la ricerca della felicita' regia di Gabriele Muccino USA 2006
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la ricerca della felicita' (2006)

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locandina del film LA RICERCA DELLA FELICITA'

Titolo Originale: THE PURSUIT OF HAPPYNESS

RegiaGabriele Muccino

InterpretiWill Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Chandler Bolt, Domenic Bove, Ian Baptiste, Aida Bernardino, Mia Bernardino, Richard Bischoff

Durata: h 1.57
NazionalitàUSA 2006
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2007

•  Altri film di Gabriele Muccino

•  Link al sito di LA RICERCA DELLA FELICITA'

Trama del film La ricerca della felicita'

Chris Gardner è un brillante venditore senza fortuna nella San Francisco degli anni '80. Padre affettuoso di Christopher, un vivace bambino di cinque anni, e marito di una scontrosa compagna, Chris fatica a sbarcare il lunario. La moglie, incapace di reggere la crisi, abbandona marito e figlio per cercare fortuna a New York. Rimasto solo Chris cerca tenacemente e ottiene un posto da stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria. Senza stipendio, sfrattato dall'appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni pubblici della metropolitana. Indossando sempre il suo abito migliore e l'orgoglio di chi non vuole mollare, Chris troverà una porzione di felicità.

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Voto Visitatori:   7,40 / 10 (426 voti)7,40Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su La ricerca della felicita', 426 opinioni inserite

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Filman  @  19/01/2016 23:22:02
   5½ / 10
Nel passaggio dalla commedia sentimentale italiana alla retorica americana, il registro personale di Gabriele Muccino viene filtrato tanto che THE PURSUIT OF HAPPYNESS non sembra quasi per nulla un film dello stesso cineasta, semplicemente per via dell'assenza dei temi adottati, più che affrontati, nei suoi precedenti film. E in corrispondenza di questa semplice commissione, come prima avventura hollywoodiana, abbiamo un semplice, modaiolo e ruffiano film biografico, palesemente romanzato per calcare sul dramma e incitare alla pietà con una certa perizia e semplicità nella forma, in cui la morale sulla forza di volontà divide il compito con una seconda morale, quella capitalistica.

MonkeyIsland  @  17/07/2013 14:54:29
   5 / 10
Parac.ulata enorme di Muccino studiata a tavolino (e pure male) che non mi ha convinto.
E' ovvio che il regista romano è una marionetta dei produttori americani e non è nemmeno una cima (se fate un salto sulla sua pagina di facebook vi fate un'idea), infatti i dialoghi sono fasulli e da bacio perugina, storia che non sta in piedi e improntata a commuovere lo spettatore non riuscendoci.
Inoltre film costruito su misura per Will Smith che come attore è pompato come pochi.

speXia  @  04/03/2013 14:24:37
   5 / 10
Posso capire che al giorno d'oggi il denaro sia di fondamentale importanza nella vita, che quello della crisi economica sia un tema attuale, però come han detto altri il film è esageratamente superficiale e fissato con l'idea "soldi=felicità", quando invece ci si aspetta, magari, la ricerca di un tipo di felicità meno materiale.

Qualche scenetta coi personaggi in lacrime e frasette pseudofilosofiche del tipo "non abbandonare i tuoi sogni", "non lasciarti dire da nessuno che non sei capace" non conferiscono più profondità al film e non suscitano neanche le tanto agognate lacrimuccie dello spettatore.

C'è da dire comunque che Will Smith è molto bravo, e tutto sommato il film, per essere un drammone anche abbastanza lungo, non è noioso, e qualche scenetta carina c'è.

Si può vedere ma a mio parere è un po' sopravvalutato.

pier(pa)  @  28/12/2011 15:54:54
   1½ / 10
Muccino è davvero il peggior regista italiano affermato di tutti i tempi. Questo film, l'ultimo da me visionato della sua sconcertante sequela di porcherie, è forse il più meschino, borghese, ipocrita, disonesto e falso.

Perché, innanzitutto, Muccino intitola questa pellicola "la ricerca della felicità?"
Perché non lo intitola "la ricerca dei soldi?".
Questo è il piattume morale, cui il nostro compatriota ci danna. In questo film non si fa altro che parlare di danaro, soldi, dollari. Tutti i problemi del povero protagonista sono incentrati sul denaro; valore così supremo e incontestabile da far scivolare via Will Smith con la coda tra le gambe perfino quando scopre che suo figlio, all'asilo, guarda i cartoni animati, anziché imparare un po' di lingua, o storia, o geografia. La moglie lo abbandona, perché non sopporta di vivere con un fallito, come una fallita, di dover fare i doppi turni. Perché non sopporta di essere povera!. Lo stesso Will Smith non sopporta di essere povero! NESSUNO IN QUESTO FILM SOPPORTA DI ESSERE POVERO. La felicità del signor Muccino sono i soldi, il successo, la carriera, una bella casa, una moglie felice perché può fare le vacanze. Cosa ha da insegnare Will smith a quel ragazzino che si porta dietro, a parte la patetica frase retorica di quella pessima scena nel campo di basket? Non permettere a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa! Mentre lui, il padre, è la più gigantesca vittima del sistema, succube di tutto quello che gli accade.
Questo film è di una bassezza inarrivabile, di uno schifo così profondo che andrebbe censurato, perché è ora di finirla di pensare che sia il sociale che fa i valori, e non i valori che costruiscano il sociale.
Muccino, che tu sia maledetto.

Consiglio, dopo la visione di questo film, la visione di Into the wild. Esattamente il paradigma opposto di questa empietà morale.

Mezzo perché c'è Will Smith. Attore comunque di spessore.

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Ultima risposta 16/01/2017 13.19.17
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  28/10/2011 10:44:20
   5 / 10
Melenso quanto stereotipato drammone sull'American dream ad uso e consumo di Will Smith, che rincorreva l'oscar con tutte le proprie forze. In questo contesto, Muccino è poco più che un pupazzetto messo dietro la macchina da presa. Mi immagino la scena:
"Al-al-allora W-w-w-ill, adessourlacontrotuamoglie a di-di-diecicentimetrididistanza, e po-poi tu, Thandie, u-urlaglicontroatuavolta, per 10 minuti. Sce-scena topica."
"Gabriele, non rompere i c0glioni, limitati a riprendere Will che ride, Will che piange, Will che si rattrista e qualche volta il bambino per l'effetto lacrime a casa".
"O-o-o-chei. Ma-ma la posso almeno gi-gi-girareunascenaconWillchecorredispalleedurlacontroqualcuno?"
"No. Fanno ca.care, quelle scene. Quelle le fai fare ad Accorsi."

Per il resto, sceneggiatura vergongosamente fasulla, dialoghi imbarazzanti tutti tesi a catturare la lacrima della casalinga di Voghera di turno ed happy end in cui tutti vissero ricchi e contenti.
Interessante, molto.

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Ultima risposta 15/09/2012 23.34.02
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Niko.g  @  15/05/2011 21:43:49
   4½ / 10
Drammatico e coinvolgente (soprattutto grazie all'ottima interpretazione di Will Smith), ma spesso patetico a causa di una sceneggiatura superficiale, forzata ed eccessivamente mielosa. A stento appassionante, fino al momento della svolta, quando, dopo tanta sfortuna e sofferenza, nelle pupille del nostro eroe alla ricerca della felicità (?!), sembrano apparire, vividi e pulsanti, i dollaroni "stile Paperon de' Paperoni" e tutto viene drasticamente ridimensionato e privato di contenuto, fino a rendere poco credibile tutta quella forza d'animo espressa in precedenza.
Penose e imperdonabili accoppiate retoriche: felicità/denaro, successo/ferrari, bravura/cubo di Rubik.

