rubber's lover (1996)

Per essere un film sperimentale doveva durare minimo venti minuti di meno. La prima ora fila liscia come l'olio, ci sono sequenze meravigliose che si intrecciano tra suoni disturbanti, urla, esperimenti bizzarri, bulbi oculari, fetish, tute in latex e corpi che esplodono. Il tutto impresso su un bianco e nero un po' sgranato e alienante. Dopo la prima ora invece non si ha più nessuna voglia di assistere a questo esperimento: le urla diventano troppe, i movimenti di camera caotici e il b/n appesantiscono in maniera allucinante la visione, rendendo l'opera praticamente invedibile, dove il 'troppo eccesso' si trasforma in fastidio. Come secondo omaggio a Tsukamoto da parte di Shozin non è affatto male, purtroppo però quella mezzora finale rovina tutto. Ad ogni modo un'opera che consiglio soprattutto agli industrialoidi convinti.