tutti i battiti del mio cuore regia di Jacques Audiard Francia 2005
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tutti i battiti del mio cuore (2005)

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locandina del film TUTTI I BATTITI DEL MIO CUORE

Titolo Originale: DE BATTRE MON COEUR S'EST ARRÊTÉ

RegiaJacques Audiard

InterpretiRomain Duris, Niels Arestrup, Jonathan Zaccaï, Gilles Cohen, Linh Dan Pham, Aure Atika

Durata: h 1.47
NazionalitàFrancia 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2005

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•  Link al sito di TUTTI I BATTITI DEL MIO CUORE

Trama del film Tutti i battiti del mio cuore

Tom ha 28 anni e la sua vita sino a questo momento non ha preso una bella piega e sembra in tutto e per tutto seguire le orme del padre nelle compravendite immobiliari. Poi l'occasione della vita, un incontro casuale lo spinge a credere che potrebbe essere il pianista di talento che ha sempre sognato di diventare, proprio come sua madre.
La sua insegnante di piano, una cinese trasferitasi da poco non parla francese, l'unico linguaggio che hanno in comune é la musica...

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Voto Visitatori:   6,79 / 10 (17 voti)6,79Grafico
Miglior filmMigliore regiaMiglior attore non protagonista (Niels Arestrup)Miglior attrice debuttante (Linh Dan Pham)Migliore sceneggiatura non originaleMiglior fotografiaMiglior montaggioMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 8 PREMI CÉSAR:
Miglior film, Migliore regia, Miglior attore non protagonista (Niels Arestrup), Miglior attrice debuttante (Linh Dan Pham), Migliore sceneggiatura non originale, Miglior fotografia, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su Tutti i battiti del mio cuore, 17 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  14/03/2021 12:09:18
   6½ / 10
Dopo un inizio un pò in sordina il film si dispiega bene sulle ali del conflitto interno del giovane protagonista . Le tensione è sempre più sentita e la buona prova di Duris ne accresce l'intensità .
Molto bene Audiard con questo suo modo di fare cinema , molti primi piani , molti silenzi e tanto spazio all'interpretazioni della condizione umana fatta di gesti e sguardi .
Inferiore però al precedente " Sulle mie labbra" che aveva decisamnete più pathos e presa sullo spettatore

Febrisio  @  25/08/2012 08:20:00
   7½ / 10
Avendo passato in rassegna i tre film più conosciuti di Audiard, posso personalmente dire che l'originalità narrativa è andata scemando di film in film, arrivando per ora al più scontato carcerato de il profeta, mentre la solidità è aumentata, probabile risultato dell'esperienza del regista. Tra i tre "Sulle mie labbra" è quello più riuscito; lascia dettagli originali, ed è costruito (quasi) ad opera d'arte. È come un buon libro.
Tutti i battiti del mio cuore, oltre che mostrare una buona regia, dona quella curiosità nel personaggio, ma che non riesce del tutto a costruire un'empatia spettatore-personaggio. Forse un po come il protagonista non riesce ad immedesimarsi completamente in una rappresentazione musicale, il film di Audiard pecca probabilmente nella stessa (in)sensibilità, pur avendo pregio un'ottima qualità. Anche a questo un meritato 7.5.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  13/05/2012 23:23:00
   8 / 10
Il nocciolo non si arrende, di arrivismo inarrivabile il nocciolo è muto, le parole non hanno significato se ce l'hanno i suoni, "tazza", "bicchiere", "casseruola", il sangue sulle mani ricorre e rincorre per tutta l'opera schiantandosi sul collo nudo di lei, sotto i suoi capelli raccolti di Bach, mutismo intercomunicante, congiunzione di battiti consacrato dalla sacralità dell'impossibilità dei corpi di non poter emanare che se stessi, eppure, le stesse vibrazioni, again.

