In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Acclamato come un mezzo capolavoro, in realtà questo "Interstellar" non mi ha convinto del tutto. Anzi a dirla tutta, non mi è piaciuto per niente. L'impalcatura fantascientifica non è altro che il "pretesto" per raccontare una banale, se non addirittura tediosa, storia dai connotati mielosi di un padre ed una figlia. Sicuramente gli effetti speciali sono ottimi e, tutto sommato, anche piuttosto credibili; tuttavia è la vicenda che non mi ha convinto, densa di retorica nauseante. Buona l'interpretazione di McCaunaughey e della Hataway, anche se quest'ultima la preferisco in altri panni. Che dire? Certamente un film che si fa ricordare ma onestamente non mi riesce di unirmi al coro di quelli che gridano "al capolavoro".