images regia di Robert Altman USA, Gran Bretagna, Irlanda 1972
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images (1972)

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locandina del film IMAGES

Titolo Originale: IMAGES

RegiaRobert Altman

InterpretiSusannah York, René Auberjonois, Marcel Bozzuffi, Hugh Millais, Cathryn Harrison, John Morley, Barbara Baxley

Durata: h 1.41
NazionalitàUSA, Gran Bretagna, Irlanda 1972
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1972

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Trama del film Images

Cathryn è una giovane donna ossessionata dall'idea del tradimento del marito. Questi la conduce a riposarsi qualche giorno in una casa solitaria nella campagna irlandese; qui Cathryn è visitata dalla presenza immaginaria di due uomini della sua vita e della figlioletta di uno di loro. La progressiva, inesorabile perdita di identità finisce per portarla a un omicidio, forse immaginario.

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (10 voti)7,25Grafico
Miglior attrice (Susannah York)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attrice (Susannah York)
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Voti e commenti su Images, 10 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  14/08/2023 17:34:48
   7 / 10
Un thriller onirico psicologico parecchio particolare e per molti tratti anche affascinante. Molto brava la protagonista Susannah York interprete di un personaggio tormentato e ambiguo. Non è un film facile, a volte ci si perde un po' tra realtà e allucinazioni, però prende fin da subito; non ho apprezzato la voce fuori campo della protagonista che sembra raccontare un libro che sta scrivendo ma del quale non ho proprio afferrato il senso. Bella anche la fotografia, e la colonna sonora contribuisce sicuramente a dare delle venature thriller al film.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  23/10/2016 18:36:02
   7½ / 10
Altman sforna un horror psicologico piuttosto complesso in cui realtà e allucinazione si intrecciano in un continuo gioco di doppi. Un horror onirico di ottima fattura.

Filman  @  27/03/2015 20:04:17
   7 / 10
Classe e personalità vengono ricercati da Robert Altman in questo thriller, IMAGES, pellicola che gioca ad essere introspettiva e prova a mostrarsi quanto più psicologica possibile, col contributo di tecniche al limite del metacinema e di grande inventiva, che però costituiscono una narrazione traballante, che oscilla tra la mancanza di una logica e quella di un fine sostanziale, fondandosi così sulla creazione di grandi atmosfere e dimostrandosi successivamente un buonissimo esercizio di stile.
Per quanto le inquadrature trasudino un suggestivo modernismo tecnico nel loro linguaggio e nel loro metodo, dall'altra parte della sceneggiatura abbiamo una trama molto televisiva e classica, che regge grazie ai tempi dettati dal regista, sempre sobrio e comunicativo, che gestisce le immagini per fini esplicativi e alla ricerca di una profondità che però sembra non appartenere al film, valido nel parlare allo spettatore ma troppo vuoto per lasciar segno.

Neurotico  @  27/01/2014 10:32:33
   8½ / 10
Images è un affascinnate viaggio allucinato nella mente di una disturbata mentale. Spiazzante e attraversato da una tensione creata dal dubbio che le scene siano la realtà effettiva e una visione della protagonista, la bella Susannah York. Angosciante e segnato da sprazzi di poesia.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  29/06/2009 20:12:21
   7 / 10
Images è un tentativo molto suggestivo di far entrare lo spettatore quasi direttamente nella mente di un “disturbato mentale”. L’approccio è totalmente in soggettiva. La cinepresa riprende la protagonista (Chris – una bravissima Susannah York) ma soprattutto esattamente ciò che vede e ciò che sente, o almeno ciò che crede di sentire e ciò che crede di vedere.
Una convenzione base del cinema classico è l’oggettività dell’occhio della cinepresa. In genere tutto quello che essa riprende viene ritenuto dallo spettatore qualcosa di reale ed oggettivo, a meno che non si tratti di rappresentare sogni o visioni fantastiche, i quali vengono comunque distinti da ciò che è “la realtà”. Diciamo che alla fine le cose in ogni caso “tornano” (vedi ad esempio “La signora scompare” di Hitchcock). Questo fino a Blow Up di Antonioni.
In Images Altman gioca deliberatamente su questo assunto, su questa “abitudine” dello spettatore, proprio per disorientarlo e angosciarlo, facendogli provare lo stesso stato d’animo smarrito e sconcertato della protagonista.
Si comincia con lo strano comportamento del telefono, in cui all’improvviso parla la stessa voce della protagonista suggerendo il tradimento del marito. Guarda caso altri fatti “reali” sembrano suffragare questa ipotesi. Per calmarsi e abbattere la tensione, la coppia decide di passare un po’ di tempo in una casa isolata in campagna (situazione tipica delle opere esistenzialiste/psicologiche post-moderne, ripresa da Kubrick in Shining e da Lars Von Trier in Antichrist).
La situazione non migliora, anzi precipita. Chris non fa altro che vedere se stessa sdoppiata, il suo amante morto che sembra vivo, ha amplessi (veri?) con un altro amico che la vorrebbe possedere sessualmente, mentre il marito la tratta quasi con indifferenza. Il bello è che queste “visioni” sono (o sembrano) assolutamente reali. I “fantasmi” parlano, toccano, baciano, fanno all’amore, vengono feriti, sanguinano, sporcano la moquette e “muoiono”. Sembra tutto vero eppure nell’inquadratura successiva si evince che forse è falso, che forse era una visione. La cosa si complica perché una persona lo è in una inquadratura, nella successiva ne diventa un’altra.
Chris e noi con lei non sappiamo più come raccapezzarci. Non si riesce più a distinguere il reale dal non reale. Le conseguenze saranno disastrose per Chris e non molto piacevoli per lo spettatore senza tante pretese, che rimane certamente interdetto e estraneo, se non riesce a porsi al di là di quello che viene mostrato.
Altman dà una mano a creare un’atmosfera angosciante. Per la colonna sonora attinge all’avanguardia musicale (miniera inesauribile di angoscie), mentre utilizza una via di mezzo fra bianco e nero e colore, ricoprendo tutto con una colorazione ocra spenta autunnale (tipo Blade Runner). Primi piani di oggetti come perline che tintinnano o occhi di macchina fotografica creano ancora più straniamento e inquietudine.
Si tratta quindi di un’opera interessante e originale. Anche qui domina il tema caro ad Altman dell’isolamento e dell’incapacità di comunicare di cui soffre il singolo individuo. Anche qui il solito difetto della statisticà e della monotonia. Non c’è quasi trama, non c’è crescendo o movimento ma un lento e inesorabile dipanarsi. Capisco che possa annoiare o non dire niente.
Comunque si tratta di un opera cinematografica di pregio, secondo me.

