una pura formalita' regia di Giuseppe Tornatore Italia, Francia 1994
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una pura formalita' (1994)

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locandina del film UNA PURA FORMALITA'

Titolo Originale: UNA PURA FORMALITA'

RegiaGiuseppe Tornatore

InterpretiTano Cimarosa, Sergio Rubini, Roman Polanski, Gérard Depardieu

Durata: h 1.48
NazionalitàItalia, Francia 1994
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1994

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Trama del film Una pura formalita'

Un uomo viene arrestato di notte, sotto il diluvio, e portato in un fatiscente commissariato. È sempre più nervoso, ma quando arriva il commissario la tensione si smorza. Interrogatorio. È stato trovato un cadavere e l'uomo (che si qualifica come un celebre scrittore) non riesce a ricostruire le sue ultime ore. All'alba, finita la schermaglia dialettica, tutto sarà divenuto finalmente ""chiaro"".

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Voto Visitatori:   8,52 / 10 (136 voti)8,52Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Migliore scenografia
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore scenografia
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Voti e commenti su Una pura formalita', 136 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

JOKER1926  @  28/12/2008 20:27:45
   8 / 10
"Una pura formalità" di Giuseppe Tornatore è un film che trova la sua trionfale, estrema esaltazione nel seguente aggettivo: abisso…

Una trama intrigante trasporterà ben presto lo spettatore in un limbo metafisico ove sarà imponente utopia cercare e trovare una via di uscita…

Il regista prepara tutto alla perfezione, Cast scelto, di prima qualità delizierà per tutto il tempo la massa…
Sontuosa la prova di Gérard Depardieu nei panni del "chimerico" "Onoff" (nome che nasconde una metafora…), Polanski nei panni del commissario da vita ad una delle più convincenti, ciniche, misteriose interpretazioni della Cinematografia di ogni tempo.
Nicola di Pinto e gli altri recitano discretamente, ma non avranno tanto spazio.

"Una pura formalità" è metafora, simbologia…

Onoff è un uomo particolare, enigmatico…
E' stato accusato di omicidio, lui si detiene innocente; il commissario lo attacca (ci sarà una bellissima parte ove si parla dei libri, delle opere di Onoff scrittore francese…) e lo costringe ad un "atto formale" ovvero ad una "chiacchierata" che pone le basi sulle cose fatte nelle ultime ore dal protagonista…
Il tutto si prolunga all'infinito, in pratica ci saranno contraddizioni, Onoff non risponde ma "annebbia" ulteriormente la mente del Commissario…

Tornatore in queste scene introduce saggiamente, oculatamente misteriosi flashback…
Onoff non ricorda niente, i suoi ultimi momenti (ovvero quelli prima dell'arresto) sono stati dimenticati…
Cosa è realmente successo? Questa resta solo una domanda senza risposta (almeno per ora!)…
Ma poi l'illuminazione…
Onoff è vittima e carnefice della sua mente.
Tocca al commissario "ripulire" , "raschiare" la mente del detenuto, fra un discorso e l'altro si scivola nei remoti meandri della mente di Onoff….

Importante è la metafora, concezione delle rette parallele, la fotografia della donna con le braccia dinanzi la faccia rappresentano le due linee immaginare che si incontrano in un determinato punto… Punto Improprio…
Vengono quindi a galla pensieri, concetti legati all'amore, al "perfetto piacere"…
La linea (ovvero la retta parallela) è Onoff che raggiungerà, o meglio aveva raggiunto la sua "Suprema serenità" poi persa malamente, o meglio inconsciamente con il tempo…

Il film a tratti ricorda l'immenso Capolavoro "Allucinazione Perversa" ove la mente dello spettatore è sottoposta ad un processo di "meccanica mentale" con terribili, commoventi, straordinari risvolti.

"Una pura formalità" è l'estremo "resoconto" della vita di un uomo, il contorno è la pioggia che può essere decifrata come il senso di colpa (che pian piano straripa ovunque), la piccola "pentola" è il "repertorio" tutto è "registrato"…
La caserma è uno scenario sporco, ruvido, acuto che ostacola la personalità di Onoff, in essa è difficile trovare serenità, la caserma è un labirinto mentale, una sorta di "schedario" infinito "ornato" dai volti e dalle icone di personaggi insoliti e apparentemente cinici e violenti.

