ultracorpi - l'invasione continua regia di Abel Ferrara USA 1993
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ultracorpi - l'invasione continua (1993)

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locandina del film ULTRACORPI - L'INVASIONE CONTINUA

Titolo Originale: BODY SNATCHERS

RegiaAbel Ferrara

InterpretiGabrielle Anwar, Meg Tilly, Christine Elise, Forrest Whitaker, R. Lee Ermey, Terry Kinney

Durata: h 1.27
NazionalitàUSA 1993
Generefantascienza
Al cinema nell'Aprile 1993

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Trama del film Ultracorpi - l'invasione continua

Il padre di Marty Malone fa il biologo per l'esercito americano. Marty ha diciassette anni, una matrigna che non sopporta e una voglia matta di scappare via da Fort Daly. Anche perché lì succedono cose strane: c'è un maggiore medico sull'orlo della nevrosi, un incidente con sostanze chimiche e in più, non visti, degli strani bozzoli che si formano sotto i letti o sui tetti delle case.

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Voti e commenti su Ultracorpi - l'invasione continua, 12 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  21/08/2018 12:59:22
   6½ / 10
Un fanta-horror sicuramente decoroso; mancano troppi passaggi relativi alle origini di questo male, alla caratterizzazione dei singoli personaggi (piccola parentesi, la protagonista è odiosa ed incoerentissima), alle relazioni tra questi ultimi, ed in generale su come si è propagato il contagio (a meno che non ci si accontenti del basilare "ti prendono quando dormi") ma d'altronde il film di Siegel era, forse, ancora più sbrigativo in tutti questi campi. Un degenerare davvero troppo rapido che personalmente non ho mai apprezzato in nessuna delle due opere e che credo ne sminuisca di molto il mistero, anche dopo un finale aperto (per l'appunto, inefficace).
Tutto ciò comunque inficia solo fino ad un certo punto la godibilità generale dell'opera in quanto il ritmo non incontra mai momenti di stanca grazie alla regia di Ferrara che tra suggestivi movimenti di macchina e l'impostazione di svariate singole scene o inquadrature riesce ad infondere al tutto una dose di tensione non indifferente (complice, spesso, l'accompagnamento musicale del fidato Joe Delia); la punta di diamante del film la si trova comunque nei pregiatissimi effetti speciali, realizzati talmente bene da poterli quasi accostare a quelli di Rob Bottin per "La Cosa" di Carpenter (capolavoro che questo "Ultracorpi, per certi aspetti, ricorda molto da vicino). Davvero notevoli.
Bella anche l'idea da parte degli stessi "ultracorpi" di testare l'empatia degli umani per stanarli, roba da Dick e Nexus 6.
 
Nel complesso godibile, ma è un peccato perché, con un po' di approfondimento, avrebbe potuto essere un film decisamente più memorabile, volendo anche come semplice "zombie movie". Così com'è rimane nient'altro che un filmetto carino buono per passare 90 minuti.
Su una cosa siamo tutti d'accordo: il Ferrara che piace a noi è quello dei bassifondi di NY dove prostituzione, droga e violenze di ogni tipo regnano incontrastate.

dagon  @  03/11/2017 19:41:23
   6 / 10
Ennesimo remake/update del meraviglioso romanzo di Jack Finney "Gli invasati", perde molto nel passaggio da critica del Maccartismo e dell'omologazione sociale ad una più generica velleità antimilitarista. Non è malissimo, se non lo si confronta con i film di Siegel e Kaufman, ma è un Ferrara un po' al minimo sindacale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  11/09/2015 11:25:24
   6 / 10
Terzo adattamento del celebre romanzo "The body snatchers" di Jack Finney (ne seguirà poi anche un quarto molto mediocre con la coppia Kidman/Craig).
Al timone Abel Ferrara in probabile crisi economica, visto che dirige col pilota automatico banalizzando parecchio i concetti che stanno alla base dell'inquietante invasione aliena, notoriamente perpetrata attraverso infidi baccelli che sostituiscono gli esseri viventi annullandone emozioni e il libero arbitrio.
Un' omologazione dai significati profondi, inerenti nel primo film alla "minaccia" comunista e nel secondo alla predisposizione verso il conformismo e all'organizzazione di una società facilmente manovrabile in quanto priva di qualsiasi slancio.
Sono comunque innumerevoli le tematiche attribuibili al subdolo attacco, che in questo caso si smarriscono tra le maglie di una storia privata dell'effetto sorpresa e appiattita a causa di personaggi stereotipati. La superficialità di fondo è abbastanza sorprendente per un regista del calibro di Ferrara.
La mano dell'autore di spessore però si vede tutta nella creazione di alcune sequenze piuttosto inquietanti e nella capacità di generare una buona tensione. Addirittura c'è una scena cult difficilmente dimenticabile (quella dell'elicottero), ed è pregevole la confezione delle scene notturne adattissime nell'alimentare l'ansia da complotto. Ferrara si salva grazie al suo talento, nonostante uno script mediocre con sottotesto antimilitarista e quello pro-ambiente fuori fuoco.
Le urla d'allarme dei "sostituiti" –come già in "Terrore dallo spazio profondo"- restano da pelle d'oca.

