la strada scarlatta regia di Fritz Lang USA 1945
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la strada scarlatta (1945)

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locandina del film LA STRADA SCARLATTA

Titolo Originale: SCARLET STREET

RegiaFritz Lang

InterpretiJoan Bennett, Edward G. Robinson, Dan Duryea, J. Fontaine

Durata: h 1.35
NazionalitàUSA 1945
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 1945

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Trama del film La strada scarlatta

Un integerrimo impiegato di banca che ha già trascorso venticinque anni dietro lo sportello, si innamora perdutamente di una prostituta. La ragazza sfrutta la situazione e induce l'amante a commettere azioni che altrimenti non avrebbe mai compiuto. Per lei l'uomo manda a monte una precedente relazione e si offre di sposarla, ma al rifiuto la uccide.

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Voto Visitatori:   8,70 / 10 (27 voti)8,70Grafico
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Voti e commenti su La strada scarlatta, 27 opinioni inserite

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  15/04/2023 20:32:01
   8 / 10
Ennesimo gran film di Lang (gemello de La donna del ritratto, che però è superiore), ennesimo film in cui Lang mostra tutto il suo rigore nel rappresentare la propria visione della giustizia e del chiaroscuro presente in ciascuno di noi. Peccato per qualche concessione alla farsa, ma verso il finale il film diventa un incubo espressionista che vale la visione.

Peccato per il vergognoso doppiaggio, di una sciatterai tutto sommato atipica per l'epoca, e soprattutto per l'oscena versione ricolorata che gira: pratica ignobile di cui non ho mai compreso il senso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/06/2021 07:06:17
   8½ / 10
Premetto che avrei potuto estrarre il voto massimo se non fosse per il doppiaggio in Italiano, davvero discutibile, e qualche scheggia impazzita nella sceneggiatura. Lang cita Val Lewton e Tourneau, ma forse eccede in bilico tra Realismo e Fantastico, concedendo ad esempio a un personaggio di "risorgere", scelta quanto mai inappropriata. Tuttavia il film è meraviglioso al di là di certi difetti formali, soprattutto nella scelta di fare del protagonista un uomo medio e mite da Letteratura Russa, tipicamente Gogoliano, salvo poi reciderlo verso un amaro epilogo in un Iconografico personaggio alla Dostoevskij. Amaro, amarissimo, questa enorme prova attoriale di Robinson, che sembra la continuità drammatica del Sosia per caso (di un gangster) in "Tutta la città ne parla" di Ford. Un uomo chiuso nella sua amarezza, ingenuo, sprovveduto al punto di non credere nella sua Arte che restava unico rifugio espressivo di una vita infelice. Contrasta con l'abbietta seduzione della Bennett, in un ruolo da femme fatale spregiudicata e crudele. In un intreccio comunque insolito, questo è un film che celebra l'eternità nell'arte, nei ritratti, e il soggettivo ruolo che ricoprono. Esilarante nella sua misoginia il Vilain di turno Duryea, quando finge di spacciarsi per un esperto di dipinti. Dicevamo il finale, un nodo alla gola diciamo. Epilogo di una dimensione Sociale dove gli Innocenti possono diventare doppiamente colpevoli. Ps Joan Fontaine non fa parte del cast

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Romi  @  12/06/2018 15:52:05
   10 / 10
Film sulla coscienza morale: " creda, non è possibile. Signor Cross, nessun colpevole la fa franca. [...] Nessuno si sottrae alla punizione. Io credo che abbiamo un tribunale qui dentro [indica il cuore]: giudice, giuria e boia."

ZanoDenis  @  14/03/2015 16:27:37
   9 / 10
Considerato il gemello di "La donna del ritratto", stesso cast praticamente, in realtà tratta tematiche leggermente diverso, questo é molto piú triste, negativo, malinconico.
Il trio di attori é favoloso, Robison su tutti che interpreta un personaggio con più sfaccettature, con molti conflitti interiori, che lo porteranno alla disperazione, ad un destino tragico.
La bennett piú spietata che mai, carica di un fascino che oggi si possono sognare.
Qui l'atmosfera malinconica é presente per tutto il film, soprattutto nella parte finale, ha molti elementi in comune col noir e delle caratteristiche visive simili, ma a me sembra si avvicini al melodramma. Bellissimo.

