messaggero d'amore regia di Joseph Losey Gran Bretagna 1971
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messaggero d'amore (1971)

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locandina del film MESSAGGERO D'AMORE

Titolo Originale: THE GO-BETWEEN

RegiaJoseph Losey

InterpretiJulie Christie, Alan Bates, Edward Fox, Michael Redgrave, Dominic Guard, Margaret Leighton, Michael Gough, Richard Gibson, Simon Hume-Kendall, Roger Lloyd Pack, Amaryllis Garnett, Keith Buckley, John Rees, Gordon Richardson, Jim Broadbent, Joshua Losey, Arnold Schulkes, Anneke Wills

Durata: h 1.33
NazionalitàGran Bretagna 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1971

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Trama del film Messaggero d'amore

Inghilterra, estate del 1900. Leo, un bambino di tredici anni, trascorre le vacanze nella tenuta di campagna di un amico. Qui l'aristocratica Marian (Julie Christie) ha una storia d'amore con il fattore Ted (Alan Bates) e i due amanti si servono di lui per scambiarsi appuntamenti e lettere appassionate. Il conformismo e l'ipocrisia della società avranno però il sopravvento e anche la personalità di Leo ne verrà segnata irrimediabilmente.

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Voto Visitatori:   7,83 / 10 (6 voti)7,83Grafico
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Voti e commenti su Messaggero d'amore, 6 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  14/03/2022 23:16:43
   7 / 10
Come per "Il servo" Joseph Losey porta sullo schermo due classi sociali mostrandone tutte le sfaccettature possibili dove non puo' mancare l'ipocrisia del mondo borghese.

La scena si sposta agli inizi del '900 dove il costume e l'immagine devono avere un certo contegno. Al centro quindi di un amore impossibile troviamo un ragazzo che viene utilizzato da messaggero e che inizialmente fara' tutto perche innamorato della donna protagonista.

Il momento della conoscenza di quel mesto lavoro è il momento piu' emozionante del film.

Complessivamente non mi ha folgorato ma la classe del regista si nota in vari momenti. Molto personale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/04/2012 10:58:31
   8 / 10
Messaggero d'amore è un film molto ben riuscito perchè a mantenere un equilibrio eccellente tra il romanzo di formazione del ragazzo protagonista e il suo impatto con il mondo adulto diviso in classi, con quelle più alte arroccate a rituali postvittoriani e impermeabili a qualsiasi rapporto con le "subalterne" o presunte tali. Triangolo d'amore e fine dell'infanzia resi in maniera impeccabile da Losey sia a livello estetico che narrativo. Di questo regista preferisco Il servo, ma anche questa pellicola è da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  26/03/2010 17:48:21
   8 / 10
C’è tuttavia dietro alla raffinatezza morigerata, molto inglese di questo teatro all’aperto una certa crudeltà, una icastica freddezza. Il messaggero, l’innocente e ignaro fanciullo porta con sé, allo spettatore, un’ambasciata che non ha in sostanza nulla di amoroso: egli stesso non è che il mezzo sfruttato per le corrispondenze e gli affari degli adulti; a lui tocca - chiamato ad abbandonare insomma la sua “Rosamunde” - l’onere di far da tramite agli intrighi passionali, ai grandi e irreparabili dissidi sociali.

