Nel villaggio di Anarene, Texas, tra le effervescenze sessuali dei più giovani, le frustrazioni dei quarantenni e le nostalgie degli anziani, il confine tra noia e dramma è sempre più labile. Siamo nel 1951 e l'educazione alla vita del giovane Sonny è tutt'altro che facile.
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Probabilmente il capolavoro di Peter Bogdanovich insieme all'esordio "Targets" e "Dietro la maschera". Il bianco e nero (suggerito da Orson Welles) è la scelta giusta per rappresentare compiutamente la più profonda provincia americana nel 1951 (ma non è cambiato molto rispetto ai tempi attuali) in una sperduta località del Texas. Le vicende di Sonny e di Duane (un grande Jeff Bridges) ruotano attorno alle sorti della modesta comunità di Anarene e forniscono un ritratto pessimista e nero dell'esistenza umana, fatta di dolori e tragedie; neppure l'amicizia si salva e tutti i rapporti umani sono destinati a sfaldarsi senza possibilità di riscatto. Le ultime scene (la partenza di Duane per la guerra di Corea, la morte del povero amico ritardato e il ritorno dalla donna matura Ruth - la Cloris Leachman di Frankestein Junior) uniscono vecchie e nuove generazioni nel dramma senza futuro alcuno.