interiors regia di Woody Allen USA 1978
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interiors (1978)

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locandina del film INTERIORS

Titolo Originale: INTERIORS

RegiaWoody Allen

InterpretiMary Beth Hurt, Kristin Griffin, Diane Keaton, Geraldine Page, Maureen Stapleton, Sam Waterston, E. G. Marshall, Richard Jordan

Durata: h 1.30
NazionalitàUSA 1978
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1978

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film Interiors

Il padre di una buona e ricca famiglia americana decide di prendere una pausa dagli affetti e dalla vita coniugale. Ben presto la pausa si trasforma in un vero e proprio abbandono, avendo il padre trovato una nuova compagna. La rabbia, la solitudine, le tensioni si ripercuotono su tutti i componenti della famiglia e soprattutto sulla madre che non riesce a farsi una ragione della separazione dal marito...

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Voto Visitatori:   7,72 / 10 (30 voti)7,72Grafico
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Voti e commenti su Interiors, 30 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Filman  @  20/04/2022 12:42:44
   8 / 10
Mai nascosto rispetto alle sue ispirazioni e ai suoi grandi maestri, Woody Allen continua un percorso di esplorazione del dramma contemporaneo accodandosi ai grandi capolavori del periodo in cui si parla dell'infelicità recondita della classe post-borghese, della sua instabilità e della sua sensibilità. INTERIORS, pur non riuscendo a creare un paragone reale con la nuova drammaturgia europea e limitandosi a citarla, non si brucia tentando di volare troppo vicino al sole e anzi esplode esteticamente mostrando tutte le qualità tecniche e compositive del regista.

DankoCardi  @  30/04/2020 23:11:00
   8 / 10
Premetto che per me Woody Allen è solo lo spassoso comico, quello dei suoi primi film, quindi è per mera curiosità e con tutte le perplessità possibili che ho deciso di visionare questa sua prima opera drammatica. Devo dire che mi ha molto sorpreso: mi aspettavo un indigesto pappone e ad onor del vero la pellicola non è molto facile eppure non annoia e se presa nel verso giusto riesce addirittura ad apparire scorrevole. Ad Allen piace scrivere e così grazie ad una serie di dialoghi serrati che esplicano la psicologia umana (si vede che anni di terapia hanno fatto bene non alla sua psiche ma al suo modo di scrivere) si scava all'interno di una famiglia, si assiste alla sua sistematica disgregazione portata da una madre psicotica che usa la sua professione cioè quella di arredare gli interni (appunto Interiors) per colmare il vuoto che ha dentro di se. Ma questo lo appendiamo solo alla fine tramite il monologo della figlia Joey, la più fragile ed insicura quella che amava di più la madre ma s vedeva scavalcata negli affetti dalla sorella più grande Renata e che poi, proprio per queste tare, nella vita non è riuscita a realizzarsi. I dialoghi del film sono come i pezzi di un puzzle che dall'inizio alla fine combaciano alla perfezione. La regia di Allen si basa molto sui piani sequenza ed è quasi priva di stacchi, controcampi o dettagli; questo può far pensare che si concentri principalmente sulla recitazione degli interpreti...ma se leggete la sua autobiografia (come stò facendo io) vi renderete conto che lo faceva più che altro per pigrizia e fretta. Nonostante questo riesce a trasformare molte inquadrature in vere e proprie opere d'arte. Geniale: non ci si accorge della totale assenza di colonna sonora! Un cinefilo degno di questo nome non può perderselo!

Thorondir  @  28/07/2018 22:42:56
   7 / 10
Per la prima volta Allen lavora veramente di sottrazione e plasma un film complessivamente asciutto, secco, asettico, glaciale come mai aveva fatto fino a quel momento (e come forse non ha fatto neanche dopo nei suoi film più thrilling). Interiors è un chiaro omaggio a Bergman e al cinema classico europeo degli anni '50 e '60. Mette in scena un melò famigliare che trova pochi momenti di vero interesse. Allen sembra più intento a produrre "quadri", grazie ad un fotografia azzeccatissima e ad un ricerca del dettaglio nella messa in scena che dal punto di vista registico lo rende una sorta di unicuum nella sua filmografia (forse insieme solo a Ombre nebbia). Insomma, dal mio punto di vista più riuscito stilisticamente che narrativamente.