Diviene una cruda commistione tra cinismo e amore; mistura calibrata ma che assume principalmente le tinte del primo elemento.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  14/06/2009 15:17:32
   8½ / 10
Ha un fascino particolare questo film che è difficile da definire. E’ una sensazione di piacere estetico che scatta fin dalle prime immagini e dai primi suoni del film. Immagini/suoni sono la colonna portante stilistica e entrambi sono curatissimi. Qui Losey ha veramente dato il meglio di se stesso. Si comincia con una bellissima sonata per pianoforte sullo sfondo di una splendida campagna inglese estiva. Per tutto il film domina questo sguardo estetico, un misto di piacere e nostalgia, trasmesso molto bene anche allo spettatore che rimane come incantato.
E’ anche l’approccio giusto alla storia, visto che il protagonista è un tredicenne di famiglia modesta (Leo) ospitato in una grande casa nobiliare di campagna durante le vacanze estive, agli inizi del ‘900. Alla fine si capirà che si tratta di un flashback di una persona anziana e questo spiega anche il carattere nostalgico e quasi doloroso che pervade lo svolgersi della storia.
Il film tratta sia di argomenti specifici che universali. La storia si inserisce nella tradizione letteraria inglese fra le due guerre (Lawrence e Forster) e tratta del declino della nobiltà e dell’etica vittoriana a favore delle classi sociali più modeste e di un modo di comportarsi più libero dal punto di vista sentimentale e sessuale. I personaggi nobili sono visti in maniera distaccata (con gli occhi del non ricco Leo) come molto (anche troppo) raffinati, un po’ fatui nel loro manierismo e economicamente parassiti (non fanno attività manuali se non artistiche). A loro si contrappone il personaggio di Burgess, un contadino prestante, bello, molto attivo, per nulla bifolco anche se lavora direttamente la sua terra. Da lui emana un forte fascino di prestanza fisica, caratteriale e erotica che affascina, cattura e sconvolge Marian, la giovane figlia della famiglia nobile (un po’ come Lady Chatterley). Il film indugia molto sul contrasto fra questi due ambienti. Una lentezza ripagata dalla grande bellezza che irradia dalle immagini e dalle sensazioni espresse.
L’altro lato (quello universale) riguarda invece il difficile trapasso da infanzia ad adolescenza, con cui deve fare i conti il non innocente Leo. Viene ingaggiato da Marian come messaggero fra lei e Burgess. Lei lo tratta a tutti gli effetti come un bambino, mentre Leo invece si innamora letteralmente di lei, quasi s’ingelosisce e gli pesa enormemente essere parte neutra in causa. Tanto più che è curiosissimo di sapere cos’è quella cosa che lega così a fondo un uomo e una donna. Per questo in qualche maniera ammira e si lega anche lui a Burgess, rimanendo però deluso perché pure Burgess, anche se esitante, non lo vuole considerare come una persona già adulta.
Il finale quindi s’intristisce di rammarichi, di occasioni sprecate, del dolore del malinteso e del non espresso. Il non espresso diventa così la chiave di volta per capire il dolore e un ammonimento a non ripetere gli stessi errori. Le ultime immagini vedono Leo adulto che cerca di riparare all’errore del non espresso che rovina i rapporti fra le persone ieri oggi e domani.

paride_86  @  28/01/2009 03:20:46
   7 / 10
"Messaggero d'amore" si distingue soprattutto per la puntuale analisi del tessuto sociale che va a rappresentare, tuttavia è molto didascalico per tutta la sua durata e sbrigativo quando si tratta di dipanare la matassa finale.
Secondo me è un film che sente molto il peso degli anni.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  16/06/2007 00:06:56
   8½ / 10
Oh io adoro questo film: continua la collaborazione con lo sceneggiatore Pinter (Losey ci lavorava insieme fin dai tempi del "Servo") e lo script non ammicca (come si potrebbe credere) allo "scandaloso2 "L'amante di Lady Chatterley" nonostante le affinità, ma è una trasposizione di un'altro romanzo, "L'età incerta" di Hartley: l'amore, il sesso visti con gli occhi di un'adolescente sprovveduto e privo di malizia: la ricostruzione storica di Losey è affascinante e sublime, con certe impeccabili rievocazioni di vita comune degne del Barry Lyndon di Kubrick (chissà che il Maestro non si sia ispirato a questo bellissimo film inglese), ma è soprattutto nell'incontro dei due amanti, Marian e Ted, le loro divisioni sociali, e gli occhi del "messaggero" Leo mentre cerca di collocare un sentimento che ignora e di cui è involontario testimone, che il film raggiunge un livello di grazia e di poesia raramente imitato.
So che ha vinto al festival di Cannes, ma preferisco soffermarmi sulla bellezza univoca di questo universo di passioni e sul volto sempre splendido di Julie Christie

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