Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera.
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VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior attrice straniera (Faye Dunaway)
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior regista (Sidney Lumet), Miglior sceneggiatura (Paddy Chayefsky), Miglior attore in un film drammatico (Peter Finch), Miglior attrice in un film drammatico (Faye Dunaway)
"Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere."
Film di un'attualità sconcertante. Un film moderno nonostante i suoi 34 anni suonati. La potenza dei media e la loro capacità di plasmare le masse. Il fastidio e il disappunto che dona allo show-business, e al magma politico che opera subtraccia, un soggetto che cerca di dire la verità su un canale televisivo. Ricorda a tratti le vicende nostrane di un famoso comico/satiro. Tutto è fatto in funzione dell'ascolto: da qui la spazzatura televisiva. Film che anticipa i temi che oggi affiorano in modo devastante. Grandi attori, veramente grandi soprattutto Peter Finch (oscar e che colpevolmente non conoscevo) e ottima regia con sequenze veramente splendide. Grande sceneggiatura, veramente interessante e profonda. Opera magnifica, peccato per il titolo italiano infimo e orribile. Una delle pellicole migliori di Lumet peccato che è misconosciuto.