antoeboli  @  27/06/2013 00:57:21
   6½ / 10
Visto stasera , dato che lo proponevano in tv . non mi sono mai avvicinato a questa serie di film e come primo approccio ho trovato un film discreto , girato bene , con ottimi ancora oggi effetti speciali e trucco splendidamente caratterizzato .
Abel Ferrara si dimostra uno di quei registi poco rivalutati al giorno d 'oggi, che sa far recitare anche attori sconosciuti come in questa pellicola , anche grazie alla sceneggiatura del mitico Gordon che per quanto è banalotta , perchè comunque gli ultracorpi ricordano un po le creature del film la cosa, riesce e sa intrattenere per quell oretta e mezza.
Secondo me il film paga la prima parte parecchio lenta , e per quanto riesce a rifarsi nella seconda parte attraverso alcune scene geniali risulta un prodotto più che accettabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  07/05/2010 13:57:38
   7 / 10
E' un remake del film di Don Siegel ed è praticamente uguale ma qui cambiano i personaggi e il finale. Il Film di Ferrara è convincente soprattutto per qualche trovata terrorizzante ( gli "Urli" tremendi ) e per la cupa e glaciale ambientazione notturna. Pensavo di non appassionarmi e invece mi son dovuto ricredere. Interessante.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  21/07/2009 17:32:20
   7½ / 10
Abel Ferrara rivisita, in forma di B-movie, l'opera di Don Siegel, e sembrerebbe farlo riprendendo il discorso lì dove quest'ultimo s'era fermato nel messaggio che (volontariamente o involontariamente?) aveva sotterraneamente lanciato con la sua pellicola: la concezione di un'umanità consacrata alla sofferenza, perché dominata da sentimenti perniciosi e conflittuali. In questo senso, una dichiarazione d'intenti da parte di Ferrara potrebbe risiedere nel momento dell'assalto all'ufficio del dottor Collins, allorchè gli alieni, nell'appressarsi minacciosamente a quest'ultimo, gli spiegano che "la razza umana lasciata a se stessa è condannata" e che, se vuole salvarsi, deve annullarsi nell'"assorbimento" in una specie superiore dove l'individualismo, sempre dannoso nella sua tendenza prevaricatrice, è soppiantato da un "collettivismo" puro, mondato da ogni forma di egoismo.
La soluzione sarebbe, dunque, in una condizione evoluta (aliena), nella quale l'armonia e l'equilibrio sono garantiti dall'atarassia, o ancora di più dallo spossessamento delle proprie pulsioni, le quali lasciano il posto all'agire esclusivo di una ragione fredda e calcolatrice? Forse, ma è una prospettiva utopistica: la natura ingovernabile e soverchiatrice non si lascia sconfiggere e prende, come sempre, il sopravvento. Il finale, nel frenetico susseguirsi di conflagrazioni, sarebbe allora il segno di una tensione vindice quale espressione di quelle spontanee e inestirpabili inclinazioni naturali che, proprio nella loro valenza distruttiva, si fanno garanti della prosecuzione della specie umana e –conseguentemente- del suo martirio.
Oppure, più semplicemente, siamo di fronte all'ennesima allegoria sul fenomeno dell'omologazione di massa nella società contemporanea: tematica già ampiamente ed efficacemente sviscerata da precedenti capolavori, come il referente originale del film di Ferrara, nel suo più esplicito significato, o il "carpenteriano" "Essi vivono".
Tensione e "suspence" non latitano in quest'opera giocata, in massima parte, su un montaggio serrato e su inquadrature che, "facendosi strada" da angoli, fessure e spazi interstiziali, mirano a generare una costante sensazione di pericolo, che incombe fuori-campo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  09/04/2008 15:02:17
   7 / 10
Il tema ultracorpi (l'idea venne a Jack Finney negli anni 50) è per me tra i preferiti in assoluto; l'idea di una invasione subdola, silenziosa, e quindi per questo ancora più angosciante di una stile Guerra dei mondi si presta a molte analisi sociali e a parecchie metafore (i comunisti, i convenzionali). Io dico spesso che l'Italia di oggi è il paese degli ultracorpi per affermare l'appiattimento emotivo delle persone che ormai vivono più per imitare mode e masse che non per creare una propria identità. Finita questa lunga digressione e passando al film ritengo belli tutti e 3 le pellicole della serie (non parlo del film colla Kidman di cui non si sentiva la mancanza) con una predilezione particolare per il film di Kaufman , ma anche questa pellicola soprattutto nella prima parte è molto ben fatta. L'appiattimento delle persone si presta particolarmente bene in un ambiente militare dove sembrano tutti marionette. La seconda parte mi ha deluso di più, perchè gli alieni acquisiscono caratteristiche umane (diventano furbi) per scoprire coloro che non sono stati ancora duplicati. Il richiamo (l'urlo alieno) è fantastico, ma credo che sia di derivazione kaufmaniana. Notevoli anche gli effetti speciali. Da segnalare una delle prime presenze di Forrest Whitaker.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/04/2008 15:00:52
   7½ / 10
A prescindere da disquisizioni varie sul fatto che sia un ennesimo remake, il seguito del remake di Kaufmann, ecc. il film di Ferrara mi è piaciuto. Manca certamente di originalità, ma questo era da mettere nel preventivo. Nonostante ciò, la prima parte è ben fatta nella sue ambientazioni notturne dove il male lentamente ma inesorabilmente si insinua, disgregamdola, la famiglia della protagonista e contemporaneamente microcosmo della base militare. Un film molto pessimista, in cui la fiducia nelle persone che ti circondano viene meno e dove non puoi fare affidamento se non a te stesso. Agghiacciante l'urlo di Meg Tilly nel momento cruciale del film.

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