Michael Corleone, il padrino della cupola mafiosa italo-americana, ormai anziano, decide di ripulire la sua vita ed i suoi affari cercando di instaurare un regime di convivenza pacifica con le altre famiglie di New York. Ma a malincuore è costretto a rivedere la su posizione quando una delle altre famiglie rivendica dei diritti sui Corleone.
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Atto conclusivo della saga dei Corleonesi che pur non raggiungendo le vette dei primi due capitoli assicura ancora un degno spettacolo e un'adeguata chiusura. Alla fine degli anni 70 è ancora in progresso il processo di conversione alla completa legalità del clan che Micheal si impegna a completare per assicurare un futuro tranquillo ai suoi figli. Coppola calca la mano soprattutto sulle complicazioni di una redenzione che va pagata con il sangue e a suon di milioni di dollari, tirando in ballo abbastanza rischiosamente le sporche politiche del vaticano fino a rileggere completamente le cause della morte di Papa Giovanni Paolo I. Garcia è un Corleonese credibile e se la narrazione inevitabilmente tende in diversi momenti a ripetere quanto già si era visto nei primi due film il finale è forse il migliore in assoluto: un magistrale esempio di montaggio che rafforza l'entità della tragedia che va compiendosi grazie alla forza della lirica in un connubio finzione-realtà quantomai riuscito. Una conclusione comunque all'altezza del lavoro d'insieme di Coppola.