Intellettuale russo viaggia in Italia sulle tracce di un compatriota, musicista del Settecento morto suicida. Gli fa compagnia una bionda italiana, ma la nostalgia per la madrepatria lo consuma.
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1983. Ormai tarkovskij può contare su una nutrita schiera di fanatici delle sue opere che sarebbero pronti a gridare al miracolo anche se il nostro riprendesse per due ore la polvere che lentamente si accumula su un mobile. In verità è già stato fatto da qualcuno che pensava di essere all''altezza dei geni delle avanguardie, ma tant''è. Sta di fatto che questo film è la prova lampante che anche uno svogliato tarcovskij riscuote comunque successo. la dilatazione temporale di stalker era più che motivata; le lunghe inquadrature contobilanciavano i tempi di comprensione della vicenda, del "punto della situazione". In nostalghia ci sono solo carrellate fini a se stesse e sinceramente inutili, vuote e ridondanti. I pochi dialoghi potrebbero sembrare, se ascoltati in stato d''arorazione, un qualcosa di epifanico, di trascendemtale, ma in reltà si tratta sempre degli stessi concetti triti e ritriti. Il costante conflitto tra natura e civiltà, la sensazione di aver scelto la via sbagliata (senza però mai indicare una valida alternativa, perchè quelunque alternativa è impossibile; il corso dell''evoluzione ha già decretato quale sia la via, l''unica), il riscatto del "folle" e la condanna del "normale", che assiste inutilmente e incuriosita al rogo, al sacrificio compiuto in nome della comprensione. Come il bonzo che si dà fuoco per protestare contro la guerra in vietnam. Se io prendo una poesia di caproni e ci monto sopra delle immagini per due ore non ho prodotto un capolavoro. il capolavoro rimane sulla carta, e io ho compiuto un''operazione assolutamente inutile. E la cosa più incredibile è che tarkovskij continua a prendere una sfilza di 10 a mio parere grazie ad un nome, mentre un autentico genio come kieslovski sembra essere dimenticato dagli utenti di questo sito. ma davvero vi basta una carrellata di mezz''ora e qualche sterile linea di dialogo che si vorrebbe eterna e cristallina (e invece non riesce a nascondere la pochezza degli intenti) per mandarvi in sollucchero? boh, però io vorrei sempre vedervi mentre guardate questi film, col lo stupore negli occhi e non con lo sguardo che volge all''orologio. per chi pensa che la noia sia arte.