Gli anni d'oro dell'eccentrico miliardario Howard Hughes, industriale, produttore, regista, progettista e aviatore, ma ancora più celebre per i suoi amori per le dive più belle e famose dell'epoca.
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VINCITORE DI 5 PREMI OSCAR: Miglior attrice non protagonista (Cate Blanchett), Migliore fotografia, Migliori costumi, Migliore scenografia, Miglior montaggio
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior attore in un film drammatico (Leonardo DiCaprio), Miglior colonna sonora (Howard Shore)
Sinceramente, non capisco perché ci siano tanti commenti negativi. E' un bel film, magari non perfetto, ma molto interessante. Se sia o meno una biopic fedele non so dire...ma ormai tutti i film biografici sono 'interpretazioni', in cui la fedeltà ai fatti storici ha un'importanza relativa. Il mondo di Hollywood, con le sue efferatezze rivestite di lustrini, è credibile. E lo è anche la rappresentazione della Hepburn come antipatica e capricciosa figlia di aristocratici spocchiosi. Magari la Blanchett, pur essendo un'attrice bravissima, non regge il confronto con la splendida diva dagli zigomi ossuti...ma non pretendiamo troppo. Comunque, la cosa che ho più apprezzato è la rappresentazione delle ossessioni maniacali del protagonista, della sua assillante rupofobia, del suo percorso spaventoso attraverso il tunnel della follia, e dei suoi ancora più folli voli alla ricerca di un'uscita da quel tunnel. E questa volta, Di Caprio è all'altezza della situazione. Certo un film non facile, e a tratti nemmeno gradevole, ma che almeno evita la retorica di "Gangs of New York".