pak7  @  14/01/2018 10:26:12
   7 / 10
Rivisto dopo quasi 8 anni.
Ricordo che non mi piacque e lo bocciai.
Visto oggi, con una certa "maturità" cinematografica e "qualche " film visto in più, ho saputo apprezzarlo. Perchè la storia non è piatta e noiosa come scrissi all'epoca: il film è volutamente asciutto senza manierismi che fanno concentrare lo spettatore sul dramma che sta vivendo la madre e tutta la famiglia. Molto bello il finale.
Sette meno meno.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  31/12/2017 14:49:41
   4 / 10
Un Allen troppo "drammatico", no, non mi è proprio piaciuto , noioso all'inverosimile.

GianniArshavin  @  14/05/2016 19:13:32
   7 / 10
Interiors è il film spartiacque nella carriera di Woody Allen , il primo totalmente drammatico che segna il passaggio dalla fase prettamente comica a quella più matura , iniziato l'anno prima con Io e Annie , e completato con quest'opera di chiara matrice bergmaniana.
La pellicola in tutte le sue componenti ricorda il regista svedese: location austera e fredda,fotografia glaciale,tematiche importanti ed intimiste e personaggi caratterizzati nel profondo.
Allen non si limita a tributare il maestro nordico ma riesce a omaggiarlo senza copiarlo , dando una svolta al suo stile che qui evolve verso una dimensione nuova , drammatica e delicata.
La storia vede un nucleo familiare sconvolto dalla fine del matrimonio dei genitori e le conseguenti nuove nozze del capofamiglia. Le tre figlie della coppia ormai naufragata dovranno affrontare la disperazione della invadente madre e i reciproci attriti che le nuove nozze hanno riportato a galla.
Il regista americano utilizza una vicenda familiare per sviscerare al meglio le personalità dei vari componenti della famiglia , con un occhio di riguardo per le protagonisti femminili , vere colonne del film. Tutte le donne della storia ci vengono presentate a 360° e fra dialoghi pregni di significato e una sceneggiatura cupa e impeccabile sarà difficile non rimanere colpiti dalla costruzione di personaggi cosi credibili e sfaccettati.
L'atmosfera della vicenda è gelida come lo sono i rapporti fra i personaggi . L'assenza di colonna sonora, prestazioni di elevato livello degli attori e il finale completano un quadro che conferma il talento di Allen ,qui alle prese con un genere mai affrontato prima, e piazzano Interiors fra i migliori lavori figli del cinema di Bergman.
Tuttavia non tutto funziona alla perfezione: la prima parte è forse troppo confusa e ha poco mordente , una carenza inaspettata se paragonata con il resto del film. Inoltre sempre nella prima metà a tratti il titolo tende ad annoiare , cosa che mai mi era accaduta con un lavoro dell'autore di NY.
Dunque un'opera di valore , che palesa la poliedricità del regista e che ha enormi motivi di merito. Ha qualche pecca di ritmo che gli impedisce di entrare fra i miei preferiti del buon Woody.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/03/2015 15:09:08
   7 / 10
Se Bergman aveva problemi non da poco con la figura paterna, Allen non ha mai fatto mistero della sua conflittualità con la madre. In Interiors La madre è una figura onnipresente, non solo da un punto di vista fisico ovviamente, ma è sempre evocata nei discorsi anche nella sua assenza. Ha formato tre figlie, prediletto una in particolare (Renate, probilmente quella alla sua altezza), ma che in fin dei conti non sono mai cresciute, non si sono mai distaccate da questa figura ingombrante. Il rancore è molto sottile, scorre sottotraccia ma la tensione è percepibile, lo stillicidio fra i personaggi è pressochè continuo. Allen dirige un film gelido, a tratti persino crudele, con un ottimo ensemble di attori e una fotografia splendida. E' stato il film della svolta drammatica di Allen, poco apprezzato all'epoca, ma tuttavia valido.

