porte aperte (1990)

Tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia è un buon film questo di Gianni Amelio.

Ambientato in epoca fascista è un film contro la pena di morte all'epoca applicata sotto il regime


Da sottolineare la sempre ottima prova di Volontè ed anche di Ennio Fantastichini.


Sceneggiato dal regista con Vincenzo Cerami.


Musiche di Franco Piersanti

Film un po' mattone sulla pena di morte e il processo gestito da un anziano Volontè, che però presenta un'ottima interpretazione. Il film comunque, è lento, grigio e non troppo piacevole, mi ha affaticato.

Senza dubbio buono, ma non lo mitizzerei come hanno fatto alcuni, perlomeno in riferimento ad una presa di posizione un pò discutibile (che ha a che fare, a quanto ho capito, con la contrarietà, in ogni caso, della pena di morte anche riguardo casi di pluriomicida, cosa imho discutibile).

Eccelso Volontè, come Fantastichini del resto, la bravura di Sciascia (libro) e di Cerami (co-sceneggiatore) non si discutono, la messa in scena di Amelio è come sempre incriticabile, ma riguardo al film ho comunque colto una certa presuntuosità, quasi un lassismo riguardo ad un tema che, magari, andrebbe affrontato molto delicatamente, caso per caso, e non a partito preso.

Insomma, ci sarebbe di discutere moltissimo e gli estremi, riguardo alle opinioni, non vanno mai bene; un film che narra punti di vista che si potrebbero controbattere in molti modi.

Secco e glaciale quella di Gianni Amelio è la metafora, l'affresco dell' Italia degli anni trenta, protagonisti in "Porte aperte" un assassino martoriato e un giudice permaloso che cercherà di impedire una condanna a morte.
"Porte aperte" attraverso la faccia e la tempra di Gian Maria Volonté riesce a infondere una malinconia e una positiva monotonia di fondo efficace a portare, senza cenni di retorica, un grigiore stagnante nei luoghi e nelle mente delle pedine del disegno della regia di Amelio.
Bella e particolare la colonna sonora sinonimo di sgomento e di drammaticità, il film non mostra ponderose pecche se escludiamo alcune incursioni demagogiche circa il Fascismo, il tutto gira bene e lo spettatore è immerso a dovere in una storia tetra che, nel finale, certifica in modo pressoché imponente l'aspra e l' impetuosa legge.

"Porte aperte" è un altro film importante, dramma giudiziario che oltre a scandire con cinismo le personalità dei personaggi rappresenta in buon modo la Sicilia del tempo remoto, la regia riporta scenari, costumi e la mentalità; di mezzo c'era la morte di una femmina siciliana, ma la gigantesca presenza di uno specifico Movimento del tempo dirottava e modificava persino i pensieri maschilisti e i sincronismi di un imponente pezzo d'Italia, quello siciliano.

Buon film che tratta il tema della pena di morte, ma personalmente non lo trovo un capolavoro, forse perchè non è tra i generi che preferisco

Probabilmente il miglior film di Gianni Amelio.
Regia curata ma nient'affatto pesante, sceneggiatura e dialoghi che ti entrano dentro e ti portano a scavare nella psicologia dei personaggi fino alla fine.
Si vede la passione di un lavoro ben fatto in ogni fotogramma della pellicola.
Grandi tutte le interpretazioni degli attori a cominciare da Ennio Fantastichini, ma Gian Maria Volontè è semplicemente immenso; qui dimostra come non mai la capacità di saper dare intensità e vita ad un personaggio compassato e introverso al pari di quelli visti in interpretazioni eclettiche dei suoi film passati.

Film davvero interessante dove un uomo lotta contro tutti per affermare l'ideale della liberta' umana e di come una persona prima di mettere a morte un altro essere umano deve farsi un bell'esame di coscenza!Il colpevole in questione non ha nessun alibi ne una patologia particolare che puo' farlo passare per pazzo...è una persona normale,come noi...e sembra indefendibile per il gesto che ha commesso!
Ottimo volontè che impersona ancora una volta un personaggio particolare e controverso,ancora una volta uno contro tutto il sistema...
Il finale è significativo...

