Un ispettore ferisce a morte un giovane di colore e la notizia provoca una violenta rivolta nella periferia di Parigi. Vinz, Hubert e Sai vagabandona per la città alla ricerca di un pretesto qualsiasi per scatenare la loro disperazione, la violenza, l'odio.
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24 ore (un po’ meno in realtà) di vita di tre ragazzi sullo sfondo di una periferia problematica e di un malessere di fondo ormai generalizzato… Personaggi caratterizzati alla perfezione (c’è chi è saggio, chi è incaxxato e vuole in tutte le maniere sfogare la sua rabbia e chi vive di parole), sceneggiatura scritta brillantemente e senza cadute di tono, regia ottima e fotografia perfetta… Kassovitz ci racconta con stile (e senza nessun tipo di moralismo) questa storia ambientata nella periferia francese (ma in realtà il discorso in un certo senso potrebbe funzionare per più o meno per tutte le periferie) e ci racconta di persone e famiglie senza via di uscita … D’altronde “il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”… Il film sta tutto qui, Kassovitz ci racconta di un intera società in caduta libera che pensa solo a come atterrare senza farsi troppo male… Pur facendo del cinema veritè a tratti molto duro Kassovitz non manca di inserire alcuni momenti gustosamente divertenti e un paio di situazioni al limite del weird (la mucca vista solo da Vince e l’apparizione del nano in bagno) che aprono anche diversi spunti di profondità che portano lo spettatore a ragionare su quando vede, cosa che in realtà succede in un po’ tutto il film… Grande pellicola con un Cassel tra l’altro davvero eccellente…