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Ultima risposta 18/05/2011 11.23.46
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  12/09/2010 23:21:38
   5½ / 10
Penso che, nonostante questo film sia in tutto e per tutto insignificante, abbia fatto parlare troppo di sè. Sia in senso negativo, che positivo. Esagerano coloro che rifilano il tre, pur motivando ampiamente la scelta. C'è una sorta di autocompiacimento intellettualoide nel smontare crudelmente un film che piace alle masse. Esagerano d'altronde le masse nel pompare un sogno che difficilmente può divenire realtà. Più che un sogno, una filosofia di vita.
Trovo che, se rimaniamo aderenti al film e non al complesso ideologico che sta dietro alla sceneggiatura, il vero punto di forza sia Will Smith: ad oggi penso che l'attore (a cui tutti siamo affezionati per Willy il Principe di Bel-air) afroamericano abbia firmato la più entusiasmante interpretazione della sua carriera. Alla fine mi sono affezionato, mi sono appassionato al film perchè l'interpretazione di Smith è davvero convincente. Questo alza a dismisura il voto.
Per il resto c'è poco da dire..anzi è già stato detto tutto su: a) incongruenze che riguardano la trama (e che fanno diffidare della "storia vera" di Chris Gardner..chissà com'è andata); b) Teoria del se ti realizzi, sei felice; c) Retorica dominante eccessivamente zuccherosa e bamboleggiante.
Io penso che saper mantenere un figlio, trovarsi un posto nel mondo, realizzarsi, cercare in ogni modo di essere felici siano problemi che riguardano tutti.. e penso sia nobile affrontarli nella maniera con cui li affronta Chris Gardner. Tuttavia penso che qualora fosse stato un regista più intelligente e onesto a dirigere il film, avremmo avuto una pellicola incoraggiante e stimolante. Ora invece abbiamo una favola falsa e dolciastra a cui guardare con la giusta dose di cinismo. Il problema è dunque Muccino e il suo insignificante sceneggiatore.

DizionarioFilm  @  01/05/2010 01:41:56
   5½ / 10
uno dei film più sopravvalutati degli ultimi anni, anche se fa meglio del successore "Sette Anime". Non sarebbe neanche malissimo (anche se è un bel pò banolotto) se non insistesse pedantemente su quell'insopportabile retorica che ormai è praticamente diventata il marchio di fabbrica di Muccino. Il vero problema è che questo è il massimo che Muccino sia in grado di offrire. Mi vergogno di essere rappresentato da lui all'estero; e pensare che un tempo avevamo Fellini.

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Ultima risposta 12/05/2010 16.00.13
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aleintothewild  @  24/12/2009 22:24:50
   1 / 10
Che film insulso! Tutto gia visto e rivisto, trito e ritrito. La saga dei luoghi comuni, delle battute scontate. Un film buonista, ma con una bontà finta, resa tale dalla pessima recitazione di Smith, che non fa altro che infarcire questo film di faccette tristi all'inizio e di facette felici alla fine. Perchè all'inizio lui è povero e poi.........Indovinate un pò? Diventa un broker straricco. Ops! Ho rivelato il finale! Ma credevo che tanto ve lo sareste immaginati, dato che la trama di questo film appertiene a mille altri...

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Ultima risposta 21/06/2010 23.00.27
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Nutless  @  22/12/2009 18:20:02
   4 / 10
Banale, superficiale, noioso, prevedibile. Certo Muccino lo era anche con i film italiani, ma lì almeno c'era ritmo e a tratti divertimento.
C'è davvero bisogno che un regista italiano senza particolare talento giri un film sul sogno americano e sulle latenti tensioni razziali/sociali degli Stati Uniti?
Mah, irritante nel suo buonismo...
Secondo me Hollywood ha mestieranti in grado di fare un film del genere con una mano sola, senza dover ricorrere a Muccino.
Brutto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  20/10/2009 15:59:58
   5½ / 10
I due film americani di muccino mi sono parsi più deludenti di quelli italiani. Neanche questi mi hanno mai entusiasmato ma almeno hanno una loro nota personale, distintiva. Ne La ricerca della felicità, come in Sette anime, non c'è nulla che si faccia apprezzare per originalità e inventiva. Entrambi sono piatti, entrambi sfruttano solo la superficie della storia

ulisseziu  @  31/08/2009 14:47:02
   5½ / 10
Tutto sommato la regia regge e will smith non è malaccio, ma la storia non è nulla di eccezionale e si cade e ricade e ricade di nuovo nella retorica... famiglia triste, l'uomo che ci crede, i buoni sentimenti, il sogno americano.
Per chi ama il genere un occhiata gliela si può dare.

LoSpaccone  @  07/07/2009 20:47:45
   5 / 10
Sarà pure una storia vera ma dubito che l'America sia perfetta come appare in questo film. Muccino svolge con mestiere il compitino ma la sua regia è piatta, senza la minima attenzione verso i particolari. La vicenda del pur bravo Willy Smith avviene in un contesto volutamente ovattato, in cui i poveri sembrano addirittura felici di essere poveri: dov'è la rabbia di chi vive per la strada?! dove sono gli sguardi scostanti di chi ti disprezza e quelli distratti di chi fa finta di ignorarti?! Un film perfetto per un corso di autostima, che ci vuole far illudere che nella democratica e prosperosa America il nostro futuro è interamente nelle nostre mani, che la lotta per realizzarsi è solo con noi stessi. La realtà secondo me è diversa e molto più complessa. Non apprezzo particolarmente Muccino ma pensare che film così debbano essere girati da un italiano mi riempie d’amarezza: le favole lasciamole raccontare agli altri.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  16/05/2009 12:36:28
   5½ / 10
Dopo una serie di romanzi, documentari e film finalizzati a mettere in evidenza l’ingannevolezza e la perniciosità dell’”american dream”, demistificandolo e decostruendolo dal suo interno, arriva cacchio cacchio il signor Gabriele Muccino dai quartieri alti di Roma per ribaltare quell’immagine negativa che fior fior di autori hanno nel corso degli anni “faticosamente” denunciato. Vero è che la sceneggiatura non è sua (bensì di Steve Conrad), vero è che il soggetto è tratto da una storia reale, vero è che quando Hollywood chiama non ci si può tirare indietro; ma ciò non può far esimere dal giudicare che l’occhio di un regista italiano, avvezzo ad artificiose e stereotipate storie familiari nostrane, è del tutto fuori contesto in una siffatta situazione, e in tal senso non può che aggravare ulteriormente la superficialità della riflessione portante del film.
La storia è indubbiamente commovente, le interpretazioni sentitissime; ma tutto è messo al servizio di un’idea di base e di un messaggio finale banalissimi per la serie: anche se hai la s**** che ti perseguita, col sacrificio e uno smisurato spirito di abnegazione puoi diventare anche un broker di successo o, addirittura, un imprenditore milionario: sì, in America puoi riuscirci…
Quanto alla regia, Muccino svolge il suo compitino senza infamie né lodi.

inferiore  @  14/05/2009 19:40:31
   4½ / 10
Una banalità senza capo nè coda! Il messaggio finale è quanto di più retorico ci si posssa immaginare.
Muccino alla prima trasferta americana realizza un film sui lati oscuri dell' American Dream. Will Smith interpreta discretamente Chris Gardner, un aspirante broker con un figlio da mentenere e crescere.
Il film è buonista e retorico, pieno di stereotipi e luoghi comuni, che non trasmette emozioni.
Un film troppo studiato a tavolino per colpire lo spettatore, convenzionale.

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Ultima risposta 24/12/2009 22.28.54
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Neu!  @  14/03/2009 12:07:48
   3½ / 10
bruttissimo film di Muccino: banale, sentimentale, buonista. davvero brutto. comunque, lo preferisco a Sette Anime, che è anche pretensioso.