2 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2015 15.28.55
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Dick  @  27/07/2014 19:15:51
   8½ / 10
Allen mette da parte la commedia e se stesso in veste di attore per raccontare in maniera asciutta e secca evitando manierismi con una fotografia plumbea un ritratto di famiglia tra rapporti ed incomprensioni. Proprio bravo il cast e già il bell' inizio solo musicato ti coinvolge nel film.
Curiosamente Mary Beth Hurt ha un look che se non erro già da "Manhattan" adotterà la Keaton!

FranBri  @  10/02/2014 18:12:36
   7 / 10
Il primo film drammatico di Woody Allen che mi sia capitato di vedere. Vale la pena guardarlo più per la regia e l'interpretazione della Keaton che non per la storia, in sè magari.

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TheLegend  @  27/06/2013 14:40:50
   6 / 10
Un Allen a tinte drammatiche.
Continua a non essere tra i registi che apprezzo di più.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  09/05/2013 16:08:54
   9 / 10
In quel lustro iniziato con 'Amore e Guerra' Allen farà più di una svolta artistica, questo evidentissimo omaggio a Bergman, che in quel periodo non finirà mai di nominarlo (vedasi sopratutto in Manhattan), risulta essere l'Allen più cupo e freddo dovuto anche alla sua assenza dal cast, non particolarmente apprezzato dal pubblico americano che nei lavori del regista newyorkese soleva rifugiarsi per evadere dalla bieca realtà (nonostante le candidature agli Oscar suggeriscano altra accoglienza), la chiassosa metropoli lascia posto ad un'atmosfera di quiete litorale, tre artiste chi più vocata nel suo autorialismo da alienarsi dall'esterno (Renata) chi meno talentuosa la quale però non vuole svendere le proprie ambizioni al mero commercialismo artistico (Joey) chi invece ci sta ben volentieri a farlo (Flyn), compongono con i 2 genitori un'intelaiatura famigliare degna dei rapporti conflittuali/adorazione di salingeriana memoria.Joey più restia ad accettare Pearl poichè su di lei grava il peso umorale della mai troppo amata madre, che stravedeva per il genio artistico di Renata, questo porta tra le 2 sorelle un forte senso di competizione alimentato anche dall'incontrollato favoreggiare del padre per la meno realizzata delle 3 sorelle, Joey. Psicologie curate minuziosamente e ben comunicate da un cast raramente così sgorgante di talento, almeno 3 attori con quest'opera raggiungono il loro magnum opus merito di un Allen che li spreme da udir grondare il loro sudore. Page da venerare, Academy che rimedierà solo 1 anno prima della dipartita al mancato riconoscimento a cavallo dei '60 di almeno 2 statuette legittime. Altrettanto grandiosa la Stapleton nella sua innocente espressione di vitalità, crocifissa con il solo sguardo mortificatorio delle figliastre.

Goldust  @  05/03/2013 18:29:35
   6 / 10
Allen abbandona la commedia per dedicarsi al dramma da camera, e cerca di fotografare l'inquietudine di una famiglia come tante con tocco freddo e distante. Se la cava bene perchè la sua maturità registica è ormai consolidata, eppure lascia ( volutamente? ) qualche punto in sospeso che forse poteva sviluppare meglio. Ed il ricercato crescendo di tensione dell'ultima parte non è granchè riuscito: probabilmente l'apporto di un pò di musica ad effetto avrebbe giovato.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

vehuel  @  10/12/2012 08:12:27
   9 / 10
Un film intensamente drammatico dai chiari riflessi Bergmaniani; molto bella la fotografia e le ambientazioni dai tratti cupi e simbolici

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  29/11/2012 20:54:17
   7 / 10
Buon film di un Allen molto "serio". Come è evidente c'è lo spettro di Bergman che aleggia sulla pellicola.
Buona la storia e ottimo il cast. Un film in cui sono protagonisti i sentimenti, non un film sentimentale.

suzuki71  @  20/11/2012 17:57:26
   8½ / 10
Bellissimo, essenziale, quasi glaciale, ma riesce ad emozionare quanto necessario, affrontando alcuni temi ricorrenti: nevrosi metropolitane, velleità artistiche, superamento delle gabbie interiori a favore della positività rappresentata dalla seconda moglie. Magnifica la fotografia.

