La Sposa (Uma Thurman) subisce una terribile imboscata durante la sua cerimonia di nozze nella quale tutti gli invitati, suo marito nonchè il figlio che aveva in grembo vengono brutalmente assassinati. Dopo essersi svegliata da un lungo coma di quattro anni, la donna intende vendicarsi a spese delle vite dei responsabili di questo massacro...
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Kill Bill volume 1 è figlio di uno sciagurato sdoppiamento di quasi quattro ore di cinema ipertrofico, che sarebbe stato meglio asciugare per presentare un unico film di tre ore. Ne esce un film godibile sul piano visivo, ma anche ridondante, ambiguo (dramma o farsa?) e pieno di incredulità non sospese. Se partiamo dall'ottimo incipit (una costante per Tarantino), che farebbe intendere allo spettatore che la faccenda è seria o seriamente assurda, non potremmo credere che di lì a poco si arrivi a un duello nonsense con gli 88 folli, dove decine di spadaccini giapponesi tagliano a fette l'aria pur di non colpire il corpo della Thurman; scena che procura una certa tristezza e non c'è alcuna ironia che tenga, signori. Anche gli eccessi devono avere una loro coerenza narrativa. Il voto va alla tecnica del regista, alla prova attoriale di Uma Thurman, alla colonna sonora, al montaggio della compianta Sally Menke, del cui prezioso contributo ai successi di Tarantino non si parlerà mai abbastanza.
Momento top: l'ingresso in rallenty di O-Ren sulle note di "Battle Without Honor or Humanity". Momento flop: la testa tagliata che non perde sangue (ovvero quando tanto e quando niente).