte spassosa....insomma, una chicchetta molto gradita che non mi aspettavo minimamente....niente di imperdibile ma degno di nota per l'originalità...
Il film di Reiner è un simpatico divertissement di stampo cinefilo ed un sentito omaggio al cinema noir anni '40 - '50, che ha il suo punto di forza nella geniale idea di fondere insieme vecchi spezzoni di pellicole celebri ( e relative star dell'epoca ) ad una storia-pretesto creata ex-novo. La confezione ed il lavoro di fotografia e montaggio sono davvero strabilianti, la galleria dei personaggi ricchissima, le situazioni le più disperate: il divertimento e forse il limite della pellicola sta infatti tutto qui, e se lo spettatore occasionale potrà magari storcere il naso sull'accumulo di sketch e per la trama non-sense quello cinefilo godrà come un bambino nel tentar di riconoscere quanti più attori e film possibili vengono omaggiati. Ovviamente, per suscitare la risata, le loro battute sono spesso rivedute e corrette, e allora può succedere che l'inarrivabile Ava Gardner disdica un incontro galante a causa di una forte diarrea, o che Cary Grant si addormenti in treno cullato dal suono di un'armonica a bocca. Curioso poi come questo lavoro riprenda alla lontana alcune idee già portate sullo schermo da Woody Allen, e cioè la commistione tra pellicole diverse ( Zelig è infatti un intarsio unico tra filmati nuovi e immagini di repertorio ) e la singolare scelta di Bogart come "braccio destro" del protagonista ( già visto in altre forme in Provaci ancora Sam ). In definitiva, un'operazione assolutamente riuscita, anche per la presenza della ben assortita coppia formata da Steve Martin e Rachel Ward, quest'ultima di una bellezza sconvolgente.
Non sarà stata di facile realizzazione, ma questa commedia a tratti grottesca che rende omaggio al genere giallo-noir è decisamente un lavoro certosino e gradevole. Probabilmente possiede il cast più stellare della storia, visti gli inserimenti di divi del passato, e questo rende il tutto ancora più suggestivo ed interessante. La verve comica di Steve Martin fa il resto regalando al film di Carl Reiner quella briosità che la rende coinvolgente e molto simpatica. Per gli amanti del genere è un film da vedere.
Molto suggestiva l'operazione omaggio di Carl Reiner al genere noir che ha molto in comune con ciò che Mel Brooks ha fatto con Frankenstein Junior. Ricostruzione molto accurata, con fotografia in bianco e nero, delle atmosfere noir, affrontata con un tono molto comico e utilizzando spezzoni di pellicole famose in una operazione di montaggio che riesce a far coesistere in maniera funzionale la storia del Mistero de cadavere scomparso con gli spezzoni d'epoca. Martin è divertentissimo e la Ward è di una bellezza da togliere il fiato. Da recuperare.
Bella l'idea di far recitare" mostri sacri" del cinema miscelando scene dei loro film con un notevole effetto,e l'affetto dimostrato loro dal regista, la storia è semplice, ma offre lo spunto per alcune battute che strappano più di un sorriso. Buon film.
Una delle operazioni piu' intelligenti degli anni 80", e qualcosa di piu' di una semplice parodia del genere noir... memorabile l'uso di attori e attrici del passato attraverso un affascinante mix di tecnologia e montaggio.. su tutti un'inarrivabile Bacall che recita "scusa, avevo la diarrea" (?!). Non sono mai riuscito a comprendere il tanto acclamato talento di Martin, ma questo film è imperdibile
il bello di questo film non è tanto la comicita' di alcune scene ma la capacita di fondere con la trama delle sequenze di film anni 40 anni 50 in modo superbo... molte non le ho riconosciute(se non grazie ai titoli di coda) ma questo film deve essere per forza visto da un cinefilo...magari scommettendo quanti film riesce ad individuare