Una mamma assente, una città nuova, una scuola nuova, e l'alloggio presso la zia che ha una casa di geishe. Lei, Mugiko, è sprezzante, diffidente e taciturna, perché quella è la piega che ha preso la sua adolescenza. Ha qualcosa che le rode e non sa cosa, ha una paura indistinta delle persone e per questo se ne tiene alla larga. In classe c'è un ragazzo forzuto che alla fine finisce con l'accorgersi di lei, in modo anche più che tradizionale, e questo lusinga il suo desiderio, in fondo, di essere una ragazza come tutte le altre. Ma è l'altro compagno di classe, quello che ha problemi comportamentali, ad essere attratto veramente e profondamente da Mugiko, anche se lei non ci fa troppo caso. A casa la zia cerca di insegnarle un po' di disciplina, imponendole di correre accanto ai risciò delle geishe più richieste. Dentro di sé Mugiko vorrebbe riuscire a imparare qualcosa che le permetta di essere notata. Comincia allora a esercitarsi per fare la protagonista di una recita scolastica, in cui, travestita da bambola, veste i panni di un'eroina del passato che per poter tornare dal fidanzato dà alle fiamme il caseggiato nel quale vive, e per punizione viene bruciata viva.
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