Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera.
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VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior attrice straniera (Faye Dunaway)
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior regista (Sidney Lumet), Miglior sceneggiatura (Paddy Chayefsky), Miglior attore in un film drammatico (Peter Finch), Miglior attrice in un film drammatico (Faye Dunaway)
"Lei ha osato interferire con le primordiali forze della Natura, signor Beale, E io non lo ammetto!"...WOW!!! che film spettacolare,attuale oltre i limiti è la terza volta che lo vedo dopo tanti anni,sono quei film visionari che la memoria non cancella.Una felice intuizione stilistica della regia di Lumet è quella di aver imprigionato i suoi personaggi in una messa in scena claustrofobica e soffocante, incentrata su interni stretti, scarsamente illuminati dalla luce artificiale o dal debole fluido luminescente del video, avvolti nella penombra, a significare il loro isolamento dal mondo esterno, il venir meno di vie di comunicazione con la realtà.Ma meglio di tutto è vederlo e rivederlo più volte,giustamente premiato con vari oscar non parliamo dell'interpretazione di Peter Finch ,sublime arte allo stato puro non dimenticherò mai le sue magiche parole ..
" Questa non è più una nazione di individui indipendenti, oramai. È una nazione composta da duecento e oltre milioni di esseri transistorizzati, deodorizzati, più bianchi del bianco, tutti profumati al limone: dei tutto inutili come esseri umani, e rimpiazzabili come pezzi di un'auto"