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Si veda come l'arlecchino abbia il trucco disfatto dalle lacrime, l'espressione emaciata, pallida, quasi ricorda i volti dei deportati nei campi di prigionia.
La mano è il simbolo del potere umano, dirompente, batte a porte e finestre, appare in tutte le reti tv, manda messaggi telefonici. E' pressante, è sensuale, ha cinque dita come cinque sono i sensi. E', forse, soprattutto il regime dittatoriale.
La marionetta vorrebbe creare un semplice vaso per il suo fiore, la vita, la libertà, l'arte, il sogno. La mano ha per lei progetti diversi: comandarle un'opera celebrativa che raffiguri la propria grandezza: ingabbiarla, assoggettarla, applicarle i fili, costringerla al lavoro.
Una metafora perfetta sulla censura alla libertà di espressione, sensibile, poetica, addolorata.