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Ultima risposta 29/12/2009 13.45.03
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flavietta  @  08/03/2009 21:01:48
   5½ / 10
Il film parte bene, ma tende poi a dilungarsi troppo con una regia furba e intrerpretazioni nella norma. Continuando è migliorato un po', ma poi arriva quel finale così buonista da farmi avere un eccesso di bile.
Dopo due ore almeno un finale decente...Senza contare la morale, orribile e materialista. Aggiungo mezzo punto per il bimbo, forse il migliore di tutto il cast.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  07/03/2009 18:54:49
   3 / 10


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Trionfo esasperante del buonismo più becero, della retorica più falsa e meglio riconoscibile.
Film che fa appello a tutti gli stereotipi dell'America che ben conosciamo, citando Jefferson e affidandosi ad un'interpretazione storiografica errata della dichiarazione d'indipendenza, che non fu propriamente un trattato filosofico ma un elenco di rivendicazioni politiche sulla base della Bill of Rights.
A parte questo, l'american dream mucciniano è quanto di più scialbo, banale, inutile abbia mai visto: un noioso e didascalico elogio alla sfi.ga, prevedibile in tutte le sue parti. Lo stile di Muccino, con quella telecamera a spalla che si muove come capita, dà il disgusto; e tale ragazzino che fa coppia con Smith, in una sorta di famiglia alla mulino bianco noir, non aiuta di certo.
Inguardabile.

41 risposte al commento
Ultima risposta 09/09/2009 16.53.30
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  02/02/2009 11:31:31
   4 / 10
Non solo l'ho trovato abbastanza noioso ma soprattutto fastidioso.
La storia (vera) di un tipo che per dare un futuro migliore a suo figlio, lavora in maniera folle per diventare un broker. Questa pellicola spaccia un broker come un modello da seguire, tutta la storia non è altro che un inno al capitalismo più sfrenato. Pellicola (come tante altre) asservita al potere, come diceva Majakovskij parlando di cinema nel 1926: "...abili imprenditori con storie lacrimose ingannano la gente".
Peccato perché la regia non è malvagia e l'interpretazione di Will Smith e figlio è ottima. Con un po troppi errori invece nella ricostruzione della San Francisco anni '80. Un lieto fine poi piace sempre. Storia che incarna perfettamente il sogno americano, da qui il grande successo che ha avuto.
Il titolo perfetto anche se un po lungo sarebbe stato: La ricerca dei soldi che danno la felicità.
Pellicola consigliata a quanti siano profondamente filo-americani e tranquillamente trascurabile per tutti gli altri.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  16/01/2009 19:09:04
   4½ / 10
uno dei peggiori film degli ultimi anni...che nervoso quando sento gente ke ha pianto vedendo questa pagliacciata....è 1 insulto a film realmente drammatici...questa è 1 mielosa quanto paradossale storiella buonista ke prova a reggersi su un buon will smith , unica nota positiva del film .

sono tentato a vedere 7 anime,,,,ma se è a livello di questo ne faro' a meno ...e onestamente temo ke lo scempio si ripeta....

3 risposte al commento
Ultima risposta 24/01/2009 14.42.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  13/01/2009 12:28:59
   2 / 10
Fin dai primi istanti del film si respira una brutta aria, l'aria malsana e un pò stantia (scusatemi il paragone) di una stanza di un bordello. Si perchè è proprio questo ciò che suscita il film di Muccino, il connubbio tra qualcosa di estremamente consumato frammisto all'immoralità di una violazione, consapevole per altro.

Io adesso capisco molti dei vostri commenti compiaciuti, perchè è facile farsi trarre in inganno (non sto accusando nessuno di essere stupido sia chiaro, dico solo che a molti secondo me è mancato un pò di spirito critico) dalle tematiche di questo film e dal modo assai subdolo e disonesto in cui è imbacuccato. Basta infatti disossare un poco l'intelaiatura della trama per disinnescare quello che a mio parere è una storia che interpreta sì il sogno americano, un sogno che però Muccino forse non sà essere stato abbondantemente e in più riprese, forme, situazioni, occasioni frantumato sia da altri illustri colleghi, che dalla realtà stessa in cui viviamo, anzi vivono alcune classi americane.

Il film è infatti privo di qualsiasi riflessione sociale, a cui invece furbescamente e continuamente rimanda. Al di là del fatto realmente accaduto, quale assurda e deviata mente può individuare il concetto di felicità, intesa anche come gratificazione (perchè il film di questo parla) nel successo di un broker finanziario, in quel capitalismo yuppie sfrenato degli anni 80, classista, cinico, modaiolo insomma primo interprete dei mali di quella società (forse un pò estremizzato,ma mi viene in mente American Psycho).
No. Invece da come Muccino ce li descrive i broker non sono gli squali di Wall Street di Stone, no, no.. sono amichevoli e gentili uomini d'affare da pacca sulla spalla, non sono dei classisti figli di pu.ttana come in Una poltrona per due, no, no, sono tipetti simpatici con cui portare i figli allo stadio o gente che si ricorda di ridarti 5 dollari. Sono loro i tipi giusti da cui ricevere gratificazioni con le lacrime agli occhi!

E Muccino si da anche una zappata sui piedi quando in quella maniera veramente da paracu.lo, ma veramente ragazzi, ci mostra la povertà in fila al Glide Memorial Church non percependo nemmeno lontanamente il senso di ingiustizia sociale che questo contrasto provoca.

Quale mente perversa partorisce simili bugie, alla luce peraltro della situazione che viviamo in questo periodo? Come fa Muccino ad associare il concetto di Pursuit of Happyness della costituzione americana nella più materialistica, feroce e spregiudicata, cultura economica del pianeta? Come fa a non vedere che la felicità di quel singolo rispecchia in realtà l'infelicità e la povertà della massa? Come si fa a non capire il cortocircuito di questi ragionamenti? Come può pensare di darci a bere veramente che la ricerca della felicità coincida esclusivamente con il successo economico e che i patrioti soprattutto intendessero questo?
Ma soprattutto: che ca.zzo vuole dire questo film? Vogliamo veramente credere che Chris Gardner non l'ha mai messo nel cu.lo a nessuno? E anche se non l'ha fatto, può l'immensa ricchezza di un uomo riscattare la povertà di tutti gli altri? Mi sembra la canzone di Gianni Morandi uno su mille ce la fa...
Forse era meglio un titolo tipo: la ricerca della felicità???

Dò anche per buona la prova di Smith, tecnicamente bravo e che per ovvie ragioni crea un'intesa speciale e ovviamente commovente con il figlio (e questo Muccino lo sa e ne abbusa parecchio). La stessa regia non fa ca.gare obiettivamente parlando, ma nemmeno brilla! Bisogna considerare che Muccino stavolta aveva mezzi e denaro, questo è un elemento che secondo me va necessariamente tenuto in considerazione. E questo va più che bene per gli americani dove la formula del sogno americano, dell'happy end, riproposta in tutte le salse va comunque sempre bene. Immaginate che delusione per loro sapere che hanno goduto come i pazzi per un film realizzato da uno scarto intellettuale della nostra società, da un sottoprodotto malandato e ignorante di una cultura televisiva ipocrita e corrutrice. E in questo gioco ci sono caduti anche loro e forse per una volta non rimpiango di essere italiano...

P.S.: questa è la parte della mia vita in cui faccio a pezzi l'ennesimo film di Muccino.

