Ad Harlem, il detective privato di colore John Shaft (Roundtree) è incaricato da un boss del crimine, il nero Bumpy Jonas, di ritrovargli la figlia rapita. Shaft sospetta di "Lumumba", il capo del movimento rivoluzionario delle Pantere Nere. Questi, rivelatosi estraneo al rapimento, lo aiuta a sgominare i veri responsabili: una cosca mafiosa.
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Shaft ha tutti gli stereotipi del detective dei film dell'epoca: risoluto e arguto, bravo nel suo lavoro e bravo con le donne. Eppure è anche un afroamericano che non si fa problemi a dettare le condizioni alla polizia (per quelli che il film non è molto politico su questo tema: mi trovate altri titoli così potenti pre '71 in cui un nero è protagonista e detta lui le condizioni alla polizia, in cui prende in giro dei mafiosi bianchi spaccando la testa a uno e in cui i neri, autonomamente, organizzano il piano di azione che vediamo realizzato nel finale?).
Un film iconico e archetipico della blaxploitation che nel suo andamento quasi da nouvelle vague sembra quasi anticipare lo Scorsese più anarchico di "Mean Streets". Inoltre il connubio tra regia, fotografia e musica dona al film quell'atmosfera vintage che lo ha reso un lungometraggio così importante per il genere.