DarkRareMirko  @  12/05/2009 15:38:54
   8 / 10
Il grande Altman si diletta egregiamente anche nel dramma horror, prendendo pure elementi dall'altrettanto grande Bergman.

Interpretazioni ottime, sequenze agghiaccianti (tipo quella iniziale della telefonata, ripresa successivamente in maniera simile anche da Lynch nel suo magistrale Lost highway) in una grandissima mistura filmica tra realtà ed immaginazione.

Memorabile ed ambiguo il finale.

Da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/03/2009 00:52:19
   8 / 10
Images è un film che va recuperato proprio per la sua caratteristica anomala nella filmografia di Altman. Un thriller psicologico con qualche venatura horror (molto leggera) filtrato dalla soggettiva di una grande Susannah York, brava nel condurci nei meandri della sua stessa schizofrenia, frutto del fallimento di moglie, madre e persino amante. Perfetto il contrappunto musicale di Williams, in linea con il carattere della protagonista.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  02/03/2008 14:33:11
   5 / 10
Purtroppo un passo falso nella grande carriera di Altman, spero l’unico.
Cinema bergmaniano che poco si addice a uno stile ironico, frizzante, drammatico certo, ma sempre dolce.
Ma oltre a questo, il messaggio che è poco chiaro e la forma greve e insipida rendono “Images” un film insostenibile e indigeribile.
Ho notato anche poca convinzione nei personaggi e nella loro caratterizzazione e la musica è incomprensibile e fastidiosa: non basta sbatterci qualche visione e una colonna sonora criptica su suoni mescolati a note per fare qualcosa di livello. Il film meno Altman che ho visto.

statididiso  @  10/12/2007 00:16:23
   7½ / 10
nonostante a tratti possa risultare lento e schematico, il plot è bello intricato, tanto da spiazzare lo spettatore, e le allucinazioni di Cathryn davvero angoscianti. quoto il voto precedente (mezzo punto in più per la grandiosa performance di Susannah York). L

voto: 7,5

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/05/2007 23:59:02
   7 / 10
Può essere credibile Altman alle prese con temi prettamente Bergmaniani?
"Images", quasi un'excursus horror nella filmografia del regista, non è certo un film completamente riuscito, a tratti è schematico, frammentario, pretenzioso ma riveste una certa importanza: è difatti il primo segno rivelatore di quella breve e controversa svolta psicanalitica che porterà alla maturità degli intenti con "tre donne", uno dei migliori del regista.
La trama, che sembra uscita da un romanzo di Amado, in realtà è compressa tutta nel personaggio di Cathryin, e dalla splendida prestazione di Susannah York, un'attrice che ho davvero molto amato (stendiamo un velo sulle sue apparizioni più recenti).
Un film inedito per l'Altman di allora (non lo erano forse, a modo loro, anche "Quel freddo giorno nel parco" e "Anche gli uccelli uccidono", in qualche modo combinati con i temi della psicanalisi?) ma interessante per comprendere i diversi percorsi della sua carriera.
Sono altrettanto d'accordo che questo tipo di film ambissero a una dimensione "europea" sia nei riconoscimenti di un pubblico meno tradizionalista sia nell'approccio stilistico: una deriva non indolore, credo, ma non per nulla il nome di Bergman e delle sue tematiche ha in qualche modo affascinato tanti altri cineasti americani

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