la chimera regia di Alice Rohrwacher Italia, Svizzera, Francia 2023
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la chimera (2023)

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locandina del film LA CHIMERA

Titolo Originale: LA CHIMERA

RegiaAlice Rohrwacher

InterpretiJosh O'Connor, Isabella Rossellini, Alba Rohrwacher, Carol Duarte, Vincenzo Nemolato, Lou Roy-Lecollinet, Gian Piero Capretto, Ramona Fiorini, Luca Gargiullo, Giuliano Mantovani, Melchiorre Pala, Yle Vianello, Carlo Tarmati, Barbara Chiesa, Elisabetta Perotto, Chiara Pazzaglia, Francesca Carrain

Durata: h 2.13
NazionalitàItalia, Svizzera, Francia 2023
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2023

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Trama del film La chimera

Ognuno insegue la sua chimera, senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un amore ideale... Di ritorno in una piccola città sul mar Tirreno, Arthur ritrova la sua sciagurata banda di tombaroli, ladri di corredi etruschi e di meraviglie archeologiche. Arthur ha un dono che mette al servizio della banda: sente il vuoto. Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo passato. Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati di questi personaggi, tutti alla ricerca della Chimera.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (10 voti)7,50Grafico
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Voti e commenti su La chimera, 10 opinioni inserite

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  24/07/2024 08:56:52
   7½ / 10
Ho avuto sensazioni contrastanti vedendo questo film: a volte ero convinto di trovarmi davanti ad un capolavoro, mentre in altri momenti ne pativo un po' le lungaggini. Nell'insieme è un film originale e molto interessante per tematiche e personaggi.

Mauro@Lanari  @  03/05/2024 10:39:06
   5 / 10
Un film a matrioska in cui i diversi strati non son'affatto l'uno migliore dell'altro.
Il 1° strato chimerico (Baudelaire, "Les Fleurs du Mal", 1857, https://books.google.it/?id=wfI0yuxvzB0C&pg=PT658&dq=%22Chacun+sa+Chim%C3%A8re%22) è quello dell'"Orfeo" di Monteverdi udibile mentr'Arthur è sul treno: la mitologica discesa all'Ade con l'infruttuoso tentativo di riportare la defunta sposa Euridice alla vita terrena è, letteralmente, evviva l'inusualità simbolica, il "fil rouge" del protagonista, che fa il tombarolo sperando di stabilire un contatto con la sua amata deceduta Beniamina ("nomen omen").
Il 2° strato chimerico è demandato ad altre sezioni della colonna sonora, Mozart ("Vorrei spiegarvi, oh Dio!", K. 418) e i racconti dei cantastorie che narrano l'ineluttabilità del destino.
Il 3° strato rimanda all'ulteriore senso della parola chimera: è anche una creatura mitologica composta da parti d'animali diversi, e per la Rohrwacher designa il proprio fazioso anarchismo a) stilistico, b) identitario, c) politico. a) Chimerico è il film in sé per il meccanismo del montaggio, per i tre formati differenti di pellicola (16mm, super 16 mm e 35mm), per come tende a includere le forme espressive più disparate e per la babelicità linguistica. b) Arthur è inglese o irlandese, Italia è portoghese o brasiliana, la nidiata di "sorelle" sono figlie o nipoti della matrona Flora, per la festa dell'Epifania i maschi si vestono da streghe, il ricettatore Spartaco è la stessa sorella della regista che "rivanga" la presunta struttura matriarcale della società etrusca con cui oggi saremmo stati meno vittime del machismo (tant'è ch'il ritrovamento più prezioso dei tombaroli è un santuario/tempio etrusco con la statua d'una dea). c) La stazione di Riparbella è abbandonata, ma per Flora ciò significa che non appartiene "a nessuno, è pubblica, è di tutti". Alla fine Italia l'occuperà assieme ad altre in una specie di comunità femminista. La "banda del buco" de "I soliti ignoti" (Monicelli 1958), primo film italiano ad avere dei ladri come protagonisti, attentav'alla proprietà privata, mentre qui ci s'appropria d'un bene comune in stile Centro Sociale in una "mistica (o mistificazione) del 'tombarolo buono', anche se preleva i manufatti dal sottosuolo per interesse dei ricettatori, in base alla legge del mercato e in barba alle leggi dello stato: carabinieri imbecilli, ladruncoli geniali" (Alessandro Uccelli).
Strafregandosene del fardello ideologico descritto al quale il film, "che tende fin troppo alla dispersione degli spunti e delle intuizioni" (Sergio Sozzo), rest'"Appeso" quanto la carta dei tarocchi della sua locandina, allora l'opera della Rohrwacher è surrealismo poetico, sognante, misterico, arcano, fiabesco, ipnotico, rurale, erede dell'autorialità di Pasolini, Citti, Olmi, Fellini, Loach.
https://www.cineforum.it/voti/film/La_chimera