Lory_noir  @  14/05/2012 02:11:39
   8 / 10
Un Allen inedito in questo film dal realismo glaciale. Un cast eccezionale e una storia che lascia disarmati. Molto bello.

kako  @  01/01/2012 21:00:07
   7 / 10
Allen atipico, drammatico ed emotivo. Ottimamente interpretato, molto brava sopratutto la Keaton. Un bel film dai temi forti e non facili ma che non annoia. Però non lo considero un capolavoro come molti dicono

PignaSystem  @  22/07/2011 22:19:52
   7½ / 10
Che schiaffo sulle bocche sorridenti che avevano accolto i suoi film deve essere stato "Interiors",per chi aveva amato Woody Allen:dramma di desinenza bergmaniana,come il suo stesso autore ammette,rappresenta senz'altro un cambiamento di passo per l'Allen regista,che per la prima volta si estromise da ciò che sta davanti alla macchina da presa.La forza di "Interiors",oltre,ovviamente,alle interpretazioni straordinarie delle attrici soprattutto,è nel rappresentare un dramma contenuto ma che bolle come acqua fino alla tragedia che lo chiude,comunque non sorprendente visto l'iter del racconto.Tra l'irrisoluzione di una famiglia di grandi ambizioni intellettuali e scarsa attitudine alla vita reale,e la fine di un matrimonio con una nuovo piano d'esistenza per uno dei due coniugi e la caduta verso la sciagura dell'altro,si consuma un film molto bello,sentito e poco concessivo ai colpi di teatro.Per chi ama il lavoro del cineasta,indispensabile,forse il più riuscito dei suoi lungometraggi "seri".

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  22/05/2011 00:55:45
   8 / 10
Svolta epocale nel cinema di Allen che con "Interiors" inaugurò il suo personale filone in omaggio all'amatissimo Ingmar Bergman.
L'atmosfera è quella opprimente e ossessiva di un dramma da camera in cui covano forti rancori, ma c'è una distanza irremovibile tra lo spettatore e questi personaggi afflitti da egoismo cronico, complessi, supponenti, problematici, colti nel pieno del delirio di realizzazione personale e martellati dallo spettro continuo della morte e della brevità della vita. Resta un senso di inquietudine straniante, accentuato dai toni caldi della splendida fotografia e dalla grandissima recitazione degli attori. E il dubbio di un eccesso di costruzione.
In ogni caso, uno splendido dramma famigliare, disperato e intensissimo.

Oskarsson88  @  30/04/2011 11:22:03
   7 / 10
Personaggi interessanti e ben definiti, nelle loro problematiche vitali, tra chi è in crisi creativa, chi si sente inferiore e non realizzata e chi proprio non riesce a vivere la solitudine...una serie di circostanze mettono in luce l'animo dei protagonisti. Primo drammatico di W. Allen, dal profilo basso ma dai temi forti. Un buon film. 7+

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/09/2010 20:26:36
   7½ / 10
Un'altra svolta importante per Allen avviene con Interiors,il suo primo film drammatico. Che fosse un regista portato si capiva già precedentemente ma qui si supera in bravura tecnica: tutti i fotogrammi di Interiors sono perfettamente al loro posto,ogni scelta tecnica dalla fotografia,alle ambientazioni al non utilizzo di musiche riescono a colpire e il finale glaciale è da pelle d'oca.
Forse è troppo pesante ma non se ne può fare una colpa oggettiva,d'altronde è un dramma intimista con delle superbe interpreti (grandiosa la Keaton).
Fa riflettere per ogni sfaccettatura che deve essere letta nei comportamenti di queste 4 donne in una. Una madre onnipresente,la morte... tanti temi e riflessioni toccate dal regista e di sicuro il risultato non è banale.
Ma non ci posso fare nulla,la prima parte mi ha distrutto come noia mentre la seconda mi ha distrutto per ciò che veniva mostrato e in un certo senso preannunciato. E l'influenza di Bergman chiaramente si fa sentire,questo lo sanno tutti...

