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Ma quanto mi piace questo film, del resto chi non è per due cuori e una capanna. Precedente a "Lezioni d'amore" e azzeccatissimo sia nelle tematiche che nella cronologia, il primo parla del matrimonio dal momento in cui è già terminato, questo nel momento in cui starà per nascere. E' una stupenda storia d'amore che finirà un pò male, quest'avventura un pò anarchica me la porto dietro da molto tempo quando lo vidi per la prima volta in tv, è insolito come Bergman in questo caso indichi precisamente la donna come unico responsabile della rovina di tutta la storia. Interpretata da una bellissima allora Harriet Andersson -la risposta svedese all'androginia Hollywodiana che era rappresentata dalla Katharine Hepburn- dalle spalle più belle che abbia mai visto in vita mia, tutta la pellicola gioca sulla caratterizzazione un pò particolare di Monica, gioiosa nel passare l'estate in riva al fiume, ma che rimprovererà al marito di vivere come degli animali quando invece si saranno stabilizzati in città. Mi permetto di citare la frase che ancora mi mette i brividi: "la storia in due battiti di ciglia, il cineasta dell'attimo", in riferimento al primo piano finale sulla protagonista definito da Godard il più triste della storia del cinema.