Tratto dal romanzo di Jessamyn West. Quando in America scoppia la guerra civile (1861), una famiglia di quaccheri deve confrontare i propri principi religiosi con la realtà: fino a che punto si deve rinunciare alla violenza?
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Un'ora e mezza abbondante di commedia western dove non mancano i momenti simpatici e divertenti, ben presentati e interpretati in maniera leggera da un buonissimo cast. Gli ultimi 40 minuti invece sono caratterizzati da sentimenti contrastanti, dove la guerra e suoi spietati interpreti fanno da contorno a eventi e mutamenti che coinvolgono tutti, chi più chi meno in modo autonomo e coscienzioso. Un buon film, forse eccessivamente dilatato ma capace di offrire una visione interessante e coinvolgente.
Piacevole commedia-western diretta da Wyler dove Gary Cooper è un Padre che deve gestire moglie e figli tra insegnamenti religiosi e istinto, soprattutto quando la guerra civile è alle porte! Il grande attore Americano con garbo riuscira' a bilanciare entrambe le cose spargendo insegnamenti privi di fanatismo. Perfino la moglie che pareva la piu' bigotta dovra' fare i conti con la realta' della propria carne.
Il difetto principale di questo film è che si dilunga troppo nella rappresentazione idilliaca del quadretto famigliare, avvicinandosi spesso a quel confine sottilissimo che divide il garbo dalla stucchevolezza. Per il resto è un ottimo prodotto, Wyler è una garanzia in questo senso, ed il dramma finale legato alla guerra di secessione ed ai dilemmi morali ad essa legati è la parte più interessante e toccante (commovente la scena in cui il padre di famiglia lascia libero un sudista che avevo tentato di ucciderlo). Grande cura del particolare, realizzazione di alta professionalità, fine umorismo e interpreti straordinari, con un Cooper bravissimo nell'alternanza di toni ora leggeri (per lui insoliti) ora sofferti.
Visto parallelamente a "Shenandoah, la Valle del'Onore", questo film ne rappresenta quasi un simmetrico in certi aspetti. In entrambi è presente sia la componente tragica (maggiore in Shenandoah) che quella divertente. In entrambi non ho trovato che le 2 cose si unissero tropppo bene, proprio perchè la farsa e la tragedia a volte fanno a cazzotti. Questo è riuscito meglio forse per minori pretese (o per migliore regia). Interessante vedere Anthony Perkins così giovane e già con uno sguardo così preoccupante...
Condivido, un'ottima prova di attori (il personaggio di Cooper, liberale ma anche conservatore, calza a pennello con la dimensione privata dell'attore), forse un po' stucchevole, ma anche capace di raccontare le contraddizioni della fede e dei valori morali. Un tema che Wyler ha affrontato anche altre volte, in una carriera votata alla versatilità (cfr. ha diretto film di tutti i generi o quasi)
Malgrado l’eccessivo sentimentalismo, in parte inevitabile se si pensa al senso di una storia che vuole affermare che alla lunga la politica della comprensione e della non violenza dà i suoi frutti, il film ha dalla sua un riuscito e grazioso ritratto familiare, molto attento ai vezzi di una vita semplice e ricco di sottili sfumature. Recitato benissimo da tutti gli attori, in particolare da un Gary Cooper inedito (almeno per me) per la vena ironica del suo personaggio.