BlackNight90  @  24/07/2010 03:37:57
   8½ / 10
La Sinfonia d’autunno di Allen ha nel titolo, Interiors, il doppio significato sia di interni nell’arredamento (la madre della famiglia in questione è una ricca arredatrice) sia di qualcosa di interiore, di intimo, ed entrambi i significati spesso nel film si congiungono: spesso i personaggi disquisiscono inutilmente su come posizionare mobili ma sono incapaci di mettere ordine nei loro sentimenti, i loro dialoghi hanno spesso come sfondo delle pareti spoglie, prive di decorazioni come l’appartamento della madre, che sceglie per sè un design di solitudine e incomunicabilità; i loro gesti e le loro azioni sono quasi sempre visti attraverso una fotografia cupa, debitrice di Bergman al quale il film è implicitamente dedicato, che spesso preferisce diventare oscurità e avvolgere i volti e gli ambienti.
E’ uno dei veri punti di svolta del cinema di Allen: per la prima volta si butta sul dramma vero e proprio, lascia da parte la comicità degli inizi e sceglie di non recitare, l’omaggio a Bergman che prima era solo citazione ora diventa precisa scelta stilistica, correndo il rischio di snaturare se stesso perché un film di Allen senza battute divertenti fa un effetto diverso.
Chi avrà visto qualcosa di Bergman ci sarà abituato, ma Interiors riesce ad essere affascinante proprio per la sua 'pesantezza', per la debolezza dei suoi protagonisti: borghesi mediocri e bugiardi, divisi da ipocrisie e ipocondrie, che piagnucolano e si disperano ad ogni occasione, vien quasi voglia di prenderli a schiaffi.
Addirittura tentano di fare dell'arte senza esserne capaci, così facendo la sviliscono, fanno spazzatura volendo solo il successo, e vien voglia di nuovo di prenderli a schiaffi. Ma si prova anche compassione per loro, e poi comprensione, perché tutti sanno quale trappola può essere la famiglia, perché potrebbero capitare a chiunque quei momenti in cui non si riesce a reagire.
Perché alla fine, sembra che anche Allen emerga da quel mucchio e dica con la sincerità di cui a volte difetta di non essere un genio, né tantomeno un artista (o meglio, questa è una mia speranza).
Cast femminile di ottime attrici per questo film da far vedere a chi crede che W. Allen sia solo gag demenziali o battute, nonostante di queste ultime ce ne sia sempre bisogno per rendere più leggera la desolazione.

DarkRareMirko  @  24/11/2009 23:25:58
   10 / 10
Primo film in assoluto diretto dal grande Allen dove lui non vi appare nelle vesti di attore.

Senza colonna sonora, scelta almeno qui indicata, è un dramma perfetto che si sostiene su attrici straordinarie e su una messa in scena elegantissima e calcolata al millimetro, ottimo e ricorrente stile del regista (esclusion fatta per certi suoi primissimi lungometraggi) che io letteralmente adoro.

Il tema trattato riguarda le conseguenze che si ripercutono su membri di una famiglia quando una colonna portante della stessa la abbandona; Fù la superbamente brava Diane Keaton a suggerire al regista il titolo Interiors.