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Ultima risposta 10/10/2011 21.10.11
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Dexter '86  @  04/12/2008 15:43:18
   5 / 10
Innanzitutto per quella che è la storia avrebbero dovuto intitolarlo "la ricerca della ricchezza" perchè... (vedi spoiler)
Poi alcune scene le ho trovate persino irritanti per quanto il protagonista il comportava in modo stupido (lo so che è una storia vera e che magari le cose sono andate esattamente così, pero le trovo irritanti lo stesso)
La morale non mi sembra molto educativa, in fin dei conti ci troviamo di fronte ad un padre che invece di iniziare con dei lavoretti umili per far vivere decentemente il figlio si incaponisce nel voler raggiungere il massimo possibile rischiando di rimanere con nulla in mano.
Inoltre la storia mi sembra anche impostata in modo da volere strappare qualche lacrima a tutti i costi.
Nonostante tutto ho molto apprezzato la recitazione di Will Smith e di suo figlio che però da sole non sono bastate a farmi piacere il film, considerando anche le aspettative che si erano crate a riguardo.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/05/2008 17:08:41
   5 / 10
L'ho trovato poco convincente, malgrado il suo successo oltreoceano, il film di Muccino. C'è un fondo di buonismo che permea la pellicola a tratti irritante. Forse spingere di più sul piano realistico avrebbe giovato qualitativamente, però d'altro canto sarebbe stato meno rassicurante e, più importante ancora, meno commerciale. E'innegabile che l'artificiosità della pellicola ha pagato al botteghino. Buon per Muccino.

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  03/01/2008 15:42:28
   4 / 10
Muccino si cala perfettamente nella retorica americanista, sguazzando non senza la sua traballante e proverbiale camera a mano nei luoghi comuni che circondano il Sogno per eccellenza. Triste che "farcela", negli USA, significhi fare soldi. Triste che le donne nei muccineschi lungometraggi siano sempre isteriche (e istituisco una petizione perchè Sabrina Impacciatore sia interdetta a vita dal doppiaggio). Fantozziano quel che succede al povero Chris Gardner. Stantie le battute ("ti voglio bene", "andrà tutto bene", "sei un bravo papà"). Alla Forrest Gump il fatto che Chris ritrovi sempre i suoi scanner in una città come San Francisco e che il secondo ladro sia proprio quel mattacchione incontrato la prima volta sul bus.
In conclusione, pur avendo le mani legate dalla produzione, Muccino è riuscito a trascinarmi comunque a quelle vette di irritazione che raggiunsi durante la visione di Ricordati di me. Per fortuna non ho pagato.

11 risposte al commento
Ultima risposta 07/09/2008 04.49.37
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Invia una mail all'autore del commento Axel  @  09/12/2007 20:37:31
   3½ / 10
Come si fa a dare questi voti ad un film del genere????
Ok, Will Smith è bravo, molto, ma:
1) è il film + lineare di Muccino (a parziale discolpa, è la prima volta in America)
2) basta: ancora credete alla favola americana dell'uomo fatto da sè??
Qualcosa di talmente scontato che nemmeno gli americani riescono + a fare senza inserire un minimo di ironia!
...purtroppo ci riescono, ogni tanto...

Invia una mail all'autore del commento Adriano Lotito  @  23/11/2007 18:42:54
   5 / 10
Un film molto difficile da realizzare in cui Gabriele Muccino racconta l’American dream ispirandosi ad una storia vera. Ma il film segue sempre la stessa linea, troppo drammatico, troppo triste, troppo lento e questo rende la storia, comunque valida, un polpettone commovente a sprazzi che nel complesso è abbastanza noioso. Will Smith è bravo ma il figlio supera il padre offrendo un’interpretazione ingenua e semplice che fa scoppiare il cuore. Chris Gardner ha problemi economici, riesce a mangiare vendendo scanner e sogna di diventare broker. Ma quando rimane con soli ventuno dollari lui e il figlio vanno a vivere sulle panchine, nei bagni pubblici o nei dormitori per senza tetto. La sua intelligenza tuttavia lo porta a superare l’esame di ammissione per broker e riesce a scalare Wall street. Acclamato in America dove ha superato Apocalypto, Casino Royal ed Eragon, si è guadagnato un posto negli Oscar, ma se questo film fosse stato realizzato in Italia e senza Will Smith siamo sicuri che avrebbe riscosso questo successo?
Deludente ma comunque da vedere.

chucknorris87  @  26/10/2007 10:56:34
   4½ / 10
Bruttissimo! il messaggio blablabla la morale blabla... ma il film è banale, patetico e cerca nei modi più meschini di strapparti le lacrime! e il doppiaggio della moglie è scandaloso!

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/12/2007 22.41.39
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mr orange  @  07/10/2007 13:05:57
   5 / 10
sopravvalutato

il film è incentrato sulle disgrazie del protagonista come se non riuscire a diventare broker sia la cosa più brutta che possa succederti nella vita, non ho trovato ne attimi veramente commoventi ne di altro (forse però un po di tristezza ti viene per il ragazzino).

va bè in pratica tanta noia e forse qualche attimo di facile tristezza; la storia non è raccontata male ma se non lo si vede non si perde niente

in più non ho capito come si faccia a dire che muccino ha fatto un buon lavoro, se parliamo di buon lavoro possiamo dirlo a smith che non è uno dei suoi soliti ruoli e al ragazzino

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banjo  @  30/09/2007 12:34:05
   3 / 10
complimenti a muccino che dimostra come un regista debba piegarsi per dare un respiro più ampio alla sua attività. Perchè questo film banale, ipocrita ed irritante non è altro che un inno al sistema americano che permette(rebbe) a chiunque di raggiungere il suo sogno. E come in una favola il buon Gardner fugge dal mondo cattivo (obiettivamente duro) della povertà per approdare al mondo sorridente e buono dei broker (soprattutto di chi è all'apice della struttura).
Peraltro, suggerisce muccino, a differenza dei poveri che tendono a non far fronte ai propri debiti, il mondo della finanza, notoriamente, tende a non fregarti perchè c'è un substrato di correttezza e bontà che è un'iniezione di fiducia. L'importante è saper lavorarsi i clienti come afferma lo stesso gardner.
grazie muccino per questo stupendo affresco della società. Land of the dead a te ti fa un baffo.
il 3 (anzichè 1) solo per il figlio di gardner che garantisce quell'innocenza che il film vorrebbe trasferire a campi che non ne hanno.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  30/08/2007 17:08:21
   5½ / 10
Qualche giorno fa un mio amico mi ha detto che Ozpetek è il regista più sopravvalutato in Italia. Io gli ho risposto: E Muccino allora?
Non avevo ancora visto questo film, non ne avevo la minima voglia.
Xò mi sono detta: Beh, magari non è male.......
In effetti ho visto film peggiori, x carità.
Probabilmente abbasserò la media, ma il 7 mi sembra esagerato x un film: stucchevole, banale all'ennesima potenza, retorico e fastidioso. L'uomo più s****to della Terra ce la farà a trovare sta benedetta felicità? I consulenti finanziari sono senza dubbio le persone più felici del mondo! Ma va là!!
Il denaro rende felici? Che scoperta, certo i soldi non fanno schifo a nessuno! Mi domando, ma cosa ci voleva dire Muccino con questo film ispirato ad una storia vera? Che chi persevera vince? Poteva girarlo qui in Italia, ambientarlo in Sicilia magari, si risparmiava di scomodare Will Smith e figlio. L'unica nota positiva è proprio il bambinetto. Carino..... Bello, simpatico, dolce e con un sacco di bei capelli! A Muccino si sa, gli si è montata la testa da un pezzo e chissà cosa crede di aver prodotto con questo film. Speriamo si ridimensioni!

the saint  @  22/06/2007 15:35:21
   4 / 10
e basta con sto sogno americanoo..... è questa la felicità?? di grande qui c'è solo will smith....

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  03/06/2007 20:53:22
   4 / 10
Ma cosa è sta roba?
L'esordio di Muccino negli USA è un filmetto preconfezionato su una storia vecchia e un argomento trito e ritrito. Ci voleva un regista italiano per la solita storiella dell'uomo solo che, nei tempi bui dell'era reganiana (per altro pateticamente accennata) ce la fa e realizza il suo "sogno americano".
Retorico fino alla nausea, stupidamente prevedibile, si lascia guardare solo per l'intenso Will Smith e una bravissima Thandie Newton (che aveva già lavorato con Bertolucci).

