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Il film racconta la lunga diatribia burocratica che hanno dovuto subire i parenti delle vittime dell 11/9/01. Perfino le mogli dei vigili del fuoco considerati "eroi" dopo quel tragico giorno. Protagonisti che riescono a coinvolgere in una storia sempre in bilico tra disperazione e film, possiamo dire, giudiziario, ma non esagera per fortuna con i sentimentalismi che sarebbero stati anche dovuti visto i fatti raccontati. Un buon documento storico del dopo-torri gemelle.
E' un film che si sostiene sulla bravura degli attori e da uno script non proprio scontato. Nella sostanza è la storia di una persona che si assume la responsabilità di gestire una patata bollente di dimensioni epiche. Cercare di soddisfare le esigenze dei parenti delle vittime dell'11 settembre senza salassare i conti del governo con innumerevoli cause in tribunale. La rierca di un compromesso che non deve sposare contemporaneamente il lato umano di ogni caso, senza essere radicato alla freddezza e l'impersonalità dei numeri. E' un'insieme di storie, quelle delle vittime, che fortunatamente il film non trasforma in retorica. Vero anche che il ritmo è controllato quasi a cercare un equilibrio tra tono del film e narrazione del racconto. Non sempre ci riesce, ma come ripeto la retorica poteva essere tanta ed invece si mantiene sul livelli minimi.
Il film ruot'attorno a una "formula" per risarcire le vittime dell'11/9: empatia contro matematica, umanità contr'economia. Manca però molto più di qualcuno e qualcosa: Sara Colangelo non amplia la questione, nemmeno per un accenno, al valore dell'altre entità cosmiche (già solo second'i paleoantropologi, una stima di 120 miliardi d'esseri umani).