SPOILER

Grande film Volonte' superbo indimenticato sempre su temi delicati questo in particolare mette in luce la necessita' del popolo di limitarsi alcune liberta' primarie per sentirsi protetto nella vita di tutti i giorni.(Attuale anche oggi sia in Italia che negli Usa per motivi diversi immigrazione-terrorismo islamico).Assolutamente da vedere.

Film riuscitissimo. Tratto da un libro, una storia che ti trascina nel dramma giudiziario che la pellicola ha come oggetto. Un grande attore, convincente e superlativo, fa si che tutto qui funzioni a meraviglia. Bel film, nulla da dire.

Buona prova da parte di Gianni Amelio che con questo film, tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, mette in atto la denuncia contro la pena capitale, ma soprattutto getta una luce sugli aspetti di corruzione e perversione degli ambienti fascisti, negandone l'immagine di integrità e moralità che all'epoca veniva sdoganata.
Il titolo trae origine da un detto popolare secondo il quale "durante il fascismo si dormiva con le porte aperte", e che da Amelio, e prima ancora da Sciascia, viene smontato e ribaltato allo scopo di rappresentare il degrado culturale del famigerato ventennio fascista, di cui una delle più brutali espressioni è stata l'istituzione della pena di morte.

Il migliore Amelio di sempre. Film che affronta un tema difficile e delicato come la pena di morte sorretto con un intensità sublime da un Gian Maria Volontè immenso e un Fantastichini perfettamente all'altezza. Emozionante sotto tutti i punti di vista. Imperdibile.

Purtroppo bisogna tornare indietro 20 anni per vedere un film su temi difficili, d'impegno che richiedono un'attenta visione .
E' Un'opera bellissima che riesce perfettamente nel compito che spetta al cinema inteso come arte: indurre lo spettatore a riflettere sul film e sul significato che esso trasmette.

Il film è aiutato dal monumentale Volontè che anche in questo caso si conferma, prendendo in prestito le parole di Francesco Rosi, uno dei più grandi attori della storia del cinema mondiale.
Oso spingermi più in là. L'appellativo di attore a mio avviso è riduttivo quando si parla di Volontè. Il suo contributo (e non è l'unico caso nella sua filmografia) è così immenso che solo la sua espressione nell'ultima scena vale tutto il film. Quando un attore è così determinante nel successo dell'opera bisogna parlare di attore-autore. L'importanza di Volontè è pari livello a quella del regista stesso. Non a caso in quell'anno il grande Ingmar Bergman fu talmente impressionato dalla recitazione di Gian Maria che creò una categoria ad hoc (miglior attore europeo) pur di premiarlo.

Molto bravi anche Carpentieri e Fantastichini. Quest'ultimo racconta che Volontè non gli rivolse mai parola fino a riprese ultimate per interpretare meglio il ruolo distaccato che doveva avere nei suoi confronti nel film.

in confronto ai film di Rosi non mi risulta certo impegnato anzi pare un film quasi leggero, lodevole l'intento del regista di riportare alla luce una storia vera. GRANDISSIMO GIAN MARIA VOLONTE' come sempre!

Uno dei migliori film di G. Amelio. Cast eccellente, ottima regia, storia solida. Riesce ad essere ferocemente politico e asciutto.
Davvero interessante.

film bellissimo con attori incredibili. ottimo Carpentieri, ma sublime nella sua maschera di tristezza e di vigore l'indimenticabile Volontè.
fu un onore per il giovane Amelio dirigere un film del genere. ne uscì rinvigorito a suo modo anche se si è spenta quasi del tutto la sua intuizione artistica...

Un film riflessivo ambientato nella Palermo fasciste degli anni '30.
Da citare i temi sulla pena capitale e sulle ingiustizie che, se scavate in profondità, possono risiedere anche tra le persone più decorose.
E un grande finale con la lezione di vita tratta dgli scritti di Dostoevskij.
Con il compianto Gian Maria Volontè e un grandissimo Ennio Fantastichini.
Lodevole

veramente bello, lo consiglio a chi vuole vedere un film un po impegnato
volontè grandissimo