Narrazione classica per un film piatto e davvero troppo facile.
Smith è bravo, ma lo era anche nei panni di "Alì" e in quel film dietro la MDP c'era Michael Mann.

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Mephistopheles  @  09/03/2007 11:51:21
   5½ / 10
Lo sconforto che mi ha invaso all'uscita dalla sala è stato notevole , tanto che ancora oggi, a circa un mese di distanza dalla visione del film , il messaggio lanciato da questa "pappardella di perbenismo" mi lascia a dir poco esterrefatto. Comprendo che nella cultura occidentale l'icona del "self-made man" sia innegabilmente oggetto di emulazione , ma definire il raggiungimento di tale status "felicità" mi sembra eccessivo , nonchè fuori luogo. Alcuni elementi (e.g. l'interminabile processione fuori dalle case d'accoglienza ) mi avevano inizialmente fatto sperare in una sottile critica alla società americana (la stessa storpiatura del titolo originale,pur sapendo essere un escamotage di muccino per segnalare la sua presenza,mi aveva indotto su questa via); mi ero evidentemente sbagliato.
Il regista infatti sembra assemblare una gigantesca torta di banalità aggiungendo come ciliegina finale il trionfo definitivo del successo sulla famiglia (mi chiedo infatti come la tematica della mancanza della figura materna , svanita improvvisamente a metà film, possa essere elusa con tanta facilità):è vero che in America il valore della famiglia non è così sentito come lo può essere In Italia ,ma è veramente concepibile che la corsa sfrenata verso il guadagno,la progettualità di ogni istante di vita , la totale assenza di riflessione,di CALMA , di spritualità, di affetto ,definire l'aspirazione umana alla felicità?
Concludendo , il voto negativo è dovuto soprattutto a una personale disapprovazione delle linee guida del film , nonostante sia da sottolineare una più che buona recitazione di Will e una discreta abilità di Muccino nel far sentire il meno possibile sul piano formale la sua "italianità" .

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j.ascia  @  06/03/2007 14:15:13
   2 / 10
oh un bel due al regista peggiore della storia, oltra che al film peggiore della storia. ma che bella accoppiata!

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mikyross  @  02/03/2007 19:42:47
   5 / 10
Mamma mia mi sono messo le mani nei capelli all'uscita dalla sala. Salvo soltanto l'interpretazione di Will Smith, veramente cresciuto rispetto ai frivoli tempi di Bel Air. Per il resto, la ricostruzione del sogno americano tanto vantata da Muccino nelle sue interviste non ha sortito altro che patetico buonismo in una salsa politically correct. Meglio Ricordati di me...

eraserhead  @  25/02/2007 23:51:28
   1 / 10
Ennesima storia che racconta il sogno americano, peccato che lo faccia in maniera distorta, del resto poteva solo fare successo la storia del poveraccio che dal nulla si riscatta e fa tanti tanti tanti soldi, perchè l'america è bella, sono tutti così ricchi in america. Palesemente un film su cui Muccino non è intervenuto in nessun modo, ha giusto acceso la telecamera e urlato "action" un paio di volte. Probabilmente nemmeno lo conosce l'inglese, stenta a parlare italiano!

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antoine  @  19/02/2007 21:57:52
   4 / 10
il solito muccino, banale e noioso. anche scontato!!!

FRENZ83  @  14/02/2007 23:13:23
   5½ / 10
premetto che nn e' il mio genere. il film e' un po lento e banale pero' da applausi will smith,grande

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  12/02/2007 19:35:32
   5 / 10
muccino sbarca in america e dirige un film pensato a tavolino dallo stesso Smith e altri suoi collaboratori

il film punta molto al lato malinconico e disperato della vicenda e in questo penso sia davvero debole, perchè il pathos che si riece a generare in alcune scene viene immediatamente spezzato da altre a volte inutili.

lollolandi  @  12/02/2007 10:53:44
   4 / 10
Ripetitivo, banale. Un film lagnoso. Sconsigliato soprattutto ad ansiosi e depressi.

Guy Picciotto  @  09/02/2007 20:21:16
   1 / 10
il solito becero populismo retorico imbevuto di demagogismo patriottico moralisticheggiante, Muccino è *****, è industria, l'arte è un altra cosa, evitatelo.

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Ultima risposta 11/11/2008 23.01.28
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Invia una mail all'autore del commento finazio  @  31/01/2007 17:34:03
   5 / 10
Avevo due biglietti gratis della Coop, dei film in programmazione avevo già visto tutto quello che mi interessava. Dovevo scegliere tra questo e Apocalypto, ma Gibson come regista mi ha sempre fatto l’effetto guttalax e quindi ho scelto il male minore. L’ambientazione anni Ottanta è perfetta, richiamata anche dalla grana grossa della pellicola. La fotografia superba. Will Smith…. Bah, vediamo. Si è autoprodotto il film che dovrebbe regalargli l’Oscar per il miglior attore e molto probabilmente ci riuscirà. Se accadesse non sarebbe certo un furto, che sia bravo è indiscutibile e la sua recitazione non è stata rovinata neanche da Muccino, che altrove ha dimostrato di essere regista solo perché riesce a far diventare tutti isterici “alla Buy”, dalla Sandrelli ad Accorsi. In questo film il Muccino-Touch si nota solo in un paio di sequenze-confronto tra moglie e marito, ma per fortuna non gli è stato consentito di strafare. Se proprio Smith non dovesse spuntarla con l’Oscar alla recitazione potrebbe tentare quello al podismo, visto che per tutto il film non fa altro che correre, per di più gravato dall’assurdo macchinario che dopo mezz’ora non tolleravo più di avere davanti agli occhi. Curioso trovare accanto a Smith, nel ruolo del figliolo, il vero bambino di Smith. Emozionante vederli dormire assieme al cesso pubblico, al ricovero per barboni, mangiare alla mensa dei poveri, anche perché a fine riprese immagino si tornava in alberghi a dieci stelle e mezza. I soldi. Ecco, la ricerca della felicità. Ecco cosa insegnare ai nostri figli, ed a quello di Smith per primo. Cos’è la ricerca della felicità? La ricerca dei soldi. Abbiamo voglia di sbatterci sulla ricerca di riscatto, sulla dignità umana… Senza soldi le mamme se ne vanno, ci lasciano soli coi papà pieni di debiti, ed il riscatto comincia coi soldi. Soldi soldi soldi, ecco la morale americana, ecco la democrazia che si esporta in tutto il mondo. Infine la bella colonna sonora. Muccino ha voluto un unico italiano con se in America, il suo fido Guerra, figlio dell’ottimismo che è il sale della vita, che confeziona una superba colonna sonora. Tanto bella che è uguale a quella di “Forrest Gump”.

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monezimone  @  30/01/2007 18:01:53
   4½ / 10
Noioso e scontato. il peggior Muccino che abbia mai visto.
Un ora e quaranta di pacchi , s*****, sciocchezze del babbo, per un finale monotono. Poco coinvolgente, senza continuità.

