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Non l’intuibile ma l’assimilabile. Non di simboli è cucita l’opera, ma di immagini sciolte, fra le più libere che si siano mai viste. Cocteau pretende dallo spettatore un assorbimento epidermico, quindi uno smembramento, una scarnificazione che denudi un segreto. “Le sang d’un poete” è uno stupro dell’inconscio.
Lo stesso regista definì il film anti-surrealista, eppure le parole di Apollinaire per certi versi lo vestono a pennello: “ Quando l’uomo ha voluto imitare l’andatura, ha creato la ruota che non assomiglia ad una gamba. Ha fatto così del surrealismo senza saperlo.”