Le storie di due delinquenti, un pugile e una coppia di rapinatori di tavole calde si intrecciano in quattro storie di umorismo e violenza nel tempo stesso.
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Con questo film Tarantino ha dato una svolta al cinema anni 90,contaminando i generi,ridefinendo l'estetica della violenza, e abbattendo le sempre presenti distinzioni tra cinema "d'autore" e cinema di "genere". E'un'operazione squisitamente popolare quella di Tarantino,riconducibile a mille influenze cinematografiche:un mix tra l'universo dei gangster tanto caro a Scorsese ma svuotato di fascino e regole,e la rappresentazione della violenza di autori come Sergio Leone e Sam Peckinpah trasformata in iperbole grottesca per un palcoscenico riconducibile a un action movie di Hong Kong di fine anni 70....aggiungete un'onnivara passione cinefila e il capolavoro e'servito.Pulp fiction sorprende soprattutto per i dialoghi veri e propi protagonisti del film:rapidi,sferzanti,forsennati e spesso svuotati di una loro valenza specifica,con personaggi nuovi,grotteschi e malati fino al midollo....l'universo criminale che un'autore come Scorsese ha descritto in tante pellicole,in Pulp Fiction viene svuotato di ogni connotazione epica e di ogni minima traccia di fascino:i gangster di Tarantino sono semplici impiegati del crimine,spesso maldestri,che vanno a uccidere qualcuno con lo stesso spirito con il quale andrebbero a fare una consegna,colpendo lo spettatore con qualcosa di nuovo e tremendamente coinvolgente. Tecnicamente la pellicola adotta una struttura spazio-temporale tremendamente perfetta in cui travare una minima sbavatura e'impossibile....inutile parlare dell'ottimo cast e del recupero prodigioso di attori come il pessimo Travolta.Cult.....