magnifica presenza regia di Ferzan Ozpetek Italia 2012
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magnifica presenza (2012)

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locandina del film MAGNIFICA PRESENZA

Titolo Originale: MAGNIFICA PRESENZA

RegiaFerzan Ozpetek

InterpretiElio Germano, Margherita Buy, Paola Minaccioni, Giuseppe Fiorello, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, Alessandro Roja, Claudia Potenza, Monica Nappo, Gea Martire, Bianca Nappi, Massimiliano Gallo, Platinette, Anna Proclemer

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia 2012
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2012

•  Altri film di Ferzan Ozpetek

Trama del film Magnifica presenza

Magnifica presenza vede protagonista Pietro, 28 anni, che arriva a Roma dalla Sicilia con un unico grande sogno, fare l'attore. Tra un provino e l'altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti. E' un ragazzo timido, solitario e l'unica confusionaria compagnia è quella della cugina Maria, apprendista avvocato dalla vita sentimentale troppo piena.Dividono provvisoriamente lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille. Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d'epoca, dotato di un fascino molto particolare e Pietro non vede l'ora di cominciare la sua nuova esistenza da uomo libero. La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti. E' chiaro che qualcun altro vive insieme a lui. Ma chi?

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Voto Visitatori:   6,10 / 10 (47 voti)6,10Grafico
Voto Recensore:   3,00 / 10  3,00
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Voti e commenti su Magnifica presenza, 47 opinioni inserite

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Zarco  @  22/05/2016 20:04:58
   6 / 10
La cultura italiana è ormai incancrenita da una propaganda soffocante che si insinua ovunque. Così nel cinema, monopolio di una classe di potere degenerata e traditrice che impone i suoi volgari contenuti, e che quindi consente di lavorare solo a chi ad essi si piega, i suoi attori, i suoi registi, etc. La cultura libera non c'è più. Si sta ripetendo il modello dell'epoca fascista, in cui ogni produzione culturale deve trasmettere i "valori" di regime.
Questo film, che parte da un'idea suggestiva e che avrebbe avuto una radice fertile, resta in superficie e non approda a nulla di significativo, pur in un elegante contesto estetico e rappresentativo che a tratti richiama una sensazione lirica.
Innanzitutto le musiche, arabeggianti (primo elemento da imporre in funzione dell'invasione araba in corso che devono farci accettare) o comunque esotiche, che non c'entrano nulla con la storia raccontata, tipicamente italiana e di un'epoca in cui queste sonorità non si sapeva neanche cosa fossero.
Poi il marito arabo (e ci risiamo) di una delle componenti la compagnia, un'anomalia forzata che ulteriormente fa stridere la storia.
Sono riusciti a piazzare un "mohamed" anche qui (il figlio della coppia). Ormai li troviamo in ogni anfratto.
Naturalmente anche il personale extracomunitario che sostituisce il lavoratore italiano (e poi col tempo anche l'italiano tout court) prende anch'esso il suo gettone di presenza.
Ancora, non potevano mancare i soliti nazisti cattivi che uccidono la gente, tanto per farci rammentare sempre il senso di colpa da provare ogni qual volta si esca dal pensiero unico "buonista" del regime, per cui per chi devia è subito pronta l'accusa di nazismo.
Insomma, un buon embrione reso deforme da una situazione culturale generale che rispecchia la decadenza e la degenerazione di una società, la nostra, malata e in agonia.
Valutazione finale dunque di sufficienza risicata, per essere generosi.



1 risposta al commento
Ultima risposta 22/05/2016 20.10.27
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Kitiara31  @  04/04/2012 11:51:45
   8 / 10
Qualcuno può dire a Ozpetek che anche se un film pieno di personaggi omosessuali può serenamente dichiararsi gay lo stesso?
A parte questo, a me il film è piaciuto molto: la sceneggiatura ben strutturata e originale , la musica fantastica che accompagna le scene, tutti gli attori hanno ben recitato (Beppe Fiorello, la Buy e la Puccini) .
Su tutti Elio Germano, secondo me il miglior attore italiano in circolazione.

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Ultima risposta 18/11/2012 23.33.00
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kerkyra  @  01/04/2012 12:51:23
   3 / 10
Premesso che normalmente il regista mi ha abbastanza convinto, io mi chiedo come mai un regista omosessuale debba sempre e dico sempre mettere la tematica omosessuale in ogni suo lavoro.
Mi sembra estremamente claustrofobico, ripetitivo e castrante.
Il film è talmente brutto che anche un attore fantastico come Elio Germano appare spaesato.
E ho detto tutto!!!!