Finale perfetto, come tutto il film; mai una stonatura o un dialogo banale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  05/10/2009 19:36:38
   8½ / 10
Dopo il successo di "Io e Annie" Allen propone il suo primo film drammatico di stampo nordico con chiari e palesi riferimenti a Bergman, soprattutto nelle ambientazioni, nei colori e nella fotografia.
Un film drammatico, intenso, carico di emozioni.
Allen dirige tutto magistralmente con estrema sobrietà e fa risaltare la bravura dell'intero cast. Su tutti brilla l'interpretazione di Geraldine Page, nel ruolo della madre e moglie dominante ed invadente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  31/08/2009 17:21:41
   8 / 10
Oggettivamente un eccellente racconto del dramma interiore di una madre disturbata e delle sue figlie. Si arriva al finale sfiniti, perchè queste donne, con evidenti qualità, non hanno la forza di affrontare fino in fondo i loro fantasmi. La sindrome dell'abbandono della madre è solo l'ultima attenuante per arrendersi ad un'esistenza umanamente povera.
Woody racconta questo tormento psicologico con maestria, la fotografia bergmaniana è ad un livello altissimo.
E' tutto triste... Forse troppo. Non fraintendetemi, sono dell'idea che Interiors sia un opera bellissima, ma se devo essere sincera preferisco l'Allen che utilizza l'ironia e il sarcasmo per raccontare la drammaticità dell'esistenza. In questo film è estremamente evidente l'amore che Woody ha per Bergman, comprendo il desiderio che ha avuto di esprimerlo. Ma prediligo il suo stile, quello, per l'appunto, alleniano.

dewolf  @  01/06/2009 07:44:27
   7½ / 10
Film psicodrammatico di Allen dove spiccano le interpretazioni di Geraldine Page e Diane Keaton! Magnifica la fotografia e finale mozzafiato che lascia un po' spiazzati.. L'unico difetto è che è un po' lento, ma ciò da risalto all'interpretazione molto psicologica da parte degli attori!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/07/2008 21:20:06
   9½ / 10
Non capisco la varia critica italiana nel non considerare quest'opera un capolavoro. Forse solo la parte finale è un pò programmatica magari, con lei salvata proprio dalla persona che odiava, ma tutto il resto, dagli interni della camera spoglia della madre malata, a cui è negata alcun filtraggio della luce, alla perfetta e curatissima caratterizzazione psicologica di ognuno dei protagonisti, una capacità d'indagine introspettiva e una capacità di Allen nell'emozionare lo spettatore che poche volte ho riscontrato a questo livello, fanno di questo, secondo me, uno dei suoi lavori migliori. Bellissima la fotografia di Gordon Willis, un film fatto anche di lunghissime carrellate laterali. Titoli di testa e coda diversi dal solito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  31/12/2007 14:36:10
   8 / 10
questo è uno di quei film che dimostra come allen sia un regista a 360 gradi, riuscendo perfettamente, anche nella ermeticità tanto cara a bergman, a realizzare un film intenso e impeccabile

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  01/08/2007 16:01:29
   9½ / 10
Bellissimo film di Woody Allen che con questo film cambiò completamente registro rispetto ai suoi esordi da comico.
Anche se- come era ovvio- spiazzò completamente gli spettatori e critica , per la drammaticità della vicenda, l'asciuttezza narrativa e la scelta del regista di rimanere solo dietro la macchina da presa, Allen firma con "Interiors" uno dei suoi film migliori.

Omaggia il suo maestro Ingmar Bergman nei contenuti e nella fotografia, e narra con straordinaria lucidità e distacco una vicenda tristissima e scarna, che guarda al cinema europeo, molto + che a quello americano.
"Interiors" è tra l'altro il punto di svolta della carriera del regista: il primo in cui compare solo come regista e il primo in cui non si avvicina neanche un po' al suo classico humor.


Ovviamente i critici d'oltreoceano non apprezzarono. Ma è l'esempio perfetto dell'assoluta e indiscutibile capacità registica di Allen, che l'ha scritto e diretto con un cast indimenticabile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  14/04/2007 08:08:20
   8 / 10
E' strano, non ho più rivisto questo film, ma ora che mi trovo a commentarlo ci trovo parecchie affinità con il soggetto di kieslowsky riadattato da Tanovic (il sottovalutato "L'enfer").
E' il primo film veramente Bergmaniano di Allen (prima di "Settembre", "Alice", "Un'altra donna", "Mariti e mogli" cfr. tutti dicono che è proprio "Un'altra donna" il suo capolavoro intimista, ma io non l'ho visto) "Interiors" è un'eccellente psicodramma, sorretto da tre splendide attrici, tra cui sorprende particolarmente la notevole performance di Geraldine Page.
Uno spartiacque tra l'Allen del primo periodo e quello (sicuramente il migliore di tutti) del secondo.

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