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/04/2024 13:36:23
   8 / 10
Altro bel tassello quello della Rorwacher con la Chimera che, prendendo spunto dalla presenza dei cantastorie, offre il tono da favola a questo suo ultimo lavoro. Un contesto che ci riporta agli anni 80, un contesto di confine fra gli ultimi bagliori di un retaggio rurale e l'inizio del decadimento di quello industriale. La figura stessa di Arthur è quello di un individuo senza patria, straniero in un paese non suo, tramite fra il mondo dei vivi e quello sotterraneo dei morti, grazie a questo particolare dono da rabdomante che riesce a localizzare tombe etrusche insieme al suo gruppo di tombaroli. Il film della Rorwacher è estrememnte stratificato e particolare come il suo cinema che prende dalla tradizione migliore del cinema italiano per rimodellarlo con uno stile personale.

Setter57  @  06/04/2024 13:20:37
   7½ / 10
Bello, ma impossibile da commentare senza spoilerare.
Vi rimando quindi allo spoiler.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  28/03/2024 17:33:03
   7 / 10
Film complesso in cui è ben rintracciabile la vena autoriale di Alice Rohrwacher. Non è una visione semplice, ma è un lavoro che merita.

TheLegend  @  27/03/2024 00:59:33
   8 / 10
Un film del genere è davvero raro da trovare nel panorama italiano e per questo va premiato.
Ha il coraggio di osare senza strafare, regalando alcuni passaggi davvero di ottimo cinema.
Un finale davvero riuscito lo eleva ancor di più.

stratoZ  @  04/03/2024 13:09:18
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bellissimo film di Alice Rohrwacher che si conferma ancora una volta una regista straordinaria, “La chimera” compone una trilogia ideale con “Le meraviglie” e “Lazzaro felice” condividendone lo stile vagamente surreale ma anche l’ambientazione prettamente bucolica nonché quello sguardo un po’ nostalgico un po’ ironico sull’Italia, ecco queste componenti, che possono richiamare anche il cinema d’autore nostrano tra i 60’ e i 70’ caratterizzano l’opera in questione.

Josh O’Connor interpreta questo archeologo inglese col dono di percepire i punti dove vi sono delle tombe, in questo caso etrusche, data l’ambientazione nella Tuscia, però al posto di utilizzare questo dono per scovare ufficialmente nuovi beni culturali ne approfitta per arricchirsi personalmente, assieme alla sua banda, quindi vendendo questi beni di contrabbando.
Il film ha un incedere tra il folkloristico e il surreale, svariando nel corso della durata tra diverse tematiche: c’è la fervida autoironia sul popolo italico, con questi amici rappresentati come un pugno di sbandati, dalla goliardia e l’arrivismo tipico che può ricordare molti personaggi della commedia all’italiana, personaggi che però sono molto approfonditi e non lasciano spazio solo alla componente umoristica quanto ad un disagio di fondo e un’arretratezza culturale che non gli permette di uscire dalla loro condizione - è abbastanza esplicitato dalla regista nel modo in cui trattano le donne - questa situazione loro di depredazione, di brama a tutti i costi, così distruttiva si contrappone alla voglia di rinascita che poi Italia e le altre ragazze troveranno nel far rifiorire la vecchia stazione e creare una comunità solidale e che valorizza il posto.

L’altro contrasto che si viene a notare nel film è quello tra antichità e modernità, reso esplicito dalla fabbrica costruita proprio sopra la necropoli etrusca - probabilmente vi è una critica di fondo alla noncuranza dei reperti archeologici e alla mentalità che, specialmente in passato, mostrava una certa negligenza nei confronti di questi patrimoni culturali - ma si nota anche nei personaggi, come quello di Flora, restata da sola nella sua vetusta villa, che praticamente sta cadendo a pezzi per aspettare l’amata figlia, ormai scomparsa, nonché amante dello stesso protagonista, una perdita che probabilmente nessuno dei due personaggi ha mai elaborato e li lascia ancorati al passato.

