i pugni in tasca regia di Marco Bellocchio Italia 1965
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i pugni in tasca (1965)

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locandina del film I PUGNI IN TASCA

Titolo Originale: I PUGNI IN TASCA

RegiaMarco Bellocchio

InterpretiLou Castel, Paola Pitagora, Marino Masé, Liliana Gerace, Stefania Troglio, Jeannie McNeil, Mauro Martini, Gianni Schicchi, Alfredo Filippazzi

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia 1965
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1965

•  Altri film di Marco Bellocchio

Trama del film I pugni in tasca

In una villa nei pressi di Piacenza, vive una famiglia borghese: la madre che è cieca, non amministra la gestione della casa e l'educazione dei figli e lascia che a farlo sia Augusto, il maggiore. Il ragazzo però, non vede l'ora di andare via di casa per poter sposare Lucia, una sua coetanea che vive in città. I fratelli di augusto, Leone, Giulia ed Alessandro hanno seri problemi mentali: il primo soffre di epilessia e non è in grado di ragionare, la seconda - nonostante sembri normale - è rimasta immatura e il terzo, nonostante soffra anche lui di epilessia, concepisce freddamente di uccidere tutti i componenti della sua famiglia.

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Voto Visitatori:   7,92 / 10 (30 voti)7,92Grafico
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Voti e commenti su I pugni in tasca, 30 opinioni inserite

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Matteoxr6  @  08/09/2015 01:17:17
   3 / 10
Di una noia mortale. Accedendo al forum per commentarlo, ho notato una media di voto impressionante, seppur caratterizzata da soli ventiquattro voti. Così ho deciso di leggerli uno ad uno, incuriosito e desideroso di capire che cosa mi fosse sfuggito. Ho letto in quasi tutti fiumi di parole sull'inquadramento sociopolitico a cui la pellicola fa riferimento; ho notato un paio di ridondanti commenti che straparlavano molto genericamente di '68, di cambio generazionale, disconvolgimenti e perdite di Trebisonda. Ecco, non me ne vogliate, ma per certe allusioni ci vuole cognizione di causa e uno studio meticoloso al riguardo. Io ce l'ho, qualcun altro no. Se in astratto possiamo avallare una sorta di becero post idealismo, bisogna altresì far presente che quest'ultimo è solo un microaspetto di una concatenazione di eventi e di tumulti sociopolitici di livello globale: prendiamo ad esempio la metafora presente in Forrest Gump col dualismo parallelo costituito dal protagonista e da Jenny, allegoria di una dicotomia tra '68 "buono" e '68 "cattivo"; poi prendiamo la tematica affrontata da Kubrick in Arancia meccanica riassumibile in: "Prima avevo certi ideali per i quali ti ammazzo; ora non ho ideali, quindi ti ammazzo" e fondiamoli; a questo punto andrebbe aggiunta tutta la questione del Vietnam, che cosa abbia significato, poi la Guerra Fredda, dopo ancora la condizione dei lavoratori in quanto esseri umani (e qui bisognerebbe parlare del passaggio dagli anni '50 ai '60 nello specifico), collegarla al boom economico, all'accelerazione di una società consumistica, alla messa in pratica della "Costituzione di carta" e alla nuova involuzione causata dalla crisi del '73, etc... Capite che concatenare tutti questi aspetti e vicende, formando un quadro antropologico, è a dir poco arduo, per cui è da sempliciotti costruire tutto intorno agli anni '60 in generale o ai moti sessantottini o magari al ruolo della "borghesia". O meglio, si può anche fare e potrebbe pure risultare interessante (come lo è stato Arancia Meccanica in relazione a ciò), ma in questo film ho visto soltanto un intenso disagio di una famiglia che può considerarsi tranquillamente avulsa da un contesto temporale più o meno preciso. Perciò l'ho trovato non interessante e in alcuni frangenti noioso. La recitazione non è un granché, anzi, esludendo il protagonista, ma senza troppi elogi, eh.

3 risposte al commento
Ultima risposta 11/09/2015 00.19.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  23/11/2012 23:02:16
   5 / 10
Purtroppo mi tocca mettere un brutto voto anche qui, ma sarà che io questi film non li capisco... Del filone "aspettando il '68" ne ho visti solo due, questo e l'orrendo Prima della Rivoluzione, entrambe opere che trasmettono il disagio sociale dell'epoca... ma io mi chiedo, gli anni '60 non erano il periodo del boom economico? Non era caratterizzato da un miglioramento di vita? Perchè questo disagio, da dove viene? E' proprio questo il punto che non capisco, e quindi Bellocchio come Bertolucci ci piazzano questi personaggi confusi politicamente, che non si riconoscono nel loro ambiente e finiscono addirittura per diventare criminali.
Di Bellocchio poi ho visto veramente poco, per cui non posso valutare il progresso nella sua filmografia, però ho notato le enormi differenze fra questo e gli ultimi film: basta l'esempio che questo è racchiuso in un ambiente familiare, mentre "La bella addormentata" affronta un problema pubblico come quello dell'eutanasia.
Ma se quest'ultimo dà spunti di riflessione, "I pugni in tasca" proprio no, mi sono annoiato a morte sebbene la trama pareva interessante.
Vero, contiene immagini potenti, ma visti oggi sono surclassati, almeno secondo me.
Non è il genere che fa per me.

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