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Ultima risposta 17/04/2012 22.29.38
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gianni1969  @  20/03/2012 00:26:12
   3 / 10
brutto,brutto,brutto;storia senza senso,recitato male,se questo e' uno dei migliori registi italiani,siamo messi bene. a mio personalissimo parere,salvo rare eccezzioni,il cinema nostrano si ferma al 1980

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Ultima risposta 21/03/2012 23.58.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/03/2012 20:13:24
   4½ / 10
Calcava i territori più consueti con il suo film migliore ("Mine vaganti"), e adesso te lo ritrovi, l'italoturco, con il suo bisogno di essere fuori dal coro, in un contesto irrilevante, stridulo. E' "Magnifica presenza" il bel titolo di un film francamente terribile. Lo è "alla maniera di Ozpetek" osservando commossi il regista provare a rendersi credibile fuori dal suo cameratismo cinefilo. Poteva rivelarsi una gradita sorpresa, non è così. Non basta aver visto i film di Fellini, le commedie di Eduardo, qualcosa di Ferreri o rifare Bunuel ("L'angelo sterminatore" figuriamoci) pensando a quell'occhio surrealista che è anni luce distante dalla cucina e dai tinelli del "fornaio" Ozpetek (con tanto di pasticciere come ai bei tempi di La finestra di fronte). Non basta per reclamare una posizione privilegiata di "intoccabile". E' una specie di rispetto quella che si deve per un'operazione fallimentale piena di buone intenzioni, di quelle che il cineasta difende come "capolavoro della sua maturità", l'affetto che prova il padre davanti al figliol prodigo tornato a casa. Un'idea brillante congegnata male e realizzata peggio. Certo, convivono stilemi tipici del cinema di O., con la coralità Altmaniana, la dimora e soprattutto il passato. O. cerca esperienze corporative ma la pergamena della memoria non diverge poi molto dal passatismo di maniera di Pupi Avati. Una mise in scene che celebra i fasti del bel vecchio recital - la compagnia ricorda a tratti certe cose del Quartetto Cetra - ed è come se Pirandello riscoprisse una modernità che è solo nostalgia antiquaria. Tutto questo non può rendere giustizia nè all'effimero presente nè a fantasmi illustri o meno di un redivivo passato.
In questa "polvere di stelle" di fantasmi e ricordi, è emblematico il fallito provino di Germano, costretto ad ammiccare senza pudore a un tronfio clichè melodrammatico che non ha nessun bisogno di esistere, oggi.
Per questo unico momento davvero plausibile quello che riesce magnificamente a volteggiare tra grottesco e vita reale, passato e presente, è la liberazione "esterna" degli attori, in un'Italia contemporanea che ha poco tempo da dedicare a quel professionismo falso ed enfatico del vecchio teatro italiano. Puoi chiedere "in che anno siamo", sperando che il germanesimo tardivo di O. sia un giocoso paradosso. Quasi quasi meglio lasciare i fantasmi a morire

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Ultima risposta 07/04/2012 18.26.44
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marcodinamo  @  19/03/2012 18:48:26
   8 / 10
Al contrario di qualcuno che mi ha preceduto, io non ho mai sopportato Ozpetek. Ebbene questa pellicola l'ho trovata deliziosa con questo sapiente gioco fra realtà che sembra finzione e finzione che sembra realtà. Trovo piuttosto superfluo e invero stantio il solito ricorso alle vicende gay del protagonista

11 risposte al commento
Ultima risposta 22/03/2012 13.22.20
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Invia una mail all'autore del commento Larry King  @  19/03/2012 00:37:12
   8½ / 10
Summa poetica ed estetica di tutta la cinematografia di Ozpetek, crogiolo perfetto delle maggiori ispirazioni e suggestioni di tutte le sue opere. In un solo film riesce a riassumerli tutti, deliziandoci con un'opera delicata ed ingenua, come il suo protagonista, priva di qualsiasi ombra di scurrilita' (ed in tempi odierni meriterebbe il 10 con lode solo per questo).
Un cast di attori perfetto, ed un cambio di registro scenico ed emotivo continuo, dalla commedia al melodramma, al grottesco al horror (in cui il caro Ferzan per divertimento potrebbe anche provare a misurarsi). Uno dei rari casi in cui si puo'rimpiangere la fine della visione. Perfezione sfiorata per due piccole pecche: l'autorefenzialita' a volte leziosa ed il rischio, evitato, che il film si trasformi in un "Midnight in Rome". Per il resto, il cinema italiano, prima con l'ultimo Verdone, ora con questo, da'finalmente segni di vita importanti.

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Ultima risposta 21/03/2012 13.48.43
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annab  @  17/03/2012 20:09:48
   9 / 10
Sono andata a vederlo sulla fiducia: il film non mi attirava ma, ad oggi, ho amato tutti i film di Ozpetek che ho visto e quindi...
Film magnifico che si regge tutto su Elio Germano ma che di Elio Germano, o meglio di Pietro "Ponte", infondo, non racconta la storia. Del protagonista, infine, si sa poco, molto (per non dire tutto) viene lasciato all'intuito dello spettatore, cui viene dato solo qualche suggerimento qua e là. La storia che viene raccontata è quella delle "comparse". Ma di questo film non mi ha colpito la trama, che in qualche modo quasi non c'è, mi ha colpito la recitazione di Elio Germano, il suo accento siciliano che era naturalissimo e totalmente lontano da una qualunque "scimmiottatura", mi ha colpito la delicatezza e la poesia di quasi ogni scena, la grandezza di Anna Proclemer, il cameo di Mauro Coruzzi, e potrei continuare ma credo basti dire che, una volta uscita dal cinema, sarei entrata di nuovo per rivederlo e che i titoli di coda hanno spezzato un piccolo incantesimo durato quasi due ore.

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Ultima risposta 19/03/2012 16.13.53
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