Cruzcampos  @  28/01/2007 17:37:08
   5½ / 10
Devo dire che Muccino è nettamente migliorato, non so se è il clima americano o sono i chessburger, ma sta di fatto che a differenza dei film italiani questo almeno ha una trama degna di nota (forse perchè non è stato scritto da lui ma solo diretto).
La storia si svolge in una SanFrancisco dei primi anni '80 e vede le vicende di un piccolo individuo ridotto sul lastrico che cerca in tutti i modi di poter dare un futuro al figlio, visto che la moglie l'ha praticamente abbandonato.... ma dai?!?! tipico, e questa lascerebbe suo figlio ad una persona che non sa se avrà i soldi per mangiare domani?!?!?! si come no!!!!!
Comunque tutto il film sembra un corso, molto ameriano, su come si dovrebbero fare i soldi.... se la ricerca della felicità è comprarsi una Ferrari, avere un lavoro stressante da 20 ore giornaliere circondato da personaggi esaltati che urlano al telefono per finire a 45aa con un bel esaurimento nervoso e 4 bypass (stile made in USA), preferisco rimanere con un bel pugno di mosche in mano ma con la convinzione che per essere felici non serve una macchina bella , una bella casa, una bella ragazza rifatta ma serve solamente semplicità, e non serve essere degli eroi ma serve essere delle semplici persone...... Bocciato

tottigoal84  @  28/01/2007 12:54:46
   5 / 10
La storia è il classico sogno americano , anche se Muccino poteva far diventare il suo personaggio presidente e non lo ha fatto .
Il film è lento e dopo mezz'ora si capisce chiaramente come andrà a finire .
Forse sarò troppo severo ma da Gabriele Muccino era il massimo che ci si poteva aspettare

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  27/01/2007 09:42:33
   3½ / 10
Muccino in America: tanto rumore per nulla.
Muccino dimostra di conoscere bene il linguaggio cinematografico creando un film di ottima stoffa visiva ma evidenzia lacune culturali di base gravi che lo portano a banalizzare la storia che descrive. Muccino non ha intelligenza critica dal punto di vista letterario. Crea una favola liberatoria per persone in convalescenza post-operatoria o depressi rozzi senza speranza terapeutica.
Nel film, in linea con il conformismo statunitense più bieco, il sogno americano risulta alla portata di tutti, bianchi o neri che siano, purchè intraprendenti, intelligenti, e soprattutto invadenti, dimenticando quanti americani poveri e un tempo intelligenti vivano ancora di stenti rischiando da vecchi di morire per strada abbandonati dal sistema, che a differenza dell'Europa, è privo di ogni garanzia sociale.
Nel film la famiglia americana di colore, povera ma libera, è vista come schiava dl bisogni difficili da soddisfare. Ma la favola del mito americano non può deludere e Gardner diventa ricco, anzi ricchissimo, vincendo la finale dei 100 metri della vita capitalistica americana con un tempo invidiabile, alla faccia del "prossimo" e del cinismo razzista dei bianchi improvvisamente scomparso.
Anche se dice di riferirsi ad una storia vera (lo si dice spesso nel campo cinematografico e letterario poi bisogna vedere se è vero o come è vero) Muccino ha bisogno nel costruire storie di un'assistenza letteraria seria, a meno che non voglia fare film di serie c.

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Ultima risposta 27/11/2007 17.24.01
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manu76  @  26/01/2007 13:39:09
   5½ / 10
mamma mia..!! il film gronda buonismo americano da tutti i pori...ecco qui : l'uomo di colore ke viene dal nulla, s****to ,povero ma estremamente intelligente grazie a grinta e tenacia e spirito di sacrificio riesce a realizzare il suo sogno....e sceglie il lavoro adatto dopo aver visto un'auto e chiesto al proprietario ke lavoro facesse....!! film a tratti banale..a tratti scontato...a tratti noioso...
forse il guaio è ke quando un film viene troppo "pompato" ...le aspettative sono destinate a restar delusee ad infrangersi contro la realtà stereotipata ed edulcorata di Holliwood..

The Jack  @  24/01/2007 19:32:19
   5 / 10
Muccino fatica ad esprimersi a parole. Lo avete sentito su RAI 3 a “parla con me”?
Però nella sua testa girano molte idee, confuse a tratti, ma a volte la confusione in testa può trasformarsi in quasi arte, con un po’ di fortuna.
L'ultimo bacio e di ricordati di me sono delle pià o meno discrete commedie italiane, con alcuni momenti di bravura, in genere tra gli attori.

Ma questo film non è un film di Muccino. Qui lui non ha ideato nulla.
Non l’ha certo scritta lui la sceneggiatura. Muccino non è un genio, ma saprebbe fare qualcosa di più articolato di questo e magari avrebbe inserito delle storie parallele, dei personaggi secondari significativi, un po' di enfasi e ironia nella recitazione.
Invece mamma america lo chiama, gli dice che fare e punto!
E così ne esce questo film, un loop continuo della stessa scena, dal primo al terz'ultimo minuto. Provo, forse va, no non fa, insisto. Provo, forse va, no non fa, insisto. Un paio di spunti retorici, una asmatica strozzata che cerca di doppiare la moglie e il film è fatto!

Tanto nel piatto ci sono tanti buoni sentimenti e di contorno basta la simpatia epidermica di Will Smith, che è credibile anche da personaggio umile (lui sempre così fico).

-------------- da qui in poi diversi SPOILER --------------

La vita può essere dura, durissima e questo film te lo fa capire fin troppo bene, senza mai far perdere del tutto la dignità del protagonista, che oltre a conservare il suo spirito (notevole), conserva il suo stage da broker, giubbetto alla moda, orologio al polso, cravatte, camice e vestiti in ordine per poi mettersi in fila con i barboni, i soldi per l'asilo del figlio (credito per chi non ha alternative? Può essere), toccando veramente il fondo solo per alcuni giorni.
E tutti gli altri che son li da anni in cerca di un pezzo di pane e di un tetto per dormire? Ah, ma questa è la storia di uno che ce la fa, ce la fa e alla grande. Diventa milionario, e che scherziamo? E per non passare per il solito film da "sogno americano" abbiamo messo 2 ore di incredibili sventure e solo 3 di successo. Così non passiamo per moralisti, retorici e il film può sembrare ancora un film con il suo fascino poetico da perdenti, come già insegna Eastwood con il suo Million Dollar Baby (che segue lo stesso principio, ma ha già più contenuti, spunti, storia).

Ma se il fine ultimo di un film è portarmi li, all'identificazione con il protagonista sconfitto, allora devi farlo bene, mi ci devi portare senza che io me ne accorga, deve sembrare tutto vero, altrimenti ti scopro, amico regista che gioca con le spirali drammatiche a caccia di lacrime e finisci per essere più finto di un regista di action movie.

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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  23/01/2007 04:56:51
   5 / 10
Vi sono molti film tratti da storie vere che non cadono per ciò solo in un inutile sequela di banalità e di segmenti narrativi prolissi e ripetitivi. Purtroppo "La Ricerca della Felicità" non rientra fra essi. Questa pellicola è tratta dall'autobiografia di Christopher Gardner, che qui agisce anche nella veste di produttore associato del film. Essendo noti tanto l'incipit quanto la fine della storia, la sceneggiatura avrebbe dovuto concentrarsi, e in parte ha provato a farlo, sul percorso parabolico della cuduta in disgrazia e successiva risalita del protagonista. Detta in altri termini avrebbe dovuto essere una sceneggiatura più dinamica. Invece il film resta monocorde per tutta la sua durata senza particolari guizzi e scivolando a più riprese nella noia. Inoltre lo script è infarcito di numerose frasi fatte che non solo disturbano, ma involontariamente tendono a ridicolizzare la drammaticità della vicenda narrata.
Will Smith ci offre una buona prova d'attore e suo figlio ci regala momenti di notevole intensità.
Meno apprezzabile e sottotono è invece la regia. Muccino dimostra di essere uno che dietro alla macchina da presa ci sa stare e che conosce bene il fatto suo, però qui la sua regia è distaccata e troppo scolastica. Tuttavia di questo non credo gli possano essere attribuite colpe, poiché immagino che la produzione non gli offrisse alcuna libertà di movimento e, dal canto suo, essendo la sua prova del fuoco hollywooddiana è comprensibile che si sia limitato a svolgere il proprio lavoro osservando scrupolosamente le direttive della produzione e le regole del mestiere, senza mai osare. Poco gradevole ( anche e forse soprattutto a causa del doppiaggio) è l'interpretazione di Thandie Newton. L'attrice (già vista in pellicole come Beloved, Mission Impossible 2, The Truth about Charlie, Crash, The Chronicles of Riddick) non dà spessore al proprio personaggio e non ne trasmette né lo sgomento né nessun'altra emozione. Tuttavia, anche in questo caso, sono portato a pensare che la causa della carenza interpretativa della Newton sia da ricercarsi sempre nella sceneggiatura. Alla fine risulta essere quest'ultima, dalla produzione reputata invece uno script inossidabile cui nessuno, regista incluso, poteva più metter mano, la vera causa della mediocrità di questo film. La stessa storia, con il medesimo cast tecnico, ma con una sceneggiatura meno ruffiana, meno pacchiana e meno insulsa, avrebbe potuto essere un ottimo prodotto. Ma così, invece, si limita a raccontare una storia senza nessuna particolare attidudine narrativa e senza vera passione. Ne discende che i messaggi in essa contenuti, davvero tutt'altro che orginali, perdono qualsiasi forza poiché sono già stati raccontati da altri autori di ben altro calibro. Peccato!

