Un agente di polizia retrocesso assegnato a un ufficio di smistamento chiamate è in conflitto quando riceve una telefonata di emergenza da una donna rapita
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A parte la grandissima prova di Jake Gyllenhaal di questo film nn si ricorderà nulla. Troppo esasperato il fatto che sia tutto girato nel call center del 911. Breve ma fa in tempo a stancare.
Uhm... filmetto senza infamia e senza lode, con un Gillencoso meno in forma di altre volte ed una trama che cerca di arrotolarsi su stesso verso un affascinante colpo di scena ma che invece sfocia solo in una blanda ed irrilevante "sorpresa". Nulla si avvicina nemmeno un po a qualcosa che valga la pena ricordare.
Non è fatto malissimo ma perde rispetto all'originale danese . Gyllenhall poco credibile , qualche momento di tensione ma ben poca cosa rispetto ad esempio al "Locke" con Hardy tanto per citarne uno di ungenere già abbastanza esplorato . Debole
Chi ha visto il film originale danese non avrà tante sorprese da questo remake. E' questa forse la pecca più grave di questo film che ricalca, forse anche fin troppo fedelmente l'originale. Nulla da dire sul Gyllenhall, in pieno sovraccarico emotivo per la situazione e soprattutto per il suo pregresso dal quale prova in maniera tangibile un enorme rimorso. Il film di Fuqua tutto sommato è un lavoro ideale da fare in piena pandemia. Pochi attori, solo le voci degli altri personaggi, location interne scarne, sullo sfondo di una Los Angeles assediata dagli incendi e che riflette lo stato emotivo del suo tormentato protagonista.
Remake senz'anima di un bel film danese, che annacqua completamente la trama principale decidendo di focalizzarsi sui drammi privati del protagonista più del necessario. E poi Gyllenhaal carica veramente troppo la recitazione, risultando fastidiosamente sopra le righe. Insomma, ennesimo remake di cui non si sentiva assolutamente il bisogno, che viene parzialmente salvato solo dalla matrice originaria.
Vedere Jake Gyllenhaal frignare per mezz'ora è piuttosto imbarazzante, quasi quanto la sceneggiatura di questo THE GUILTY, inverosimile, irritante e poco entusiasmante. In più, il colpo di scena, presunto, nella seconda metà della storia appare intuibile e quasi banale per come poi si sviluppa. E' comunque un film che si lascia guardare ma, a mio avviso, non merita la sufficienza.
Un film statico ma ansiogeno , con un grande Gyllenhaal ... Un poliziotto sotto indagine e perciò distaccato al 911 , riceve la telefonata di una donna in pericolo ... Si tratta del remake americano di un film danese di qualche anno fa che aveva colpito così tanto la fantasia di Jake Gyllenhaal da convincerlo ad acquisirne i diritti . Nonostante la perenna staticità della scena , con tutta la vicenda che si svolge nello spazio limitato della sala operativa di un centralino , la tensione non manca e si mantiene su di un discreto livello , soprattutto grazie alla monumentale prova d' attore di Gyllenhaal , unico ed assoluto protagonista , che in una pellicola priva di azione come questa riesce a far sfoggio di tutta la sua bravura e di tutte le sue espressioni . Il ritmo e la conseguente angoscia calano un po' intorno alla metà , con qualche reazione piuttosto esagerata e poco comprensibile da parte del protagonista , per poi risalire con il colpo di scena che mira a sorprendere lo spettatore meno smaliziato . Nell' originale poi si possono apprezzare anche le voci al telefono di alcuni noti attori ( come Ethan Hawke e Peter Sarsgaard ) , anche se spesso solo per brevi scambi di battute . A dirigere un film del genere ( e non l' avrei mai pensato ! ) è stato chiamato Antoine Fuqua , un piccolo maestro del Cinema Action , che non potendo far muovere gli attori è costretto a far muovere la telecamera e a spostare continuamente le inquadrature per donare un po' di dinamicità a questa pellicola . Nel complesso comunque si tratta di un film certo ben poco movimentato ma abbastanza ansiogeno ed avvincente da meritarsi un discreto 6,5 .
Molto, forse troppo simile all'originale danese The Guilty però anche questa volta funziona. Ritmo serrato, angoscia crescente e soprattutto un ottimo protagonista.
Con questo tipo di film si rischia sempre qualcosa a prescindere.... penso al recente Oxygene ma soprattutto a Buried forse il più estremo e più riuscito. Un personaggio,..... un ambiente, fine. Ed ecco che tutto si regge sul protagonista e sui dialoghi essenzialmente. Gyllenhaal è bravo, lo sappiamo, e qui lo è estremamente, forse troppo... ma quello che funziona meno sono i dialoghi.. tra lui e i protagonisti esterni. Anche se il sottotesto si rivela intrigante ci sono passaggi veramente poco credibili.....un thriller al telefono scritto male dove in alcuni momenti non ti capaciti di alcune reazioni...... il tutto giustificato per la risoluzione finale....ma in questo il fine non giustifica i mezzi....la vicenda si trasforma in qualcosa di surreale e poco credibile.... Cmq una visione merita, se non altro per l'interpretazione di "Donnie Darko" anche se a mio parere, complessivamente, non raggiunge la sufficienza.