le colline blu (1966)

Bello, meno incisivo del suo film "gemello" ma fa riflettere

Onestamente mi aspettavo qualcosa di più da questa malinconica pellicola piuttosto amata dalla critica . Nonostante la sua lunghezza molto limitata ( 82 minuti ) , predominano una certa lentezza ed scarsa spettacolarità . L'elegante regia di Hellmann ed un efficiente cast con il bravissimo Mitchell ed un giovane Nicholson contribuiscono a renderla meno pesante e più realistica . Da non sottovalutare anche l'importanza dei bei paesaggi desolati dello Utah . Amara parabola sulla Giustizia e sulla Colpa : gli innocenti perseguitati ingiustamente dalla legge , sono costretti loro malgrado a compiere il male per cercare di salvare la pelle ... Certo nel West non esistono più gli Eroi classici ...

Western cupo che non cerca eccessi spettacolari dove due cowboy saranno costretti a vivere da fuorilegge...si vede che il loro comportamente è un "sentito dire" e che non fa parte del loro carattere ma in quei tempi la legge era rapida e violenta alla pari dei ricercati!
Nicholson che interpreta uno dei cowboy non sapeva ancora se fare lo sceneggiatore o l'attore...per fortuna sappiamo come è andata!

Peso di avere visto una versione ridotta visto che il film è stato brevissimo.
Un paese senza legge dove per una sfortunata coincidenza i protsgonisti si ritrovano a rifuggiarsi nel banditismo per sopravvivere

Più convenzionale rispetto alla Sparatoria, Le colline blu è un western più classico, una caccia all'uomo spietata e senza tregua che costringe i protagonisti a comportarsi come dei fuorilegge senza esserlo. La Legge è assente o applicata in maniera arbitraria. Personaggi ben delineati, con Nicholson qui nelle vesti anche di produttore e autore del soggetto.

"Le colline blu" è il film gemello di "La sparatoria", anche se quest'ultimo è nettamente migliore.

"Gemello" significa che il regista, Monte Hellman, nel 1966 li girò, per risparmiare, contemporaneamente, con lo stesso attore, Jack Nicholson, autore anche dello script, e con la stessa mentalità. I film di Hellmann, hanno un taglio realistico, assolutamente antiretorico e antieroico, quello stesso taglio che assumerà il genere western dopo "Il mucchio selvaggio", pochi anni dopo.
Qui invece siamo nel '66, quando Leone stava ancora facendo la trilogia del dollaro.

Da vedere, ma non fondamentale come "La sparatoria".