Earl Partridge, in punto di morte, desidera dopo anni rivedere il figlio che ha seguito le orme del padre nell'ambiente della televisione, attorno a questa situazione si intrecciano le vicende di altri personaggi.
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Questo è un film che lascia il segno. Parte abbastanza in sordina, i vari personaggi sembrano avere ben poco in comune e non si capisce quale possa essere il punto di incontro delle varie storie, il fatto è che questo intreccio non c'è, o meglio non sempre, ma il filo che lega questi 9 personaggi è il crescendo sincrono di drammaticità che colpisce tutti, chi per un motivo chi per l'altro. Un malessere condiviso, che buca lo schermo e arriva allo spettatore che quasi si sente il decimo protagonista del film. L'evento atmosferico finale, seppur senza una spiegazione logica, fa un bell'effetto.
Esteticamente è un film impeccabile, dalla regia a tutto il cast, tutti e 9 i personaggi sono interpretati come meglio non si potrebbe: Tom Cruise candidato all'Oscar anche se in fin dei conti non l'ho trovato superiore agli altri 8, forse anche perché interpreta il personaggio con il quale è più difficile empatizzare e non trovare insopportabile. Il fiore all'occhiello sono le musiche, niente di eccezionale prese singolarmente, ma legate alle immagini e tra di loro in maniera perfetta.
L'ispirazione di "America oggi" è ovviamente evidente, ma a mio avviso il film di Altman ha qualcosa in più, soprattutto dal punto di vista dei personaggi, dell'atmosfera e dell'intreccio.