Una pagina di storia vera. Un gruppo di fucilieri americani è in lotta con le truppe giapponesi, durante la seconda guerra mondiale, per la conquista dell'isola di Guadalcanal.
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Questo è un film dal respiro profondo. L'introspezione dei soldati è magistralmente resa dal regista grazie alla voce fuori campo ( Malick è maestro nell'usarla! ) e dai continui splendidi flash-back che ci introducono e ci avvicinano sempre di più nell'intimo e piccolo mondo interiore di ogni singolo personaggio: la paura, l'amore, l'odio, la morte e la vita sono alcuni dei temi trattati in maniera mai banale ne scontata.
La guerra è solo un "pretesto" per poter parlare di altro. La vita di ogni uomo è appesa ad un filo, un filo rosso che si può spezzare da un momento all'altro. Il regista pone delle domande, ci fa riflettere su qualsiasi cosa . . . e probabilmente non ci da una risposta. Malick dimostra che si può fare un film di guerra anche senza udire uno sparo prima di mezz'ora dall'inizio del film, ma semplicemente facendo parlare la natura e la sua armonia e , per una volta, non i fucili. Capolavoro.