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Lontano dalla fase di carriera di Sono che tutti conoscono, quella post- "Suicide Club" , quella dei deliri colorati, "The Room" ha il ritmo di una lumaca morta e può vantare una fotografia belatàrriana di prim'ordine. Le inquadrature non le ho contate, ma sicuramente sono meno di dieci per la durata di un'ora e mezza. Come alcuni prendono canzoni pop e le rallentano per un'ora fino a farle diventare drone, così "The Room" prende un corto thriller e lo rallenta fino a renderlo meditazione pura. Lavoro sul sonoro che vale tutto il film. E tra l'altro, mai un attimo di noia. Questo discorso dell'astrazione del tempo, inoltre, verrà ripreso nel bel "I Am Keiko", 1997.