In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Non posso farci nulla, non riesco a digerirlo proprio, una mattonata inutile, un baraccone pretenzioso al massimo, ma che succede a Nolan? Boh... Lo vidi al cinema quando uscì, il primo giorno di programmazione, il mio entusiasmo era a mille, un regista come Nolan che ha fatto ben pochi passi falsi in carriera, con un cast incredibile, col grande McCounaughey fresco di premio oscar, Caine, che vabbè si descrive da solo quanto sia bravo, e molti altri come la Chainstain, la Hataway e Matt Damon che non sono esattamente gli ultimi arrivati. Non so, forse è proprio tutta l'aspettativa che avevo che mi ha fatto disprezzare il film, entrando al cinema mi aspettavo almeno qualcosa di ottimo, male che andava un film da 8, e invece no. Dopo la visione al cinema mi sono ripromesso di vederlo una seconda volta per capirlo meglio, prima di commentarlo per bene, ma non ci riesco, la mia voglia di rivederlo è pari a zero, preferirei guardare la tv spenta per 3 ore, piuttosto che rivedere questo film, mi dispiace, troppo, troppo mattonata per i miei gusti, e personalmente non ho trovato nemmeno validi motivi per rivederlo, non mi desta più nessuna curiosità. L'inizio presagiva bene, anche se la durata della parte iniziale è comunque dilatata, ancora avevo buone impressioni, si approfondiscono discretamente bene i personaggi, si creano diversi rapporti tra di essi, si pongono le basi per un dramma ben strutturato. E' quando il film dovrebbe esplodere in tutta la sua magnificenza, che fa un kaboom incredibile, per me floppando pienamente: con la scoperta del progetto della nasa iniziano le inverosimiglianze, gli enormi buchi narrativi, che non si adattano nemmeno alla buona atmosfera distopico/catastrofica che si era creata nella prima parte di film, forse è il viaggio nello spazio che però mi ha fatto detestare questo film, il momento in cui Nolan inizia a creare dei dialoghi di ingegneria avanzata misti a filosofia spicciola è forse la pietra tombale su questo film, da li in poi diventa insopportabile, troppa retorica buttata lì a caso, dialoghi riguardanti l'astronomia e l'ingegneria di cui sinceramente, da comune mortale ho capito ben poco, e di cui sinceramente non me ne poteva fregar di meno, poi i dialoghi continuano all'infinito, tutto stereotipato, tutto spiegato al minimo dettaglio, il che diventa fastidioso, Nolan non usa mezza sequenza evocativa, è tutto didascalico, spiegato al dettaglio, di una retorica terribilmente irritante, il perché di questa scelta probabilmente è da attribuire ad una esagerata commercialità del film che vuole attirare tutto il pubblico possibile, va troppo incontro allo spettatore, diventa quasi un film per bambini. L'unica trovata che mi ha colpito probabilmente è stata la questione del tempo nei pianeti, anche questa questione è ricercata per commuovere e destare emozioni facili nello spettatore, però almeno questa Nolan se la gioca bene e riesce a toccare in parte l'animo, basti vedere la scena in cui McConaughey in ritorno dal pianeta pieno d'acqua guarda i video che gli hanno lasciato i figli, ecco quella è una scena con una buona potenza drammatica, ma traquilli, dopo questa scena si ritornerà alla mediocrità e alla sagra del banale. E niente per 3 ore bisogna sopportarsi tutti questi dialoghi degni dei post-it di Francesco Sole, fino a quando si arriva finalmente al tanto atteso finale, dopo che McConaughey compie una missione di salvataggio in un buco nero, da vero e proprio eroe americano, passa in un altra dimensione e crea un bel pasticcio, ovviamente nell'altra dimensione serviva portarsi il robottino inutile che durante il film tentava di fare da spalla comica, fallendo miseramente, per poter dialogare con qualcuno, e spiegare tramite dialoghi i minimi dettagli allo spettatore, capacità evocativa: zero, sfruttamento dell'immagine: zero, boh veramente, un piattume pazzesco. Altra scena strappalacrime proprio sul finale, col padre rimasto giovane che vede la figlia ultranovantenne soffrire, degna di qualche soap opera di bassa lega. Nemmeno tecnicamente mi ha fatto impazzire, buona la ricostruzione dell'astronave e dei vari pianeti, d'altronde con un budget del genere era anche ovvio, regia piatta, virtuosismi ridotti al minimo, in una space opera quantomeno bisognerebbe sforzarsi per regalare qualche bella sequenza allo spettatore, qualche goduria visiva ( e non voglio nemmeno tirare in ballo il capolavoro di Kubrick, cito solamente Gravity, dell'anno prima, che per quanto riguarda la regia e i vari movimenti di macchina può fare scuola e doposcuola a quest'ultimo polpettone di Nolan), niente, zero, anche dagli effetti speciali mi sarei aspettato di più, oltre qualche buona sequenza nei salti spaziali, nei buchi neri, cosa rimane? Piattume. Le cose che salvo sono le comunque buone recitazioni dei personaggi, su quello nulla da dire, e tutto l'impianto sonoro, dalle musiche di Zimmer (lui non delude praticamente mai) ai vari suoni, tutti di ottimo livello, ma per il resto Nolan ha toppato alla grande, e non me l'aspettavo una caduta simile, perché è un regista che mi ha deliziato con diversi film, Following, Memento e The prestige li adoro, Inception, nonostante molti lo critichino, a me è risultato un gradevolissimo blockbuster, anche interessante, a differenza di questo. Il nolan post 2010 con quell'altra ****** del ritorno del cavaliere oscuro e con questo Interstellar mi lascia più indifferente che altro. 3 ore di polpettone retorico.