Onoff rielabora il tutto e riuscirà a dimostrare ai "giudici" che è privo oramai di ispirazione, per uno scrittore l'ispirazione è adrenalina…
La scena delle penne riserva al pubblico pesantissime, essenziali concezioni metaforiche…

Onoff ad un certo punto parla della finestra, la osserva per ore…
Questo è il vero concetto della massima desolazione umana…
E' difficile infatti comprendere il tutto, ma Tornatore è perfetto e accompagna, "abbina" ad ogni cosa (dialogo, scena) una simbologia, metafora…
La fuga è una altra scena profonda, Onoff cerca di fuggire…
Ma la fuga è fine a se stessa… si ritorna all'inferno…
Ammanettato e picchiato il protagonista svela le ultime verità della sua vita, contraddizioni e ambiguità giocano una carta "passiva" ma quasi cruciale nella egemonia corale Cinematografica di "Una pura formalità"…

Perle di filosofia si sprecano, il concetto delle fotografie, il libro "dedicato"…
Sono tutti argomenti che trovano la massima esaltazione in chiave metaforica…
Se manca la genialità, la fantasia si scivola verso la morte… Occhio al dialogo delle parole raccolte dal barbone apparentemente senza alcun senso…

Il Mosaico di Tornatore non conosce limiti, Onoff chiama ad una amica…
Ma ormai è tardi, occhio al dialogo del Ministro della cultura…
A questo punto bisogna collegare la concezione, la suprema certezza del commissario che dice (nella prima parte di film) ad Onoff che non esisterà mai, non avverrà mai questo incontro…
Tutto fila alla perfezione, il regista "decora" il tutto con sapienza, "pazza logicità "…
Dai flashback è possibile inoltre "sradicare" le concezioni, gli "umori" di Onoff…

Le atmosfere del film "sporche", oscure fanno rabbrividire la massa spettatrice, la corsa "affannosa" di Onoff all'inizio del film è grazia, eleganza, metafora firmata Tornatore.

Il commissario è sicuramente la "base", il perno incontrastato del film, esso è il giudice, il "crocevia" della sofferenza o della felicità di Onoff…
Secondo interpretazioni complesse e intrecciate il commissario potrebbe addirittura essere Di.o…
A lui infatti tocca giudicare, "disciplinare" i comportamenti dell'uomo…
Ma allo stesso tempo potrebbe essere una sorta di "intermediario" tra il terreno e il divino…
Esso risulta spesso essere non perfetto (ma cio si deduce dalle sue parole… parole veritiere?), ma paradossalmente, fantasticamente risulta essere magnifico e dunque perfetto nelle sue azioni, ritorna utile il concetto delle fotografie (il concetto trova nesso strabiliante anche sul piano tecnico, matematico)…

Il finale è accademia, Onoff (Febbraio Biagio) è in viaggio verso una nuova vita, il futuro è indecifrabile, ma nelle pillole "emanate" nel commissariato (sia da parte del commissario che da Onoff) si riesce (almeno in parte) a capire che il viaggio porta verso una " nuova era personale" ovvero verso la tanta aspettata, odiata, immaginabile, fantomatica "quarta dimensione"…

La caserma è un "luogo" fantasmagorico, quasi macabro ove l'uomo (o meglio la coscienza umana) dedica "attimi" di tempo non decifrabili, ovvero siamo quasi o forse interamente in un'altra dimensione (dimensione non conosciuta), il commissario si complimenta con lo scrittore e parla del libro… (dialogo perfetto, magari anche un po' retorico…)

Siamo all'apice della logica, dei canoni del raziocinio, dietro l'angolo c'è il delirio e l'incertezza…

Scenario ottimo, fotografia buona, attori eccezionali sono i punti fermi dell' Opera…

"Una pura formalità" è un film che presenta un ritmo buono (a Mio avviso a tratti molto incalzante), emozioni, delirio, tensione, mistero accompagnano perennemente lo spettatore in un percorso trascendente…

Morricone "armonizza il tutto con una bella, a tratti inquietante colonna sonora composta da improvvise e quasi "macabre" sviolinate…

Tornatore riesce a riportare nel suo "Gioiello" cinematografico sensazioni di morte, di vita, di incertezza e di ambiguità…
Nell'elite della magnifica Cinematografia "Una pura formalità" riesce a stringere discreti piazzamenti…

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Ultima risposta 19/05/2009 02.26.42
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