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/10/2012 01.42.36
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  01/10/2011 11:30:47
   7½ / 10
E così, dopo l'ottimo Sulle mie labbra e il portentoso Il Profeta, mi ritrovo a completare la filmografia di Jacques Audiard, o quantomeno quella edita qui da noi (mancano i primi 2 film entrambi interpretati da Trintignant e Kassovitz, interessante).
E ancora una volta il regista francese dimostra di saperci fare, eccome se ci sa fare. E' interessante avere un quadro (quasi) completo di un regista perchè risulta più facile individuarne le tematiche ricorrenti e cercar di capire se tra un'opera e l'altra sia avvenuta una maturazione.
Thomas (un grande Romain Duris, mix tra Rupert Everett e il nostro Argentero) è un giovane impegnato in giri un pò troppo loschi nel settore immobiliare. E' violento, cinico e "potente". Nasconde però un altro lato, molto più dolce e delicato, ama suonare il pianoforte.
Ritengo ormai assodato come tra i temi principali di Audiard ci sia l'incomunicabilità e l'incapacità di capire. Se in Sulle mie labbra tale incomunicabilità era dovuta al mutismo della protagonista (una splendida Devos, presente anche qua in una piccola parte) e ne Il Profeta all'analfabetismo di Malik, qua ne abbiamo almeno due versioni: il primo concerne la musica, tanto amata da Thomas ma incomprensibile agli altri personaggi -il padre, i colleghi- legati al mondo "duro" delle cose; il secondo è l'incomunicabilità per eccellenza, quella dovuta a lingue non conosciute, nella fattispecie mi riferisco al rapporto con l'insegnante di piano cinese che però, e qui torniamo alla musica come linguaggio, è l'unica che attraverso il pianoforte riesce a capire e comunicare con Thomas.
L'altra tematica, evidentissima, è il mondo del crimine, micro o macro che sia. Audiard ancora una volta ci racconta di personaggi al limite o parecchio al di fuori della legalità, un mondo di homo homini lupus senza possibilità di redenzione.
La storia è abbastanza semplice, certo non raggiunge il livello della straordinaria impalcatura "profetiana", ma riesce comunque a muoversi in più livelli: quello del "lavoro" di Thomas, quello del suo rapporto conflittuale ma profondamente affettivo col padre, quello della relazione con la moglie del collega e quello della musica e del desiderio attraverso di essa di cambiare radicalmente la propria vita.
Sogno e dura realtà, il conflitto dentro Thomas è raccontato perfettamente. Quante persone portano avanti stancamente la propria vita, il proprio lavoro avendo la testa completamente da un'altra parte, in un sogno affatto peregrino, ma semplice realizzazione di un proprio talento? Thomas riscoprirà quasi per caso la musica ( tra l'altro il più forte legame con la madre defunta) e da quel momento non riuscirà a staccarsi da essa. Quelle mani che in mille situazioni diverse, anche di pericolo, continuano a battere tasti invisibili rappresentano l'istinto, il desiderio che cerca disperatamente di uscire dalla ragione o più semplicemente dall bolla di vita che ci siamo costruiti intorno a noi.
E nel finale (dopo un'ellissi un pò esagerata che lascia troppe storie e domande in sospeso), proprio nell'ultima inquadratura ci sono quelle stesse mani sporche di sangue, quelle dita che potevano volare leggiadre sopra i magici tasti di un pianoforte, ancora una volta, purtroppo, hanno dovuto fare i conti con la vita, con l'odio, con la vendetta.

4 risposte al commento
Ultima risposta 21/06/2012 18.51.35
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  08/11/2010 11:51:51
   7 / 10
Sebbene la sceneggiatura non sia nulla di eccezionale questo film lascia il segno per l'intensità espressiva degli attori che con sguardi e gesti riescono a comunicare emozioni inesplicabili verbalmente. Inoltre la regia e la colonna sonora sono curate in ogni dettaglio. A tratti forse si perde in eccessive lungaggini ma comunque è un film che merita di essere visto.

Jumpy  @  18/12/2009 01:02:49
   7½ / 10
Un film sull'incomunicabilità dei sentimenti, molto intenso e, dopo l'inizio un po' confuso, teso e coinvolgente.