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Ultima risposta 24/01/2007 04.38.12
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  22/01/2007 10:53:11
   4 / 10
Il titolo completo del film potrebbe essere "La ricerca della felicita', ovvero il luogo comune". Già, perchè le battute di questo film sono piuttosto scontate, soprattutto quelle scambiate tra i due protagonisti (padre e figlio), es. "se hai un sogno devi difenderlo", "non permettere a nessuno di dirti che non puoi fare una cosa", "sei un bravo papà"... e si potrebbe continuare ancora ed ancora.
Oltre a questo il film è lento ed oltremodo melenso, a tal punto da diventare stucchevole. Ed è anche ripetitivo.
Will Smith offre una buona prova e anche il figlio non è male, peccato non sia aiutato dal doppiaggio, come nemmeno T. Newton.
Nonostante cio' non lo consiglio e non merita la sufficienza.

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Ultima risposta 23/01/2007 18.13.36
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eccehomo  @  21/01/2007 21:16:45
   4½ / 10
Muccino con la storia del film non ha avuto nulla a che vedere.Ad Hollywood la maggior parte delle pellicole prodotte dalle majors hanno sceneggiature che definire di ferro è un eufemismo per cui la sceneggiatura di "La ricerca della felicità" non è stata minimamente dovuta all' "intelletto" dell'italiano.L'ha chiamato Will Smith, imponendolo alla produzione e mettendogli in mano lo script (che probabilmente comprendeva anche il tipo di inquadrature da utilizzare, cosa non inusuale in una sceneggiatura di Hollywood), e gli ha fatto girare sto film banalotto, scontato come Studio Aperto e piatto. Smith in effetti è bravo e anche il suo pargolo, ma siamo alle solite: il mito della seconda opportunità che viene SEMPRE offerta agli uomini di buona e tenace volontà d'America, l'apologia del sistema meritocratico americano in cui i capufficio sono buoni e paciosi, il lavoro duro paga e l'happy-end è quanto meno dovuto. Non si tratta di essere antiamericani, nè antimucciniani, nè razzisti, si tratta di aver visto tanto cinema: "La ricerca della felicità" è la solita zuppa in salsa hollywoodiana. Mi piace definirlo come la versione reaganiana de "La vita è meravigliosa".Quest'ultimo, però, è uscito in tempi in cui aveva un senso lanciare determinati messaggi e, in ogni caso, non è così inutilmente consolatorio, per alcuni non lo è proprio, quanto la creatura hollywoodiana di Muccino. Come tutti i blockbuster senza valore "La ricerca della felicità" durerà poco tempo e poi scomparirà, a meno che i markettari dell'accademy non decidessero di prolungargli l'esistenza con una statuetta. Che la fiera della banalità abbia inizio.

reiko  @  21/01/2007 16:09:47
   3 / 10
Non dovevano chiamarlo "laricerca della felicità" ,a piuttosto " storia di uno s****to". Film banale, scontato ... una delusione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  21/01/2007 02:16:14
   5 / 10
Mi sembra abbastanza sconcertante già il fatto che un attore afroamericano citi Thomas Jefferson (anzichè, che so, Martin Luther King) come suo massimo aspiratore morale: un Presidente degli Stati Uniti che aveva delle schiave e forse ne "amo'" persino una (minorenne, fra l'altro)

Questa è una delle tante contraddizioni che emergono nel film, ma ai fans di Muccino tutto questo non ha importanza, serve solo ad accettare una regia piatta e una storia convenzionale che fa perno sulla facilità con cui ci si scioglie in lacrime nel segno del buonismo e della disperazione quotidiana (Oh Spike Lee dove sei?).

Devo dire che, essendo già piuttosto maldisposto verso questo film e avendo perso (sala affollata) il Bobby di Estevez, tutto sommato mi aspettavo molto di peggio.

Invece, Muccino ci investe con uno script (tratt da un romanzo e sceneggiato da Steve Conrad) su una coppia afroamericana a San Francisco e suscita qualche vaga ammirazione per la sfilata di homeless americani ("tutti i barboni che si vedono sono veri homeless" cfr. Muccino - capirai, mi chiedo solo se almeno li hai pagati...).

Grande successo negli Usa dove, a sentire lo stesso Muccino, "parlano ancora di quanto bene è stato girato L'ultimo bacio" (sic - proprio vero, Kubrick e Scorsese sono dei dilettanti)


Tralascio inevitabili riferimenti alla morale del film (quella di far soldi e ammuffire in un ufficio senza un giorno uno di ferie tutto l'anno), ma le didascalie avvisano che "è una storia vera" (ah allora)

La regia di Muccino made in Usa è piatta, scolastica, scontata e non basta vendere il degrado e la miseria per erudirci sul suo ipotetico "realismo". Per inciso, la scena migliore è quella di un barbone che perde la possibilità di dormire una notte al caldo, con tanti saluti al buon Chris e ai suoi problemi quotidiani...
Ma è soprattutto il "taglio" del film che lascia perplessi: come storia del "self made man" è artificiale, un biopic ipocrita del tipo "una biografia non autorizzata", che sfonda tutti i parametri del patetismo e del luogo comune ("Se hai un sogno, devi difenderlo" ) prima di colpire nel segno di una dubbia rivincita tipo "che ne sarà di me?" .

Naturalmente è chiaro che in America c'è posto per tutti, che Chris ha la s.fi.ga sotto le scarpe anche per la sua irresponsabilità, che non c'è alcun tipo di intolleranza razziale nei suoi confronti e che tutti, anche gli squali della finanza, gli vogliono bene etc etc. Realismo o favola, il dubbio è lecito.

I dialoghi spesso sono risibili, il bambino è spesso insopportabile, Will Smith - attore dalla simpatia istintiva - è edificante come il latte alle ginocchia sulle gambe dei malcapitati spettatori.

Tralasciamo poi le tante situazioni "telefonate" per cui non vale la pena di spendere parole: in una città di 15 milioni di abitanti il reietto di turno trova sempre (gliela rubano sempre) il ladro del suo ingombrante "prodotto".

Negli esterni, giurerei di aver visto piu' volte la stessa scena con le stesse comparse: ma in fondo sono inezie.

Oppure è la macchina del tempo che credeva di vedere un folle mendicante, che si è riprodotta schiacciando il tasto nero.

Non mi sento di essere severo: tutto sommato un film "carino" come tanti altri, e proprio per questo facile da dimenticare.

Del resto, se la comunità black di oggi ha in testa Thomas Jefferson, e quindi è perfettamente integrata tra i bianchi, è facile credere che prima o poi ce la fa

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Ultima risposta 13/01/2009 12.59.55
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Ciccio  @  20/01/2007 23:07:42
   5 / 10
muccino grandiosamente banale

paride_86  @  20/01/2007 12:26:36
   4½ / 10
Non capisco come questo film possa avere una media così alta! Innanzi tutto, dov'è Muccino? Non c'è niente di mucciniano in questo film! Manca solo il marchio Mulino Bianco a questa sequenza di stucchevoli luoghi comuni: il nero s****to e discriminato che alla fina arriva, la lotta per la sopravvivenza ecc. Ma poi, chi ha doppiato la moglie di Smith? Un cane??? E' possibile che questo non si scazza neanche un attimo, non ha un minimo di esaurimento nervoso? E la moglie che fine fa??
Un film ridicolo, irrealistico e sdolcinato.