vieste84  @  12/10/2013 14:46:13
   8½ / 10
Un Robinson perfetto e versatile in tutte le parti della pellicola è l'interprete ideale per questo noir di Lang che è uno dei suoi capolavori nonchè uno dei migliori noir della storia...Non c'è un solo passaggio a vuoto o noioso, il finale scelto è forse quello più spietato tra quelli disponibili........Robinson è stato un artista superlativo cosi come Fritz Lang, applausi

vehuel  @  13/02/2013 12:04:22
   9 / 10
L'amore sincero, i buoni sentimenti, la nobilità d'animo a volte possono rappresentare una debolezza difronte a persone senza scrupolo e prive di umanità. L'ho preferisco di un punto al celeberrimo "la donna del ritratto" di cui non ho molto apprezzato il finale.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  08/01/2013 01:12:13
   9 / 10
La glaciale regia di Lang rapisce l'occhio all'esteta, l'interpretazione immensa di Edward Robinson (ma che attore è stato?!!!) svela tutte le pieghe di un uomo fallito, e la cadenza drammaturgica ad orologeria stordiscono. Un noir dell'anima, senza poliziotti o gangster, che ritrae il fallimento di un triangolo d'inganni e menzogne a causa della meschinità, della pochezza o (nel migliore dei casi) dell'ingenuità delle persone.

Lang utilizza al meglio una sceneggiatura che vira al melò per raffigurare la deriva di personaggi sconfitti, giocando con l'attesa dello spettatore e rimandando continuamente l'omicidio. Il saper attendere (abituati al martellante ritmo del cinema di oggi) ripaga di un finale magistrale e amarissimo, che getta non un velo ma un macigno di pessimismo sulle pulsioni umane, sul lato distruttivo dell'amore e sulle beffarde conclusioni della giustizia.

Lang non rinuncia ad interrogarsi sul senso della pena di morte, con una capacità unica nell'istillare dubbi senza nessun accenno di maniera o predica moralista.

Di grande suggestione espressionista le sequenze finali.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  28/12/2012 19:30:11
   8 / 10
Ottimo film di Lang. Dopo quasi 70 anni è ancora assolutamente attuale, forse più moderno di allora.

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Norma Desmond  @  09/12/2012 18:00:52
   8 / 10
la derisione dei due, verso quest uomo ingannato dall'amore e dalla vita rende questo film sempre attuale. Il modo in cui regista, nel 1945, affronta la tematica della pena di morte, da un tocco morale unico per l'epoca.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/12/2012 18.28.10
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baskettaro00  @  04/08/2012 22:01:03
   7½ / 10
capolavoro mancato,restano impresse però la grandezza(non si direbbe)di robinson e le atmosfere sicuramente noir,non so che farci ma queste mi fanno impazzir,quelle strade notturne quasi desolate dove è rimasta la pioggia da poco finita che fan da sfondo a vicende pregne di tristezza e disperata umanità..non do 8 perchè so che la storia non è originale(nel senso che è stata "copiata"da un altro film)

Invia una mail all'autore del commento emanuel  @  16/01/2012 17:29:18
   8 / 10
bellissimo film...finale magistrale..memorabile la frase del giornalista che evidenzia la coscienza umana come tribunale interno di ciascuno di noi.
Grande Robinson e ottima la Bennet, bravo anche l'attore che interpreta il fidanzato delinquente....da vedere lo consiglio vivamente!!Lang insuperabile

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  21/07/2011 13:58:10
   8½ / 10
Dopo il bellissimo "La donna del ritratto" continua la felice collaborazione tra Lang e Edward G. Robinson e anche in questo caso avra' la sua importanza l'arte della pittura...
Ennesimo capolavoro di Lang...ormai mi ci sto abituando!

