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Interessante questo lavoro di Prosperi, ascrivibile al famigerato genere cinematografico del "Rape and revenge". La trama è, come sempre, niente più che un pretesto per mostrare, solitamente per l'intera prima parte del film, una sequela di brutalità inaudite e violenze gratuite, siano esse fisiche o psicologiche (spesso vengono mostrati entrambi i tipi di violenza). Nella parte finale viene invece mostrata la rivalsa da parte delle vittime, la cosiddetta "revenge", che attua una vera e propria inversione di ruoli, trasformando le vittime in cinici giustizieri. Ciò che rende intrigante questa pellicola è la presenza, in posizione di rilievo rispetto alle altre figuranti, di una suora (una monotematica Bolkan), che sfinita dalle ripetute violenze abbandona i suoi voti, "votandosi" essa stessa alla vendetta spietata contro i suoi carnefici, avvelenando e sparando (mirabile la sua mira tralaltro). Oltre a ciò, è da notare l'accento sperimentale della regia attraverso riprese non usuali, utilizzo spropositato del ralenty ai fini di una resa grottesca della violenza, primi piani disturbanti dei carnefici; da aggiungere a ciò, la colonna sonora frenetica e martellante, soprattutto nei momenti di massima violenza e tensione. Lo stupro con un oggetto "improprio" sembra essere un must del genere.
Concludendo, c'è però da dire che le carenze sono molte e profonde, andando dai dialoghi patetici e insignificanti al ridicolo rasentato dagli slowmotions estenuanti. Resta comunque una piccola chicca del genere con tinte trash, molto trash, da godere in buona e goliardica compagnia.