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Ultima risposta 03/02/2009 22.41.10
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Pazzi di Lei  @  18/01/2007 19:20:15
   5½ / 10
A mio parere il film non arriva alla sufficienza piena. Buona prova di Smith ma per il resto mi è sembrato poco coinvolgente. In conclusione lo giudico un filmuccio anzi un filmuccino..aha aha aha

Constantine  @  16/01/2007 14:08:52
   4½ / 10
Scontato, prevedibile, eccessivamente melenso e buonista. Retorico fino allo sfinimento e già visto in tutte le sue numerosissime salse, farcito e confezionato per commuovere a tutti i costi e per piacere alle masse indistinte. Peccato perchè per Muccino poteva essere un battesimo del fuoco niente male, ho trovato buona la fotografia ma lo script resta affossato dai numerosi cardini elencati. Le interpretazioni sono di buona fattura ma alla lunga Smith non riesce a sostenere il peso del film sulle sue sole spalle, la figura della madre e moglie mi sembra equivoca e poco convincente, forse addirittura inutile dal punto di vista logico-narrativo. Carine le musiche ma poco incisive e a lungo termine noiose. La tecnica di ripresa di alcune scene può risultare confusionaria ma direi che per molti versi a salvarsi è proprio il Big Muccino... Se viene candidato agli oscar è uno scandalo per il mio punto di vista, sopratutto considerando le produzioni di quest'anno cinematografico. Anche la ricostruzione degli anni ottanta mi è sembrata sommaria... Fantastico il cartello pubblicitario di Toro Scatenato sul taxi e complimenti al piccolo Smith.

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Ultima risposta 24/01/2007 22.51.30
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  15/01/2007 17:32:22
   3 / 10
Premetto di non essere un detrattore di Muccino,anzi i precedenti lavori del regista romano li avevo trovati tutto sommato di discreta fattura.
Purtroppo “La ricerca della felicita’” è solo un tedioso e patetico filmetto che torna a parlarci del solito american dream.
La base di partenza è sufficientemente ruffiana per tiare fuori un lavoro che possa colpire al cuore gli spettatori, visto che la pellicola trae ispirazione da una storia vera,quella di tale Chris Gardner che da squattrinato venditore di macchinari ospedalieri si tramuto’ in ricco uomo d’affari.
Muccino pero’ non riesce a donare spessore alla trama infarcendola di retorica assolutamente gratuita,il film non emoziona,annoia tremendamente ed irrita,sinceramente non si vede l’ora che giunga al termine.
Sara’ anche vero che determinazione e capacita’ portano al successo,ma in questo caso il messaggio che arriva appare fuorviante,Muccino infatti scinde nettamente in due categorie il popolo americano,in vincitori(i ricchi) e perdenti(i senzatetto) senza ragionare sul fatto che la maggior parte della gente è situata proprio in mezzo a queste due categorie,imbarazzante poi il pensiero mucciniano che rappresenta come i benestanti siano sempre felici sorridenti ed eleganti,mentre i poveracci siano perennemente inca.zzati col mondo intero…davvero preoccupante,perche’ è questo il messaggio che raggiunge lo spettatore,preoccupante perche’ probabilmente è anche il pensiero di uno dei registi italiani di punta(?).Il film appare quindi gravemente superficiale e ridicolo,visto che tutti sappiamo come stanno realmente le cose. Ma veramente vogliamo credere che chi ha i soldi è sicuramente felice e viceversa?Ma per piacere…
Il rapporto padre/figlio è poi rappresentato malissimo infarcito di dialoghi penosi,che danno la sensazione di falso e posticcio.
Piatta la regia,senza mai un’inquadratura particolare o un movimento originale,orrendi i piani sequenza sulla folla visti in centinaia di film,la voce fuori campo blatera frasi assurde ogni volta che si ode.Musichette da censura,anche queste gia’ abbondantemente sentite.
Bravo Will Smith,mentre moglie (Thandie Newton) e figlio vengono penalizzati da un doppiaggio che potrei definire amatoriale.
Onore a Gardner che grazie a grinta e fortuna ha ottenuto tanta felicita’ ($),demerito a Muccino che semplifica un buon soggetto,non riuscendo a donare profondita’,spessore al suo lavoro e soprattutto si rivela superficiale ed anonimo nell’esposizione.

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Ultima risposta 22/01/2007 09.31.49
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  15/01/2007 16:16:55
   5½ / 10
Ci speravo molto di più sinceramente, non per altro, ma semplicemente perchè, vista la nostrana nazionalità del regista, volevo che avesse uno spessore maggiore.
Non è un film orrendo, per carità, solo che a mio avviso non riesce a toccare quelle corde che una storia di questo tipo dovrebbe toccare; non trasmette, tranne in alcune..poche sequenze, quelle emozioni che dovrebbe e non porta lo spettatore ad assumere quello stato d'animo che dovrebbe assumere. Tutto ciò porta, quindi, la pellicola a diventare noiosa dopo un pò, anche in considerazione di una durata che sfiora le 2 ore (ehy ma c'è matteo qui).
A minare inoltre questo "Alla ricerca della felicità" sono delle esagerazioni - a meno che la storia reale da cui è tratto non sia stata effettivamente così, compresi tutti i particolari. Ma non credo - nella sceneggiatura che rendono una storia che doveva essere, giustappunto perchè tratta da una storia vera, credibile in una storia forse troppo forzata.
Insomma, poteva essere ben più valido.

Buone le interpretazioni di padre e figlio, oltre che di Thandie Newton (quest'ultima non troppo però) che è stata doppiata in modo a dir poco irritante.

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Ultima risposta 26/01/2007 16.02.37
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Invia una mail all'autore del commento francescofelli  @  13/01/2007 11:08:32
   5 / 10
So già che molti tra gli innumerevoli seguaci della "sacra" famiglia Muccino, mi tacceranno di essere sacrilego ed irriverente a causa di queste mie righe. Figuriamoci se vi raccontassi ciò che penso di molti dei loro lavori. Mi guadagnerei la perdizione eterna.
Quindi, per non uscire fuori tema, parlerò de "la ricerca della felicità", che personalmente ho trovato solo all'uscita dalla sala.
Dunque, inizio orribile. Non trovo altre parole. Solite immagini di strada, come si vedono da 90 anni nei film ambientati negli stati uniti.
Pessima anche la musica, stile old perù.
Doppiaggio della moglie e del bambino da codice penale. Recitazione anche.
W. Smith fa il suo onesto lavoro. Ma, a mio giudizio, un grande attore avrebbe potuto far diventare memorabile un ruolo così interessante da interpretare, che lasciava spazio a mille sfumature di emozioni.
Il ritmo è troppo lento. Il taglio delle inquadrature quanto mai banale.
La storia è grosso modo la riproposizione di un tizio povero e disgraziato che realizza un sogno difficile anche solo da desiderare.
Nel mezzo il solito bambino acuto e sagace, direi un piccolo Arnold (senza essere un nano, spero per lui).
Una madre che l'abbandona (perchè?), un padre che lo fa dormire nei cessi (perchè?).
Insomma quel tanto per aumentare nello spettatore il desiderio di riscatto.
Eppure è una soddisfazione che dura solo pochi attimi. Basta uscire dal cinema, per trovarsi i problemi di sempre. Anzi uno di più. Questo pessimo film.

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Ultima risposta 13/01/2007 14.45.08
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