Siamo a Roma su una terrazza dove un gruppo di amici e conoscenti, tutti appartenenti alla borghesia, si ritrova per passare le serate d'estate. C'è Enrico, uno sceneggiatore in crisi, Amedeo, produttore cinematografico che si è fatto dal nulla, assolutamente privo di cultura. Poi c'è Galeazzo, tornato dal Venezuela per trovare gli amici e un lavoro, e Mario, un deputato del Partito Comunista.
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La narrazione di un gruppo di borghesi di vario rango giunti al capolinea secondo Ettore Scola. Buona e volenterosa l'idea di girare la pellicola in quel modo. La vicenda del parlamentare è manifesto dell'opera, secondo me, e ne sintetizzo estremamente il pensiero citando proprio due battute
dopo lo sproloquio: "Ma che ***** dici?", "Boh, ma che ne so"
. Lo sbando dei vari personaggi simboleggia molto quello dell'inizio degli anni '80 in tutti gli ambiti; devo dire, sarà una mia suggestione, magari, che anche qui il regista ha avuto l'occhio lungo. Qualcuno si è lamentato, mi pare di aver capito, della poca sostanza di fondo a trama finita. Beh, sì, magari non è lo Scola più brillante, ma il girato tratta, anzi si identifica proprio in questo e lo mette davanti agli occhi dello spettatore: poche idee ma confuse (vedi lo sceneggiatore Ernesto), detto scherzosamente. Per me sarebbe un 6/7.