In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Dopo tanto fracasso, Nolan torna coi piedi per terra. Sembra quasi una battuta, dal momento che parliamo di un film ambientato nello spazio, tuttavia rispecchia la realtà dei fatti. I punti di contatto con la filmografia del regista britannico sono evidenti: effetti speciali, sceneggiatura curata, un protagonista di livello (ottimo Matthew McConaughey) oltre a un cast selezionato. Escludendo la saga di Batman -in quanto fumetto- Inception rappresentava un esempio lampante di come un bel film, sotto molteplici aspetti, venisse ridotto a un colabrodo di pallottole condite con una sceneggiatura incomprensibile per quanto arzigogolata. Questo non significa che Interstellar sia semplice o sobrio, il voto è lì a dimostrarlo. Semplicemente nella sua sfrontatezza risulta più pacato, riflessivo. Forse un piccolo passo verso un genere più intimo, discreto, che non sia vincolato unicamente al coinvolgimento trasversale. In definitiva, al di là di tutto, si apprezza la qualità di un prodotto sostanzialmente commerciale. Unire contenuti e incassi non è così semplice, in questo il buon Christopher è davvero meritevole.