Goldust  @  14/07/2011 18:39:27
   9½ / 10
Dopo la donna del ritratto Lang ritorna con gli stessi attori ed una splendida storia, cupa e pessimista, dove le debolezze dei personaggi sono messe alla mercè del Dio Denaro e dove il destino è implacabilmente e beffardamente in agguato. Onirico e a tratti disperato, con un finale dai rimandi esplicitamente espressivi, è da considerare una delle vette del regista austriaco.
Cast superlativo, da vedere!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  07/07/2011 19:38:38
   8 / 10
Splendido film. Anche per "La strada scarlatta" vale lo stesso discorso di fondo fatto per "La donna del ritratto", solo che in questo film i temi sono più espliciti e meno velati.
Intanto non si parla di sogno ma di vera e propria realtà (anche se ovviamente "finta").
Ne "La strada scarlatta" il valore della famiglia è messo più direttamente in discussione e diventa chiaro e palpabile perché si tenti di evadere dalle situazioni "imposte" e di routine e si cerchino delle evasioni e delle alternative.
Il mestiere di prostituta che svolge la bella donna fatale è messo più chiaramente in luce (anche se non proprio in maniera aperta). Inoltre il suo ruolo non viene idealizzato come in film precedenti di Lang, infatti la bella eroina di facili costumi qui rimane attaccata al suo "magnaccia" e gioca cinicamente con la sua preda, senza farsi troppi scrupoli.
Il film poi contiene una critica abbastanza netta, anche se indiretta, alla pena di morte. Si rappresenta chiaramente che è facilissimo (e possibilissimo) sbagliare e mandare a morte un innocente.
Ovviamente non si poteva permettere che un crimine di gelosia e tradimento (anche se commesso dall'eroe) passasse impunito. Come succede spesso nel cinema classico, ci si affida alla "giustizia di riserva", cioè al rimorso, al senso di colpa, all'autocondanna. Questo ovviamente fino a "Crimini e misfatti" di Allen, che segna la fine definitiva di questo tipo di convenzione del cinema classico.
Bravissimi Joan Bennet e Edward Robinson. Grande maestria da parte di Lang.

JOKER1926  @  27/03/2011 20:38:43
   7 / 10
E' chimerica l'atmosfera che generalmente munifica le ambientazioni cinematografiche di Lang, è splendido dunque trovarsi in un viaggio di sensazioni per mano di una grande, concettualmente sfavillante e potente regia.
Su questa grande scia troviamo "La strada scarlatta" pellicola del 1945 intrisa nel dramma, negli occhi del protagonista, un onesto signore, funzionario di banca, in essa emerge una cosmica desolazione.
"La strada scarlatta" vive in un clima particolare, lo spettatore abbraccia a pieno la causa di un uomo che vuole cambiare in un lampo la propria esistenza, però nelle dinamiche di vita spuntano in modo allarmante personalità meschine che innescano le proprie azioni in un circuito di corruzione ove il denaro è l'unico mezzo per finalizzare i propri bisogni.

Lang perfetto, grandissimi gli attori, Edward G. Robinson passionale.
Storia sempre varia e mai noiosa, l'interesse nell'animo dello spettatore personifica una splendida costante.

"La strada scarlatta" è campo di metafora, illustrazione di parabole pseudo ascendenti in una società deviata da loschi interessi, ma nonostante tutto esiste la poesia, la speranza, l'arte…
Proprio l'arte addensa in essa, nella fattispecie "La strada scarlatta" un senso di pacatezza , di classe e di elegante romanticismo, ahimé lucrata e violentata da opportunisti.
Lang fenomenale nel rappresentare il tutto a dovere, fra mille impressioni, il finale quasi evanescente la conferma di una regia energica.

Zanibo  @  25/03/2011 11:57:27
   9 / 10
8 per la bellezza, 9 perche` e` del 1945 e non e` invecchiato per niente, a parte ovviamente il bianco e nero.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/03/2011 20:04:14
   8½ / 10
Il cast è praticamente identico a La donna del ritratto, ma in questo caso Lang è molto meno ironico rispetto alla pellicola precedente, pur non abbandonandola del tutto (il ritorno del marito creduto morto). L'atmosfera è più fosca specchio del destino dei suoi protagonisti, presi in una spirale che non lascia via d'uscita come dimostra il magnifico finale angosciante di un Edward G. Robinson alla deriva.

dave89  @  07/01/2011 11:36:17
   8 / 10
davvero un bel film.

Mothbat  @  21/11/2010 22:07:55
   10 / 10
Una delle pellicole più cupe e devastanti di Lang.
Capolavoro.

pinhead88  @  07/06/2010 23:47:46
   9½ / 10
Uno dei miei preferiti del maestro Lang.
Fantastico.

emagiul  @  24/06/2009 10:38:44
   10 / 10
Come un uomo puo perdere tutto, per una donna...
Il declino di un uomo condita dall'atmosfaera cupa di un mondo urbano anonimo e dominato dall'incubo della notte..