Crimson  @  28/06/2009 16:34:33
   8½ / 10
Questo è un film sul linguaggio delle emozioni, sull'incomunicabilità, sull'eterna dicotomia cerebrale e il mistero magico e incomprensibile riguardo il grado di pervasività dell'emisfero destro nella nostra vita.
Non importano i difetti della sceneggiatura o i discutibili sbalzi temporali non meglio precisati (contrariamente a 'un prophete' di cui una delle attrattive principali risiede proprio nel ritmo della narrazione). Il pathos è spontaneo, ai limiti del compiacimento, ma estremamente trascinante. I comportamenti di Tom (uno straordinario Romain Duris) sono continuamente in bilico tra l'attaccamento morboso per il padre e la madre. Dal primo ha ereditato un lavoro sporco perpetuato come routine senza senso e soddisfacimento, dalla madre una passione per il piano, interrotta dieci anni prima in concomitanza della morte di lei. Il break del film è improvviso e inizialmente difficile da comprendere. Solo dinanzi alla deformazione del rapporto tra il protagonista e il mondo esterno, il valore del film balza agli occhi attraverso sequenze forti e toccanti, tra silenzi eloquenti e un processo di interiorizzazione del protagonista difficilmente quantificabile o sindacabile (ma lungi dall'essere superficiale). Tom è l'applicazione di un concetto eversivo, di codici innati, e concretizza una visione in cui l'ego' è in una dimensione superiore e il mondo non permea più significati in uno scambio continuo di informazioni 'standard'. Il centro di tutto è dunque quel linguaggio meccanico e intraducibile che è la musica. L'ossessione del protagonista trova un punto di sfogo in quel tipo di linguaggio, attraverso cui al tempo stesso veicola il contatto con gli altri. L'unica persona con cui trova una dimensione relazionale è l'insegnante di musica cinese, incapace di scambiare una sola parola in francese.
Il cinema di Audiard è poesia.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  16/06/2009 16:05:23
   7½ / 10
Sono d'accordo che a livello di scneggiatura non è nulla di che, ma tutto il resto eccelle: prova degli attori, regia, fotografia, colonna sonora. Il film tutto sommato è molto buono, da vedere.

claudio54  @  19/04/2009 23:43:27
   7½ / 10
Teso. Intenso. Reso molto bene il conflitto interiore del protagonista. Forse qualche piccola imperfezione nella sceneggiatura.

sonhador  @  18/10/2007 18:13:03
   8½ / 10
che ingiustizia una media così bassa per un film bellissimo come questo..

grumi  @  15/10/2007 15:34:18
   7½ / 10
Alzo un po' il voo a questo film che ho rivisto ieri su sky... Secondo me non è affatto male, nulla di favoloso ma una buona trama otitmi attori e regia normale.

Marx  @  12/03/2007 22:54:11
   7½ / 10
Personalmente mi è sembrato un buon lavoro...capisco che può risultare un poco pesante, non ha una storia originalissima, e i tempi non sono proprio curati nel migliore dei modi...tuttavia l'interpretazione del valore della musica è il suo punto forte, non ci sono dialoghi, non ci sono molte parole, bastono quelle poche immagini significative. Il ragazzo poi è un bravo attore, mi pare sia migliorato parecchio dall'appartamento spagnolo, rende bene devo dire. Non sarà un capolavoro ma è piuttosto apprezzabile soprattutto per l'intento secondo me

Gruppo COLLABORATORI Victor  @  07/01/2007 01:16:25
   3 / 10
Pesante, noioso e poco originale, sono alcuni degli aggettivi utilizzabili per definire questo film, che difficilmente si riesce a vedere per intero.

Diames  @  02/07/2006 12:14:56
   7 / 10
Non male, anche se sa un po' troppo di già visto. Si fa guardare. La storia non è proprio originalissima, ma si fa seguire; la realizzazione non presenta grandi trovate, ma è più che rispettabile. Un film certo non da vedere a tutti i costi, ma se dovesse capitare, non si tratterebbe di tempo perso, per intenderci. Certo, poteva essere meglio (se non altro più originale).

*Amelie*  @  01/04/2006 15:17:16
   7½ / 10
Film profondo e ben realizzato che esalta l'arte proprio per la sua funzione di riscatto dalla mediocrità e dal degrado..

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  29/01/2006 18:48:15
   6 / 10
Le avventurose vicende affaristico-sentimentali di un giovane rampante immobiliarista col vizio del pianoforte. In pratica la storia di Stefano Ricucci.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/01/2006 12.31.28
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Finestra  @  18/11/2005 00:23:32
   1 / 10
noiso noiso e noiso io personalmente non lo consiglio...

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Ultima risposta 30/01/2006 12.23.28
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