In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Insensatamente e inutilmente lungo, lento e retorico come il Discorso del Giorno del Ringraziamento, è l'usuratissima metafora dell'esodo extraterrestre, probabilmente eco e constatazione della marginalità e della sterilità della cultura americana contemporanea. Impastato di pseudo scienza alla Kazzenger, mescola seri problemi scientifici a cretinate da B movie con una colonna sonora che avvilisce anche le orecchie. Matthew McConaughey su cui avevo qualche speranza per non addormentarmi è ai livelli di Nicholas Cage e pare avviato su quella strada se pensa di accettare altri film del tipo torna-a-casa-papà come questo. Tre ore terrestri che durano come 27 anni nello spazio tra buchi neri e warmhole per tornare al punto di partenza senza passare dal via. Astenersi anche se perditempo.