piena luce sull'assassino (1961)

Il regista dà continuità al suo precedente "Occhi senza volto" e avvalendosi ancora una volta della coppia Bolileau / Narcejac alla sceneggiatura firma un giallo dall'ambientazione suggestiva dove l'azione lascia il campo alla suggestione ed al fantastico. Luci e soprattutto suoni hanno grande risalto, seguendo la strada già tracciata da Lang per il suo ultimo Mabuse (uscito l'anno prima ). Così lo spettrale castello si trasforma in un sinistro Grande Fratello dove ogni spostamento è registrato; peccato che la tensione non sempre sia di livello e che le storie private dei vari personaggi facciano fatica a carburare nella piatta prima ora. L'ultima mezz'ora è quella dove si concentrano gli eventi più importanti ed è messa in scena con grande accuratezza, senza rinunciare a punte ironicamente grottesche come ad esempio il suggello risolutivo. Anche la soluzione del giallo non delude e conferma Franju come un esperto del genere.

Giallo gotico di Franju, il cui nocciolo è figlio della crudezza dei suoi primi documentari, quando ancora era votato al cinema di denuncia, qui il tema è la venalità degli eredi di una grossa fortuna, la sparizione del corpo del conte, causa il congelamento dell'eredità per 5 anni, ciò darà seguito ad uno sterminio in famiglia.
Un filo d'ironia, un ritmo non sempre sostenuto, tensione a sprazzi, ma tutto sommato buona conferma alla sua carriera dopo l'ottimo 'Occhi senza volto' dell'anno precedente, ricorda per certe atmosfere gotiche il 'Dementia' di Coppola prodotto da uno dei maestri del genere, Corman, dello stesso anno è anche il 'Suspense' di Clayton altro scenario gotico ma altro livello di temi e di qualità.