Poi c’è la scena del ritrovamento della statua, su cui posso dire solo una cosa: è la metafora più vicina all’Italia che mi sia capitato di vedere.

Lo stile è straordinario, così come le ambientazioni, dalla fotografia pittorica, l’autrice mischia un classicismo di fondo, colmo di simbolismi, al postmodernismo, sposando gli stessi contrasti che presenta il film, come si può notare in saltuari episodi in cui sfonda anche la quarta parete, ma ciò che più colpisce è la poeticità di alcune sequenze semplicemente straordinarie, senza mai eccedere, dai momenti cantati con quei menestrelli che propongono uno sguardo disilluso quanto compiaciuto verso i tombaroli ai momenti lisergici, come le visioni in treno dettate dal senso di colpa di Arthur, fino ad arrivare ad uno struggentissimo finale che chiude perfettamente il cerchio con una delicatezza straordinaria, e che dire.

federicoM  @  07/01/2024 18:40:32
   8 / 10
Film pasoliniano, poetico e patriottico.
Si perde un pelino prima del finale, l'apice lo raggiunge con il ritrovamento della statua. Non era necessario presentare il personaggio di Spartaco, se non come espediente per il finale giusto, ma un pò tribolato.
Grande Isabella Rossellini.
Bellissima la fotografia.
Film da candidare agli Oscar.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/12/2023 01:09:00
   8½ / 10
Sono grato al Cinema per come riesce a marginare le mie ferite o quantomeno a mettere in discussione le mie verità. Succede da sempre, da quando sono nato ho sempre preferito il cinema a una partita di pallone. Ora mi manca un pallone, e non è mai troppo tardi per acquistarne uno. Dirò di più anche il Cinema come la Musica sarà un bel rimpianto quando sarò morto, non potrò vederlo più. Quante cose non potremo più fare allora ... Ho voluto vedere questo film perché non era mai accaduto che la stampa ericana si occupasse così attentamente di un film italiano, di solito non li c.a.g.a.n.o. proprio. E perché mai!? Location trama cast (a parte un'eccellente Rossellini molto amata in Usa e finalmente tornata a casa) sono lontanissime dal modo di concepire il cinema negli States, a parte i film della Sundance. Eppure qualcosa qui ha funzionato. Quel "qualcosa" che secondo me rende sbiaditi persino i buoni film di Garrone o della Cortellesi, quel "qualcosa" che si chiama coraggio e inventiva. Solamente in un caso, le voci e le canzoni dei cantastorie locali ho trovato della leggera Retorica, ma niente da giudicare severamente. Tutt'altro, "La chimera" è un film splendido, stilicamente perfetto, con una fotografia mozzafiato, un cast di ottimi attori e comprimari, una ricerca tecnica cinematografica ma anche letteraria cfr. dal cinema polacco di Wajda a Pasolini, da Pavese a Verga che lascia a dir poco sbigottiti. La storia di Arthur ti assorbe completamente, potrebbe anche essere una partenza per i personaggi dello scrittore italiano più "sinistro", Baldini. Non voglio soffermarmi a lungo sui meriti di una storia che non mi avrebbe nemmeno attirato più di tanto, sulle diverse sequenze bellissime, diciamo almeno che l'epilogo del film, in treno (degno del primo Shyamalan) e nell'atto finale sono da antologia del cinema contemporaneo. Consiglio a tutti di vederlo senza preconcetti. Uno dei rari film Italiani di oggi che meritano le fatidiche (e rare di certo) quattro stelle

marimito  @  13/12/2023 21:50:46
   7½ / 10
Arthur è una sorta di sensitivo, riesce a percepire la presenza di tombe etrusche. Con una banda di tombaroli vive di questo in una guerra senza esclusione di colpi con altre bande che condividono la stessa "passione". Lui il suo conto con la giustizia l'ha scontato ma ora quella dote gli serve per trovare il modo di connettersi con Beniamina, la sua amata scomparsa prematuramente. Si tratta di un film magico, che ci trasporta nel mondo degli etruschi e di chi della loro cultura si nutre. E' un film di denuncia che non sottrae critiche a chi dovrebbe preservare il nostro patrimonio culturale, ma va anche oltre. La sua magia non ti abbandona ai sotto titoli.

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