Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera.
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VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior attrice straniera (Faye Dunaway)
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior regista (Sidney Lumet), Miglior sceneggiatura (Paddy Chayefsky), Miglior attore in un film drammatico (Peter Finch), Miglior attrice in un film drammatico (Faye Dunaway)
Film che forse non riesce a coinvolgere emotivamente, ma che cattura l'attenzione grazie a degli stupendi dialoghi. Anzi, la vera forza sono i monologhi del protagonista, che mettono in risalto ciò che può fare il mostro-tv nei nostri confronti, e come può trasformarci e schiavizzarci. E questo lo rende totalmente attuale a distanza di 26 anni! Non ha un ritmo incalzante, ma tutto viene raccontato bene, con dettaglio: sembra quasi che il regista non voglia far perdere alcun passaggio allo spettatore. Interpretazioni di altissimo livello.