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  02/05/2009 00:35:02
   8½ / 10
Film nerissimo di Lang, con un finale cupo e devastante. Immediatamente successivo a "La donna del ritratto", questo film di Lang abbandona l'ironia del film precedente gettando il protagonista in un turbine che non lascia scampo, che non ha compromessi.
Straordinario Edward G. Robinson che colpisce con una intensa interpretazione.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  26/10/2008 15:13:25
   8½ / 10
Noir americano per Lang, che viene successivamente a "La donna del ritratto" dal quale riprende il triangolo dei personaggi, e l' elemento di ossessione che anche qui è rappresentato dal ritratto della donna amata. Un cassiere pittore, un E.G. Robinson completamente antitetico al ruolo che si è ricucito nella carriera, talmente buono e innamorato da carpire positivamente, tutte le azioni dolenti a lui inferte da questa atipica Darklady. Atipica perchè a contrario della classica Darklady, Lang non ne nasconde la malafede, nemmeno allo spettatore, e forse per questo è ancora più agghiacciante, mostrandone esplicitamente i continui sghignazzi sotto i baffi e la sfrontata recita nel perseguire i propri fini. Gran sceneggiatura, prevedibile ma nel senso che è talmente perfetta, che quando sembra esserci un buco che solo una determinata scena o una battuta di dialogo toglierebbe, puntualmente arriva. In questo film sono presenti i temi cari al regista: il fato beffardo e la giustizia. "..preferisco essere processato da un tribunale che da me stesso.". Una delle pellicole più pessimiste dell' autore dove tutti alla fine sconteranno la propria pena. Degno dell' espressionismo il risvolto onirico del finale.

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/10/2008 20.14.48
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Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  05/10/2007 17:44:52
   10 / 10
Diciamolo: basta vedere film come questo per fermarsi e dire "Ma che ci vado a fare oggi al cinema?".
Così tanto tempo fa, Friz lang ha già detto tutto ciò che si può dire in un film ed ha già trasmesso tutto ciò che una pellicola può trasmettere.
Non replico le cose esattisisme che sono state dette nei precedenti commenti, aggiungo solo che una frase detta nel treno, verso la conclusione del film, alla presenza del protagonista, è fenomenale: "Preferisco essere processato da un Tribunale, piuttosto che da me stesso".
Il resto non può essere raccontato: va visto e basta.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  11/06/2007 22:39:07
   9 / 10
Non ricordo se l'ho già scritto su qualche altro commento ma male che vada lo ribadisco, Edward G. Robinson è stato uno dei più grandi attori di tutti i tempi, ed in questo film è semplicemente straordinario.
La caratterizzazione del personaggio è tale che man mano che si va avanti con la storia ci si immedesima con il povero Christopher Cross ( Robinson ) al punto da condividere con lui l'innamoramento per Kitty ( Bennett ), la passione ed infine la caduta nel baratro più profondo.
Umiliato e offeso avrebbe scritto Dostoevskij, in tutto e per tutto, nei sentimenti e nel lavoro ( subisce anche l'onta del licenziamento ). Sulla falsa riga del precedente "La donna del ritratto", (gli attori principali sono gli stessi) anche qui Robinson viene completamente abbagliato dalla bellezza di una brava Joan Bennett, con la differenza che qui l'epilogo è ben diverso.
Ancora una volta Fritz Lang scava dentro i sentimenti dell'uomo, dentro le sue debolezze e lo fa con uno strumento eccezionale: Edward G. Robinson.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  17/12/2006 21:53:43
   7½ / 10
Più che un vero e proprio noir lo definirei un film drammatico con tinte noir; il ritmo non è tirato ed i dialoghi non sono né veloci né taglienti. “Scarlet Street” si lascia ammirare più nelle atmosfere spente, uggiose.. nella profonda caratterizzazione dei personaggi (ci sono ingenuità, crudeltà, freddezza, ossessione, delirio, rimorso) e nel pessimismo più totale che tratteggia un fato a volte cinico a volte beffardo.. ma, alla fine, sempre implacabile (le ultime scene, a partire da quella in treno.. descrivono ciò alla perfezione).
Ottime le interpretazioni del riproposto trio Robinson - vittima della vita nel suo complesso e non solo dei due amanti - Duryea - amante cinico, buffone e furbo, ma non troppo - Bennett nel duplice ruolo di profittatrice e succube.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  21/10/2006 19:11:24
   10 / 10
Straordinario nero di Fritz Lang, che con questo film percorre le stesse strade del precedente capolavoro "La donna del ritratto".
Ancora una volta un Lang beffardo, Implacabile, con una storia sempre raccontata con algido e inquietante discacco e con un manipolo di personaggi sempre tutti negativi.

"La strada scarlatta" è l'ennesimo capolavoro del grande regista tedesco, che racconta la storia ambigua di questi tre personaggi, che ingannano, rubano, e uccidono. L'ending, meraviglioso, è quanto di più inquietante e pessimista, il regista potesse dirci sull'inutilità della giustizia umana.

Interpretato da un Robinson magistrale.

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