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L'opera ultima di Bergman corrisponde anche all'ultima parte di "Scene da un matrimonio" e, nel suo insieme, è un film egualmente complesso ed affascinante. "Sarabanda" è una pellicola quantomai barocca; ma non un barocco "cinematografico", quanto piuttosto un barocco musicale come già lo stesso titolo dal retrogusto bachiano farebbe supporre. Quattro sono i personaggi "solisti" della pellicola, esattamente come le voci di una fuga. Tre i microcosmi famigliari: quello di Marianne, quello di Johan, quello di Henrik e di sua figlia Karin, esattamente come i soggetti di una Triosonate (rievocata proprio dallo stesso Bergman). Opera ultima in tono minore, come del resto tutta la carriera di Bergman e come la Ciaccona della Partita n. 2. E in questa splendida melodia barocca, Bergman affresca come ha fatto in tutti i suoi film le nevrosi, le turbe e la psiche dei suoi interpreti. Se amate Bergman, amerete anche “Sarabanda”.