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Surreale e bizzarro corto di Svankmajer,che continua il discorso cominciato con The Flat.......non proprio semplice da comprendere.......comunque tra i suoi lavori degli anni 60 è uno dei più interessanti (non il migliore). Inquietante il finale.
Continua il discorso iniziato con The Flat, ma è più arduo da seguire. Svankmajer si dimostra sempre più cinico in questa personalissima e inquietante visione della vita e dell'umanità, non c'è più riso, non c'è più ironia. Qui oggetti senza senso e scopo vivono la loro non esistenza e preparano senza alcun rimorso morale la sepoltura di un uomo, di tutti gli uomini. Da osservare la presenza costante dell'Armadio, un oggetto carissimo al regista, come già si vedeva in The Flat e come si osserverà in Conspirators of Pleasure. Che l'umanità sia caduta, a causa degli orrori della Storia, sembra essere la tesi di Svankmajer.
Discorso simile a quello di The flat, anche se qui riproposto in chiave più leggera e meno opprimente. Il feticismo per gli oggetti porta questi ultimi a succhiare la vita dagli uomini, che così si scavano la fossa da soli.
Vedo che qui sotto c'è gente che ha apprezzato questo corto quanto me. Un Picnic nel quale non vi è l'ombra di un uomo,ma sono gli oggetti e le cose a dominare tutto. Finale spiazzante ma,i più riflessivi,potranno anche intuirlo(io non ci sono arrivato)
Non so se è antecedente o posteriore a The flat, però questo corto sembra un corollario di quest'ultimo. L'uomo è solo un pallido ricordo impresso su delle vecchie istantanee e gli oggetti hanno vita propria come se avessero assorbito un umanità ormai assente.
Del primo periodo di Svankmajer è uno dei più interessanti e surreali. Il finale è inaspettato e dà una particolarissima e convincente chiave di lettura su tutti gli 11 minuti di questo divertente (e anche terribile alla fine,perché no) corto del regista ceco. Un pò come in The flat,in cui gli oggetti di uso comune (in questo caso di un picnic) si ribellano all'uomo. Da vedere.